domenica 31 luglio 2011

Lavezzi giura: "Nessun caso, torno il 4 agosto"

Ecco quanto ha dichiarato Lavezzi alla Gazzetta dello Sport: ”So che la gente mi vuole molto bene. So che mi ama. E capisco anche questa specie di paura. Ma io finora non ho avuto la percezione di offerte e di trattative. Le raccontano i media. Non so se qualcuno mi stia cercando davvero. L’unica cosa certa è che, finora, sul tavolo del Napoli non sono arrivate offerte e proposte concrete. No. Il 4 agosto sarò a Napoli, al San Paolo, per la presentazione della squadra e l’amichevole con il Peñarol. Io ho un contratto fino al 2015, sono un giocatore del Napoli e mi metterò a disposizione di Mazzarri e del club. Non esiste alcun caso. Poi, se volete farmi dire che vado via o che sono in dubbio per mettermi in cattiva luce, allora non so che pensare. Sono bugie. Beh, credo che ci siano i presupposti per crescere. Per migliorare anche i risultati della scorsa stagione. La squadra è forte. Potenzialmente ancora di più. Scudetto? Non lo so, ma faremo di tutto per vincere e arrivare sempre più in alto. Claro”.

venerdì 29 luglio 2011

De Laurentiis a tutto campo

E' in corso l'incontro tra De Laurentiis e la stampa, poi alle 23:00 interviene a "Speciale Calciomercato" su Sport Italia.


SERATA IN PIAZZA A DIMARO. "Nelle prossime settimane ci incontreremo a Roma per firmare i contratti di rinnovo. La scena del motorino? Abbiamo fatto solo 500 metri senza casco. Lui mi ha chiesto chi fossi? Gli ho risposto: "Vada, sono il presidente del Napoli". Gli dovremo regalare un motorino del Napoli. Noi l'abbiamo costruito insieme ad Aprilia. Non so se e' interista o meno. Sono il capo della Polizia. La gaffe con Messi? E' tutto ok, il presidente del Barcellona e' una persona seria. Il Trofeo Gamper ci preparera' al primo incontro di Champions del 13 settembre. Tra il 7 e il 22 agosto dobbiamo piazzare due partite: una delle due sara' all'estero. Jovetic? C'e' anche Peppino Rossi, cosi' come Vucinic. Pandev? Mi piacciono i giovani. Floro Flores? Non ho nulla in contrario. Siamo nelle mani di Mazzarri: quando lui chiede io rispondo e fornisco".
LA CONFERENZA SERALE AL TEATRO DI DIMARO - "Le polemiche dopo la mia sfuriata? In Italia non c'e' libertà, è un paese che in passato mi ha disgustato e ho aspettato che mio figlio si laureasse. Certo, ci vive mia madre che ha 95 anni e le auguro di esserci altri 100 anni. Potrei seguire il Napoli anche da lontano, ma è un discorso di sentimenti e passionalità. Credo di aver fatto bene in questi 7 anni. Quando vedo i miei colleghi battersi per un tozzo di pane e' la dimostrazione che non sono veri industriali. Io sono per una Lega che sia la casa del calcio, degli industriali del calcio in grado di curare gli affari da sola senza svendere all'estero i propri diritti. Quando uno non si preoccupa delle trasformazioni in essere dal 1984, quando uno non capisce che c'è una mondializzazione, diventa dura. Faccio riunioni ogni mattina alle sette con i miei collaboratori per fare il punto sull'economia mondiale. Obama ha tempi molto stretti e, se non si incastrano alcuni elementi, le difficoltà economiche che ne verranno fuori influenzeranno tutti i settori, incluso il mondo del calcio. Non si può togliere la cultura dell'impresa, che ho anche insegnato all'università. Se mi hanno eletto presidente mondiale dei produttori cinematografici qualcosa vorra' dire, non me lo sono dato mica da solo questo titolo. Perchè mi si deve impedire di realizzare le mie idee che vanno verso il cambiamento di regole vetuste? Sono entrato della porta di servizio, dalla serie C e per me e' un vanto perche' ho potuto capire come funzionano le cose. Sono stato deriso e mi ha fatto bene, è stata una scuola che ripeterei da domani mattina. Non mi mancano i film che non ho fatto e sono orgaglioso di questo cammino intrapreso con il Napoli. Sono partito da meno 100 arrivando a fatturare più di 150 milioni, dimostrando che a Napoli si può lavorare perfino in un settore così complicato come il calcio. Quando nelle riunioni di Lega sento dire a Galliani che nel calcio si perde, io mi offendo e replico: "Adrià parla per te, io non ci perdo". Questa sperequazione nasce dalle persone giuridiche che si riflettono sulle persone fisiche. Le chiacchiere stanno a zero. Si fanno i preventivi e si studia la bontà del progetto, che se e' valido frutta dei guadagni. Preziosi dice che e' meglio se lascio il calcio e torno al cinema? Non devo replicargli. Non ho bisogno di essere accompagnato da nessuno, solo dai 12 milioni di napoletani sparsi nel mondo. Se non dovessi lavorare per loro me ne sarei già andato. Dove? In Inghilterra. Ho preso un impegno con i napoletani e rimarrò al loro fianco. Il calcio italiano va avanti grazie a Sky e Mediaset che da sole mettono insieme oltre 800 milioni. Senza di loro non ci sarebbe il calcio italiano, la legge Melandri non sarebbe applicabile e le piccole non se ne avvantaggerebbero. Ricordo ai miei colleghi che Mediaset e' un gruppo italiano, mentre Sky e' straniero. Dahlia Tv ci ha recato dei danni e noi invece ci siamo messi a discutere su come dividerci la torta. Il calcio femminile? Alla finale mondiale c'erano 75.000 spettatori allo stadio e tantissimi nel mondo via tv. Vorrei creare una Lega con quelli che intenderanno seguirmi. Volevo prendere Sorrento, Capri, Ischia, Amalfi per farne una forte, ma Abete mi ha detto che non potevo prendere il Sorrento perchè è in C. Allora gli ho replicato che volevo arrivare in B con una autogestione finalizzata a dare sostegno al Napoli, un po' come ha fatto il Barcellona che possiede una squadra nella seconda divisione spagnola. Non accetto condizionamenti, non consento a nessuno di impedirmi di esprimere le mie idee. Non l'accettavo nemmeno quando andavo a scuola! Mi viene da ridere quando ci sono le commissioni di censura per i film: ormai in tv si può dire e fare tutto, quando poi è De Laurentiis ad alzare i toni ci si scandalizza. Diamoci una calmata, non voglio fare rivoluzioni ma soltanto essere al passo con i tempi del mercato perche' non voglio farmi cogliere di sorpresa. Non sono invidioso, quando vedo uno che ha successo gli faccio un plauso a meno che non sia stato scorretto e quindi mi dissocio. Chi riesce ad essere innovativo per il sottoscritto è un riferimento da seguire per migliorare sempre di piu'. Se sono soddisfatto per il mercato? La preparazione dura sei settimane, lo sapete questo? Siamo appena alla seconda ed è normale fare un po' di fatica anche contro una squadra di livello inferiore. Non bisogna fare domande da tifosi. Dovrebbe essere la stampa a consigliarmi invece di farmi certe richieste. Non voglio essere scortese, ma e' importante essere razionali. La Juventus? Torna ad essere una grande squadra così come Milan e Inter, mentre la Roma e' un'incognita. Dove può arrivare il Napoli? Bisogna dare fiducia al gruppo e a Mazzarri. Ci siamo rinforzati a centrocampo: sono convinto che i nuovi arrivi daranno una mano anche in fase difensiva, facendo in modo di subire meno gol. Daranno un contributo importante anche agli attaccanti e ai due esterni Dossena e Maggio. Soprattutto per quest'ultimo, che segna sempre quei sette-otto gol, riusciranno a dare un sostegno importante. Hamsik e' un valore ormai noto. Non dimentichiamoci gente come Santana, Mascara e lo stesso Cristiano Lucarelli. Le due milanesi sono ancora avanti, ma sara' una bella lotta per il terzo posto dove rientra anche la Lazio. Altri rinforzi? C'e' anche il mercato di gennaio, dobbiamo essere obiettivi e fare i conti giusti; per questo motivo cerco fondi all'estero".  
IL PRIMO POMERIGGIO - Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai tifosi a Dimaro prima dell'amichevole col Barletta: "L'Italia rispetto alla Germania è passata a tre posti in Champions ed io intendevo tutelare tutti. Mi sembra tutto nelle mani di un despota intangibile, impalpabile. Berlusconi? No, non è lui. Io ho fatto un tirocinio di sette anni, non ne sapevo nulla, mi sono preso gli sputi a Martina Franca e ne sono orgoglioso, oggi ne rido perchè ho imparato tante cose, che il calcio è una cosa importante perchè ci siete voi tifosi. In Champions siamo in quarta fascia ed è chiaro che se vado a giocare una infrasettimanale contro un Real Madrid, poi una paritetica perchè non mi considero secondo a nessuno, ma vengo da una partita dura, mi può creare frustrazioni nei giocatori per aver pareggiato o perso. Il mio sfogo? Sono stato un cafone a casa mia, non in casa d'altri come ha scritto qualcuno. Ho parlato a favore della lega Italiana, non del Napoli. Quando non capiscono le cose, mi sfuggono, ciò vuol dire che c'è sciatteria, mi 'sfastiriano, come diciamo a Napoli. Non è che diamo fastidio, ma il fatto è che tutti quelli che ci precedono sono passati per Calciopoli. Quella è un'immagine che resta a futura memoria. Abete? Sono stato da lui, dà una dimostrazione di voglia di cambiare. Anche le riserve bisogna poterle portare in panchina. Vedere i giocatori in tribuna in borghese è qualcosa di disdicevole. Gli ho detto l'altro anno del calcio femminile per vedere un San Paolo pieno di donne. Loro mi hanno proposto una sessione amatoriale, io invece voglio 12 squadre professionistiche di serie A. Fallace la Gazzetta che ha scritto in merito cose inesatte. Io gradirei, dopo i risultati eccellenti del mondiale femminile, di vedere donne fantastiche in campo, non bisogna fare differenze perchè un popolo si compone di uomini e donne. I tabelloni? Non dipende da me, l'impianto non è mio, ma del Comune e io non posso fare lavori strutturali per poi montare i tabelloni. Io li ho comprati dalla ditta che ha fatto le Olimpiadi, il massimo che c'è. Diamo il tempo a De Magistris di fare in modo di mettermi in condizione di montarli. Ma poi voi dovete pensare a vincere, che vi frega dei tabelloni. Se tornerà Lavezzi? Torna, torna, lei è una donna (la donna che ha fatto la domanda, ndr) se vuole si faccia fotografare nuda e gli mandi un messaggio: ti aspetto. Torna il 4 agosto, scherzi a parte. I diritti d'immagine? Il procuratore di un calciatore mi ha detto che in Germania non si discutono, si prendono direttamente. Io gli ho risposto: "Allora perché tu vieni a rompermi i coglioni qui in Italia?".
LA MATTINA - Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Dimaro dove ha partecipato alla messa officiata dal Cardinale Crescenzio Sepe. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "La mia sfuriata alla presentazione dei calendari? Io non amo gli scippi, se si crede di poter utilizzare ciò che non ti appartiene, allora io mi metto di traverso. Le tv hanno sfruttato le immagini del Napoli. Una televisione proponeva il mercato degli abbonamenti utilizzando quattro squadre ed inserendo il Napoli come terzo, ma quando un network accetta di negoziare e lo fa, ringraziamo, ma quando ti risponde senza averti avvertito che non ha soldi, io gli dico, perchè non me l'hai detto? Vuoi farti pubblicità e poi paghi altri al posto del Napoli? Allora il Napoli si tira fuori da questa situazione. La Gazzetta dello Sport per 8 settimane ha avallato una cessione di Hamsik rischiando grosso. Anche un programma di calciomercato ha usato Hamsik come copertina e gli ho detto che rischiavano grosso. Stesso discorso per Cavani, dove veniva reclamizzato con la maglia del Napoli anzichè con quella delll'Uruguay. De Laurentiis sembra una persona poco educata solo perchè difende dei diritti". (fonte Napoli Magazine)  

giovedì 28 luglio 2011

Il raziocinio e le regole

Ieri sera tutti hanno assistito all’ennesimo “colpo di testa” del Presidente De Laurentiis. Iniziamo dal principio: nell’intervista fatta al Presidente prima del sorteggio, tra i sorrisini beffardi e gli scambi di parole coperti dalle mani sporche degli altri Presidenti, De Laurentiis ha detto integralmente queste parole “Ho chiesto al Presidente Beretta di tutelare le squadre che devono giocare in Europa e quindi di creargli un calendario ad hoc perché altrimenti se il calcio italiano deve essere un calcio che recuperi una certa potenza ed una certa presenza in Europa non si può creare un campionato ad uso e consumo di nessuno o ad uso e consumo di qualcuno che ha interesse magari di creare degli ostacoli a chi potrebbe creargliene a lui e quindi credo che in passato non si sia usata la cautela nella casa nostra, perché la lega ci si dimentica molto spesso che è la nostra casa, quindi siamo noi che dettiamo i regolamenti e questo secondo me quest’anno credo stia un po’ tornando di moda e forse per la prima volta si sta creando questa moda che poi è la moda della correttezza”.
Analizzando bene si può notare che il Presidente punzecchia fortemente sul “non si può creare un campionato ad uso e consumo di nessuno o ad uso e consumo di qualcuno che ha interesse magari di creare degli ostacoli a chi potrebbe creargliene a lui” ma poi si sofferma sul “la lega ci si dimentica molto spesso che è la nostra casa, quindi siamo noi che dettiamo i regolamenti” e chiude, forse soddisfatto da qualche precedente discorso in lega, sul discorso che lo fa stare sereno “secondo me quest’anno credo stia un po’ tornando di moda e forse per la prima volta si sta creando questa moda che poi è la moda della correttezza
Se si prende poi in analisi lo sfogo finale, tralasciando l’utilizzo di parole colorite che sono le uniche che fanno capire il senso di quel che si sta dicendo, si nota che è strettamente collegato al discorso che ha fatto in principio:

De Laurentiis a Cellino:Abbiamo delle teste di c*** lì
Cellino:Aurelio…… Aurelio
Fassone gli dice qualcosa tipostai calmo
De Laurentiis a Fassone:Non me ne frega un c*** a me
De Laurentiis a Cellino: Voglio ritornare a fare cinema, siete delle mer**
Cellino:Aurelio…

Inseguito dai giornalisti che continuano a chiedergli perché quello sfogo e se era riferito ai calendari:

Giornalista:Si sente preso in giro?
De Laurentiis: E’ l’Italia che si sente presa in giro
Giornalista: Da chi?
De Laurentiis: Lo sapete benissimo…
De Laurentiis: Mi vergogno di essere italiano
Giornalista: La risposta è nel calendario?
De Laurentiis: No no
Giornalista: Perché si vergogna di essere italiano
De Laurentiis: Per la verità mi sono sempre vergognato di essere italiano
De Laurentiis: Non ho voglia di parlare, va bene?

E poi la fuga cinematografica a bordo di un motorino che, pare, sia di uno sconosciuto .

Quello del presidente è sì un comportamento discutibile, ma non mi sembra sbagliato! Ha detto “siete delle merde”, termine forse volgare ma che fa parte del dizionario quotidiano! Probabilmente avrà ormai pieno il sacco e a differenza degli altri 19 presidenti di serie A (forse Zamparini escluso) non ha peli sulla lingua! E’ stufo del marciume che gira intorno alla serie A, del tavolo nel quale si decide lo scudetto! Non vuole scendere a patti e sedersi a quel tavolo, vuole semplicemente che quel tavolo si sciolga e si torni a giocare a calcio, al bel calcio che piace ai tifosi! Le belle partite in cui non ti viene neppure in mente l’idea di un complotto, ma solo la soddisfazione di aver visto una splendida partita! Questo ormai manca da anni! Lui l’aveva chiesto sia qualche giorno fa e sia all’inizio del sorteggio e guarda caso le due milanesi, la lazio e la juve sono capitate proprio prima e dopo la champions! Tutto ciò ti fa saltare i nervi!
Sono anni che De Laurentiis chiede di cambiare alcune regole, chiede di rinnovare il calcio italiano, lo chiede per le società, per il sistema, per il buon gioco, per i tifosi! Il calcio è malato, assistiamo ogni campionato a complotti, partite truccate, favori arbitrali… tutti lo pensano ma nessuno lo dice! Passano gli anni e dopo tempo viene a galla la verità, ma mai si dice che chi urlava, sbottava e faceva delle uscite “cinematografiche” aveva ragione.
In generale si è arrivati ad un punto, nella nostra società, che per ottenere qualcosa bisogna o scendere a compromessi, o urlare e farsi sentire! Aurelio utilizza la seconda opzione, che nel bene o nel male, che piaccia o meno può dare i suoi frutti!

Per tutto questo mi sento di dire: IO STO’ COL PRESIDENTE
Marco Iermano.

Nel caso di riproduzione citare fonte.

mercoledì 27 luglio 2011

Il De Laurentis detto John Nash

Mentre un presidente di una società di calcio, fugge su uno scooter senza casco, inorridito e incazzato, sono certo di una cosa, solo di una, che l'esempio è distruttivo e che sicuramente la percentuale di morti su mezzi a due ruote per assenza di casco, aumenterà.
Orribile prefazione, nefanda, ma sincera.
Le bugie di Beretta sono il vero problema, ma che Aurelio De Laurentis non me ne voglia, ma l'analisi dei calendari da me fatta,
mentre lui scappava commettendo un'infrazione, ha richiesto un tempo importante. Traetene voi le conseguenze.
Non riesco a capire lui come sia riuscito a vedere qualcosa di marcio o conflitto o favoritismi rispetto alle milanesi.


Girone Champions League Giornata 1
13 - 14 settembre

Concomitanza Serie A - 2° giornata
precedente
11 settembre

Cesena - Napoli
Milan - Lazio
Palermo - Inter

Concomitanza Serie A - 3° giornata
successiva
18 settembre

Inter - Roma
Napoli - Milan

Il Napoli delle tre è quella con gli incontri meno complicati.
Girone Champions League Giornata 2
27 - 28 settembre

Concomitanza Serie A - 5° giornata
precedente
25 settembre

Bologna - Inter
Milan - Cesena
Napoli - Fiorentina

Concomitanza Serie A - 6° giornata
successiva
2 ottobre

Inter - Napoli
Juventus - Milan

Il Milan delle tre è quella con gli incontri meno complicati.

Girone Champions League Giornata 3
18 - 19 ottobre

Concomitanza Serie A - 7° giornata
precedente
16 ottobre

Milan - Palermo
Napoli - Parma
Catania - Inter

Concomitanza Serie A - 8° giornata
successiva
23 ottobre

Cagliari - Napoli
Lecce - Milan
Inter - Chievo

Tutte e tre nelle stesse condizioni, forse Inter e Napoli leggermente favorite.

Girone Champions League Giornata 4
1 - 2 novembre

Concomitanza Serie A - 10° giornata
precedente
30 ottobre

Catania - Napoli
Inter - Juventus
Roma - Milan

Concomitanza Serie A - 11° giornata
successiva
6 novembre

Napoli - Juventus
Milan - Catania
Genoa - Inter

Il Napoli ha un leggerissimo vantaggio, come coefficienti di difficoltà.

Girone Champions League Giornata 5
22 - 23 novembre

Concomitanza Serie A - 12° giornata
precedente
20 novembre

Fiorentina - Milan
Napoli - Lazio
Inter - Cagliari

Concomitanza Serie A - 13° giornata
successiva
27 novembre

Atalanta - Napoli
Milan - Chievo
Siena Inter

Inter avvantaggiata.

Girone Champions League Giornata 6
6 - 7 dicembre

Concomitanza Serie A - 14° giornata
precedente
4 dicembre

Genoa - Milan
Napoli - Lecce
Inter - Udinese

Concomitanza Serie A - 15° giornata
successiva
11 dicembre

Novara - Napoli
Inter - Fiorentina
Bologna - Milan

Napoli veramente favorito rispetto alle milanesi
Tensioni emotive importanti, ma chiaramente il senso mediatico di questi interventi è di gusto opinabile.
Buon campionato a tutti.

Domenico Serra

Gokhan Inler sarà il Riccardo Muti dell’orchestra di Mazzarri

E' arrivato il direttore d'orchestra, che al Napoli mancava dai tempi di Antonio Juliano, bacchetta magica di una squadra di allegri campioni e mastini del football, e la musica azzurra è già migliorata ai primi accordi in amichevole. Gokhan Inler, svizzero di un cantone di colline e pianure nel nord-ovest della Confederazione, figlio di genitori turchi, 27 anni, bella presenza, è il Riccardo Muti dell'orchestra di Mazzarri: batte il tempo, sollecita gli assolo di Hamsik e Maggio (prossimamente di Lavezzi e Cavani), comanda l'adagio, l'andante mosso e l'allegro agitato dell'intera squadra. Ha la bacchetta nei piedi. Con Blerim Dzemaili, di origini macedoni, forma la nuova coppia elvetica di centrocampo, novità assoluta nella storia azzurra che di calciatori svizzeri ne contava sinora appena uno, l'indefinibile David Sesa, pagato 18 miliardi nei tempi delle follie napoletane, un piccoletto che si negò ripetutamente al gol e lasciò di sé la definizione di "signor sicuramente", l'avverbio che condiva ripetutamente le sue esternazioni. Rispetto al nostro mitico Totonno Juliano, uno degli ultimi registi del calcio italiano, Inler gioca più indietro nel double-face di soccorritore difensivo e creatore di gioco portandosi venti metri più avanti. Emulo di Guglielmo Tell, scocca spesso la freccia che spacca la mela del gol. Da centrocampista in frack, ha un incedere elegante, il bastone del comando, ha un pallone per capello, piedi buoni i suoi gemelli, molta classe nell'occhiello. Ha l'aspetto trasognato, però vigile e presente, già si sa da dove viene e dove va. L'avrebbe potuto cantare Modugno, lo canta Luca Sepe puntuale chansonnier dei protagonisti azzurri. Con Inler il Napoli fa, come suol dirsi, il salto di qualità. Nel cuore della manovra, non più pazienti maestrini come Pazienza (nomen omen) e un coraggioso e testardo fox terrier come il Mota Gargano, ma un principe del foro che arringa il gioco. Inler è la speranza di un Napoli che cambia passo e autorevolezza in mezzo al campo dove si costruiscono i destini delle partite. L'adesione dello svizzero al progetto azzurro è totale, sentimentale finanche nella cantata gutturale, di timbro elvetico-tedesco, di ‘o surdato ‘nnamurato per essere uno di noi. Mazzarri giostrerà nella scelta della "spalla" pescando dal tris degli incontristi: Dzemaili, Donadel e Gargano che tornerà utile, privarsene sarebbe un errore. Il piccolo guerriero, con un ruolo più ristretto, non più lottatore e regista, ma generoso nel pressing e nel recupero dei palloni, potrà dare ancora un contributo notevole. La Champions richiederà abili turn-over, mentre il campionato impone alla squadra la conferma agli alti livelli, in lotta per le prime posizioni. Inler assicurerà geometria a centrocampo, assist e aperture più rapide e mirate, inserimenti in zona-tiro per spolverare quella conclusione che, al "San Paolo", da avversario, fu un razzo magico. Sarà un Napoli che porterà palla di meno, come usava Gargano spesso privo di soluzioni opportune. I capovolgimenti di fronte avranno in Inler il lanciatore prodigioso che non mancherà di pescare al millimetro l'azzurro in fuga. Se ne gioveranno gli esterni e Lavezzi (e Mannini può tornare utile per spingere sulla fascia destra). Si può sognare un Napoli volante, ben bloccato in difesa che è stata, l'anno scorso, la seconda del campionato. Il modulo resta uguale, l'affiatamento è consolidato, i meccanismi collaudati tanto che i nuovi non hanno trovato difficoltà ad inserirsi.

Fonte: Mimmo Carratelli per Il Napolista

martedì 26 luglio 2011

Il simbolo sportivo in un mondo malato

Un segno della croce cristiana prima di entrare in un campo di calcio simboleggia un riflesso mediatico, un gesto scaramantico o fede autentica? Il successo è un male difficile da gestire, siamo diventati una società di deboli, di drogati, di dipendenti, di infedeli, di mistificatori della santità, di incapaci nella gestione dei sentimenti. Mentre Amy Winehouse crea ferite diseducative più forti del pilotato Breivik, la mia mente chiede aiuto ai racconti della mia nonna Ida, saggia e moderna, che ha ancora addosso fuliggine e sangue dei morti della seconda guerra mondiale. Sostiene che il male torni ad essere presente, come un incubo dimenticato, come un vortice distruttivo. Purtroppo voi penserete quanto possa c'entrare il calcio. Il calcio non si è fermato quasi mai, nemmeno sotto le bombe. Oggi è anche peggio, insegna più di un libro, perché può arrivare a chiunque, non è più uno sport è un simbolo, un modello di vita, un modo per individuare un esempio, soprattutto per giovanissimi. Il calcio è una filosofia, un modo per non pensare al precariato, al dolore, alla sofferenza, alla monnezza, alla morte.
Ricordo quando Paul Gascoigne arrivò in Italia, alla sua prima partita interruppe una azione offensiva fermando il pallone con le mani, lo bloccò come se fosse un portiere, questo perché un avversario era a terra infortunato. Ora leggo di suoi vizi indecenti, di una aggressività disarmante e di conseguenze disastrose per se stesso e per chil'ha amato.
E ricordo Zinedine Zidane, squallido esempio per milioni di persone, un uomo capace di distruggere una carriera in un secondo. O il positivo simbolo di Legrottaglie e la sua fede e castità capaci di trasformarlo in un alieno.
La verità è che Dio sceglie la strada del successo e la dona a chi crede possa meritarla, ma poi lascia la possibilità di autogestirsi, d'essere liberi, di sfidare la sofferenza per quando eclisserà. Perché il successo dura poco, soprattutto se non lo sai gestire.
Penso alle parole di Edinson Cavani dopo la vittoria in coppa America, il suo illuminante Uruguay sul tetto del mondo, lo scettro vincente di un continente pieno di problemi e lui? Lui saluta la città di Napoli, con un sorriso genuino, puro, idilliaco, di un ragazzino divenuto padre da poco tempo, padre di un napoletano.
Vorrei che i giovani si identificassero in lui, vorrei che diventasse un modello da imitare, pur non essendo radicalmente convinto delle teorie degli Evengelici Pentecostali. Ma spesso si segue un idioma volgare, xenofobo, aggressivo, capace di andare perfino oltre al talento espresso in campo. Sono convinto che il calcio possa essere un modello di speranza e cultura, in un mondo che è completamente malato dell'incapacità di gestire i sentimenti, figuriamoci il potere economico-mediatico. Edison Cavani può diventare il simbolo che questa città non ha mai ricercato o forse ha cercato in uomini immensamente fragili; per adesso almeno speriamo, che non smetta di gonfiare le reti... Auguri Matador.

Domenico Serra

lunedì 25 luglio 2011

Mazzarri: "Difficile ripetersi. Top player determinanti. Dobbiamo passare il turno Champions"

Il simbolo del Napoli 2011-2012, la maschera da leone di Inler, è appesa in uno stand che accoglie il fiume di tifosi che arriva fino in Trentino per vedere la squadra che dai tempi di Maradona sta per tornare in Champions League. Hanno offerto anche mille euro, ma il simbolo non è in vendita e magari finirà in un'asta di beneficenza. Aurelio De Laurentiis, dopo aver investito ben 37 milioni in acquisti, cavalca la tigre, mentre Walter Mazzarri è così carico che sembra che il campionato debba cominciare stasera. Tra i due c'erano state pericolose scintille.


Come si lavora, Mazzarri, con questa pressione addosso?
"Non è un problema, è un'energia positiva. Per me che di pressioni vivo, Napoli è il massimo. Anche se l'anno sarà ovviamente difficilissimo. Spero si consideri quello che abbiamo fatto negli ultimi 2 anni, andando oltre le migliori aspettative. E' dura essere sempre straordinari, e vorrei anche avvertire che due anni così, l'ultimo col terzo posto e la conquista della Champions, non è proprio obbligatorio rifarli".
E col presidente come va adesso?
"Bene. Il rafforzamento è stato nei programmi, la rosa è nei parametri stabiliti dal presidente. Lui vuole giustamente che il Napoli cresca. Siamo d'accordo, vorremmo che nel tempo il Napoli si inserisca stabilmente al primo livello dei grandi club: Inter, Milan, Juve, Roma e così via. Ma attenzione, ci vuole tempo, lavoro, investimenti".
Perché il Napoli dov'è ora?
"Il Napoli viene dal livello di Fiorentina, Lazio, Udinese e così via. Sono 7 anni che De Laurentiis è presidente del Napoli, ci vuole tempo prima di affiancare club che vincono da 50 anni".
Comunque De Laurentiis fa anche un po' da parafulmine, no?
"Forse. Ma io ho una visione rigorosa dei ruoli in un club, lui ha le sue responsabilità da presidente, io quelle tecniche. E un allenatore non lo si giudica solo dai risultati, ma anche sulle cose fatte rispetto ai programmi, alla griglia di partenza e alle potenzialità della squadra".
Dunque si parte dal terzo posto in su.
"Ecco il classico discorso di tutti: il Napoli è arrivato terzo, ha preso Inler, Dzemaili, Donadel, Santana, Britos e così via, per cui ora deve fare di più. Ma non è il mercato l'unico metro di giudizio, ce ne sono tanti, se voi guardate gli acquisti, e dunque i soldi, allora guardate anche le classifiche degli ingaggi. Nove volte su dieci vince la squadra che ha i giocatori più forti e più riconosciuti. E più pagati".
E' un discorso un po' crudo.
"E' il concetto di top player nel calcio di oggi. Scusate ma Ibrahimovic guadagna tanto per caso? Sono tutti così scemi da dargli tutti quei soldi? Dove va vince scudetti, e lo posso dire anche per Eto'o, Seedorf e altri. Il top player al grande rendimento personale accosta il grande risultato per il club. Poi ci sono quelli che si credono top player e non lo sono, e di più non dico".
Cosa fare e cosa non rifare dello scorso anno?
"Potrei dire "rifare" tutto e basta. Ma ovviamente non "rifarei" tutte le sconfitte. Le vivo male e penso sempre che avrei potuto fare qualcosa di diverso. Perdemmo due volte col Chievo, per dire. La gestione con la Coppa fu dura, il ko di San Siro col Milan arrivò dopo aver perso col Villarreal. Giocammo bene in Spagna, ma ci criticarono. Ecco come si ragiona in Italia".
Ora c'è addirittura la Champions.
"Come tempi si gestisce meglio ma la difficoltà per noi è altissima. Faremo tutto per passare il primo turno. Conto su 22 giocatori in rosa, numericamente siamo ok, ci sarà turn over. L'ideale per un allenatore sono 22 alla pari, per alternarli perfettamente, anche 11 in campionato e 11 in Champions: se non succede è perché il livello non è mai uniforme. Ma questa è teoria".
E' stata l'estate di Hamsik, ne risentirà?
"No. Ha grande testa, non è un egoista, sa che il bene del Napoli è il suo. Un po' di pubblicità se l'è anche meritata".
La Coppa America vi ha dato o vi ha tolto qualcosa?
"Con Cavani e Gargano, più Lavezzi e Zuniga? Credo tolto. Dopo una stagione così Cavani avrebbe avuto bisogno di riposo. Più che delle condizioni fisiche mi preoccupo di quelle psicologiche, per un attaccante riflesso, freschezza, istinto sono vitali. Puoi star bene fisicamente ma magari aver perso quello".
Il vostro modulo, 3-4-3 o 3-5-2, è contagioso: ora c'è anche l'Inter.
"Il Napoli è stato studiato su riviste specializzate inglesi, quelli che hanno inventato il football voglio dire. C'erano certi santoni secondo cui esiste solo altro e disprezzavano questa impostazione. C'è voluto tempo per far capire che non è per difendersi meglio, ma anzi per attaccare e giocare di più. La differenza la fanno i movimenti, non gli schemi. Io ho dimostrato nel tempo quello che so fare. Questo mestiere ce l'ho nel sangue, da oltre 30 anni vivo di calcio e da 11 alleno, e su queste cose mi scaldo: gli schemi che non vanno sono quelli con cui si viene giudicati".
Le novità sono Conte e Gasperini.
"E sono contento perché sono allenatori italiani, se lo meritano. L'esterofilia su certe cose non la condivido".
Va anche il coach alla moda.
"Le società scelgono e rischiano, responsabilità loro. Io una società non ce l'ho, ma se l'avessi, essendo un maniaco dei particolari, prenderei i curriculum di quelli che mi interessano, li guarderei, li studierei e non mi farei incantare da chiacchiere e mode".

La Repubblica

Napoli - Hamsik il caso è "chiuso".

Otto giorni di emozioni estreme, in campo e fuori, vissuti da protagonista assoluto. Gol a parte, peraltro sfiorato più volte nell’esordio stagionale con i dilettanti del Trentino Team, Marek Hamsik non si sta facendo mancare nulla. Prima ha saltato con i tifosi, sbarrando definitivamente la porta alle lunsinghe del Milan; poi ha dato il massimo in tutti gli allenamenti, dimostrando coi fatti di aver ritrovato le motivazioni giuste, dopo una lunga estate d’incertezza; infine ha baciato la maglia azzurra, con un gesto simbolico che vale più di tante parole (minuto 5). Il centrocampista slovacco si è ripreso il Napoli e non perde occasione per dimostrarlo. Sempre col sorriso stampato sul volto. Mister X non c’è più: è questa la migliore novità che filtra dal ritiro azzurro. Al suo posto c’è il dottor Hamsik: in forma, felice e al centro del progetto Napoli, da cui per un po’ aveva rischiato sul serio di allontanarsi. La minaccia è stata concreta, anche se adesso la paura è passata. «Ho parlato con Marek: resta con noi al mille per mille», ha potuto annunciare Walter Mazzarri, dopo aver concluso con un bel sospiro di sollievo la sua chiacchierata — a cuore aperto — con lo slovacco. «E’ pronto a dare il massimo e gli farà bene restare con noi. In maglia azzurra avrà la possibilità di crescere ancora». Molto sollevati pure i compagni di squadra, che hanno riaccolto a braccia aperte uno dei leader dello spogliatoio. «Hai fatto la scelta giusta».

Fondamentale il pressing sul calciatore di De Laurentiis, che ha coccolato il centrocampista («Sei l’unico davvero insostituibile») e ha avuto il merito da parte sua di chiudere la porta al Milan. Oscuro il lavoro del ds Bigon, che invece ha fatto leva sulla stima personale. «Abbiamo a che fare con un ragazzo unico: educato e serio, il figlio che ogni mamma vorrebbe avere». Il Napoli ha riconquistato Hamsik circondandolo di stima e affetto. Ma la spinta più importante, per convincere lo slovacco a rimanere in maglia azzurra (e a rinunciare ai milioni in più offerti dal Milan), è stata quella dei tifosi. Gli 8 giorni di ritiro trascorsi tra i monti del Trentino, per Marekiaro, si sono trasformati in un meritatissimo trionfo personale. Cori e applausi anche nel corso della partita a campo ridotto di ieri, a Dimaro, con a bordo campo la gigantografia del centrocampista e il solito ritornello ritmato dalla tribuna: «Chi non salta rossonero è». Stavolta, però, Marek non ha avuto bisogno di partecipare ai balletti. La questione mercato è chiusa e il suo punto di vista è ormai noto. «Voglio bene ai napoletani e qui mi sento felice». Meglio una doppietta in allenamento, allora, in attesa di lasciare il segno negli appuntamenti che verranno. Hamsik, adesso, ha in testa solo la grande sfida della Champions, che giocherà con la maglia del Napoli. Il Milan può attendere, nonostante i contatti allacciati col nuovo manager dello slovacco, Mino Raiola. Impotente anche lui, travolto da una valanga di affetto azzurro, che ha convinto il centrocampista a restare. E oggi la campagna abbonamenti può partire con una certezza: Marek c’è.

Marco Azzi
la Repubblica Napoli

Il calciatore di punizioni

“Ad ogni punizione dal limite io torno bambino, quando nei tornei di calciotto facevamo entrare un celebre Roberto detto “Ong Heng”, solo per calciare le punizioni. Era bravissimo. Poi ritornava in panchina, dopo una esultanza pletorica nostra e una sua moderata alla Gabriel Batistuta e noi ritornavamo a giocare, sperando in un nuovo fallo dal limite”. [cit.]
Spodestato da pensieri arcaici, divisi tra i lontani Gianfranco Zola e Diego Armando Maradona, torno al passato prossimo di Andrè Cruz, Benito Carbone e il trascurato Roberto De Zerbi. Osservo commenti tecnici, interviste di illustri esperti di sport, previsioni di formazione dopo spumeggianti o moderati acquisti, ma il dubbio resta.
Il concetto calcistico del calcio piazzato, in questa città, forse è stato dimenticato. Forse i guizzi del Pocho, la diligenza di Marek, le follie sovraumane di Edison, ci fanno dimenticare ad ogni interruzione di gioco, cosa sia un calcio piazzato. Forse tutti immaginiamo che solo perché abbiamo in squadra un uruguaiano capriccioso, sia autorizzato a batterle, come se il popolo napoletano, tifosi, allenatore e calciatori, stiano accontentando un bambino.
La voce di Auriemma che urla alla radio il nome di Cruz, è ancora lapalissiano presente, mentre oggi affondiamo in un concetto enigmatico e distruttivo: “chi calcerà le punizioni nel Napoli del 2011-2012?”. Avremo sempre una situazione surreale nei minuti di recupero, una gestione di gioco a ritmi da zona Cesarini, o qualcuno capirà che in queste condizioni non abbiamo speranze di signorili traguardi?
Ad oggi abbiamo da sinistra il tiro di forza di Inler, ambidestro, e quello a giro di Lavezzi, anche perché Hamsik proprio non ha quel colpo.
La situazione da destra è sicuramente peggiore. L’unico sinistro di ruolo è Dossena, abile di potenza (mai sfruttato) e un Ruiz a giro, che promette veramente bene, anche se non parte più titolare.
Non ritenete sia poco? Resto intriso di razionale instabilità emotiva, alterno momenti di gioia quando il Napoli esprime il suo calcio spumeggiante, ad attimi dove una interruzione di gioco non può produrre risultati soddisfacenti per qualità poco più che decenti.
Spero in una soluzione e che Walter la trovi, perché il limite immenso del tiro da fuori oggi sembra colmato, quello da calcio da fermo torna ad essere un incubo che spero possa essere arginato, anche perché le partite più importanti, si risolvono dai 25 metri, con una occasione, con un fallo ben speso, condizionando un campionato, assegnando perfino uno scudetto. Anche se in Italia l’assegnazione di scudetti ha una storia a se…
Speriamo bene Walter, Mazzarri ovviamente…

Domenico Serra

domenica 24 luglio 2011

"Non ho mai detto che Messi è un cretino"

Il presidente Aurelio De Laurentiis nell'ambito di un'intervista alla radio del Mundo Deportivo ha parlato dell'attaccante argentino Lionel Messi.
"Considero Messi un campione, un ragazzo dalle qualità umane e professionali indiscutibili. Se fosse possibile lo adotterei come figlio. Non mi sarei mai permesso di offenderlo, piuttosto mi dispiace che il calciatore in nazionale giochi in un ruolo non suo e con un modulo diverso. Così, a mio avviso, lo si espone a brutte figure. Mai detto che Messi è un cretino, semmai la mia battuta è stata: gli fanno fare la figura del cretino. Evidentemente le mie parole sono state male interpretate. Resta la mia stima assoluta sia per un ragazzo che per arrivare a certi livelli nel calcio ha superato anche tantissime difficoltà, sia per il club nel quale gioca, il Barcellona, che rappresenta il top club del calcio mondiale".
fonte:sscnapoli.it

sabato 23 luglio 2011

NAPOLI-RAPPRESENTATIVA TRENTINO: 6-0

Il Napoli si è imposto per 6-0 contro la Rappresentativa Trentino. Di Mascara e Maggio i primi gol del precampionato azzurro. L'ex catanese ha segnato di testa, al ventesimo, su assist di Santana. Maggio ha invece realizzato al ventottesimo con una mezza rovesciata, su passaggio vincente proprio di Mascara. Entrambe le reti sono originate da calci d'angolo battuti da Hamsik. Circa cinquecento i tifosi presenti al campo sportivo di Dimaro. Nella ripresa subito in gol (46') Lucarelli, di testa, su cross di Mannini dalla destra. Al 49' arriva la quarta rete, questa volta ad opera di Bogliacino. Al 67' Lucarelli di nuovo in gol, su rigore, per un fallo su Cigarini. Al 72' è Cigarini ad andare in rete, su sponda di Lucarelli. A fine gara Mazzarri si è detto soddisfatto e ha sottolineato l'ottima prestazione dei neo-acquisti.


I VOTI DI NAPOLI MAGAZINE

NAPOLI 1° TEMPO (3-4-2-1): De Sanctis 6; Fernandez 6.5, Cannavaro 6.5, Ruiz 6; Maggio 7, Donadel 6.5, Inler 7, Dossena 6; Santana 6.5, Hamsik 6.5; Mascara 7.

NAPOLI 2° TEMPO (3-4-2-1): Rosati 6; Grava 6.5, Rinaudo 6, Britos 6; Mannini 6.5, Cigarini 6.5, Dzemaili 6, Aronica 6; Bogliacino 6.5, Dezi 6; Lucarelli 7.

venerdì 22 luglio 2011

Il punto di Orlando Sannino:Perchè non puntare su Abel Hernandez..

Se andrà via Lavezzi ci dispiacerebbe,ma lo saluteremo e lo ringrazieremo per questi 4 anni fantastici trascorsi con noi..
Se si presentasse a 2-3 giorni che si chiude il mercato un Manchester City, o una qualsiasi squadra con 32 milioni per portare il Pocho via da Napoli, e lui accetterebbe, non avremmo con chi sostituirlo..
Io consiglio Abel Hernandez nazionalità uruguaiana,attaccante del Palermo classe 1990, ha solo 20 anni.
È una seconda punta. Mancino e dal fisico esile, è molto veloce, tecnico con entrambi i piedi, dotato di uno scatto esplosivo, di astuzia, del senso del gol e di precisione sotto rete,bravo di testa e molto freddo sotto porta.
Abel Hernandez è un mio pupillo,e mi piacerebbe acquistarlo anche se lavezzi resta.
Orlando Sannino.

De Laurentiis: «Jovetic è soltanto una mia idea»

DIMARO, 22 luglio - De Laurentiis a tutto campo. Il presidente azzurro prima della conferenza stampa si è intrattenuto circa un'ora tra le centinaia di tifosi che hanno seguito l'allenamento del Napoli: è salito dal campo fin su alla tribunetta per un inedito filo diretto tra la gente durante il quale ha risposto alle tante domande toccando tutti gli argomenti, dallo stadio, al mercato fino agli aspetti strettamente tecnici, fra l'entusiasmo generale.

Inevitabile la domanda su Jovetic: «E' solo una mia idea. Mazzarri mi ha sempre detto che vuole una rosa di 22 giocatori. Io gli avevo chiesto se voleva anche Vidal, lui ha carta bianca». Duro ancora su Cavani: «Dagli esami è venuto fuori che il problema si sta riassorbendo. Se però dovesse giocare in finale, potrebbe avere una ricaduta. In quel caso siamo pronti a fare causa all'Uruguay per risarcimento danni». Su Lavezzi ha poi spiegato:  «Lavezzi è un poeta del pallone, scapigliato. Ce ne sono stati tanti nel calcio, io l'ho lasciato tranquillo durante la Coppa America». Sul mercato in uscita: «Bisogna stare attenti a non fare errori di valutazione, i giocatori sono nostri patrimoni e non vanno svenduti».

Il presidente poi ha parlato con la stampa della crescita azzurra: «La squadra ha fatto il salto di qualità perché abbiamo portato linfa nuova sia al centrocampo che alla difesa. Adesso diamo il tempo ai nuovi arrivati di entrare nel DNA di Mazzarri ed acquisire la mentalità del gruppo. Mazzarri è stato il mio primo grande acquisto. Quando due anni fa tutti facevano il toto-allenatore, sentivo tanti nomi ma sorridevo sotto i baffi perché io avevo già un accordo con Mazzarri. E lui è stato molto bravo e serio a non rivelarlo. Io vorrei portare con l'allenatore un discorso che vada avanti negli anni per prefiggerci gradualmente determinati obiettivi, sia in Italia che in campo internazionale». E qual è l'obiettivo di questa stagione? «Possibilmente migliorarsi. Noi abbiamo avviato un processo di crescita che ci ha portato a questi livelli. E' chiaro che anche altre squadre si rinforzeranno, quindi a fine mercato potremmo già stilare una prima analisi per un bilancio preventivo. Di certo quest'anno mi piacerebbe tanto andare avanti in Champions League...».


Fonte: Il Corriere Dello Sport

Il campione senza guanti

Cos'è un campione, questione inesigibile. L'irriverente cresta è l'argomento quotidiano. E' presente tra i sorsi di caffè al bar, a pranzo in un ristorante con colleghi e cameriere ormai mutati in ferrati opinionisti, dal mio calvo barbiere esperto di un nuovo taglio richiesto da tutti i bimbi, nei discorsi tra liberi professionisti in genere riservati, così come tra gli operai che sostituiscono l'insegna di un ristorante fallito dopo tre mesi di attività. Perché c'è la crisi. Siamo nelle mani di puttanieri mediatici, aimè, incompetenti e impegnati ad imitare Caronte per sguazzare nell'oro della loro ignoranza alla Paperon de Paperoni. Ringraziamo Mino per aver donato Marek al Brescia e chiudiamo questa inutile parentesi.
Cos'è veramente un campione, mi chiedo. E' un uomo che crea equilibrio dinanzi a se, nello spogliatoio, nelle dichiarazioni ufficiali e alla sua solida difesa. E' colui che riesce a gestire offese irriverenti senza fuggire ad Udine, non come i suoi ex compagni di reparto così propensi ad esultanze rabbiose nei "derby" personali contro le loro ex squadre..
Un campione è uno che lascia Cagliari all'epinicio della sua carriera, per galleggiare su pozzanghere e buche rattoppate di campi senza un filo d'erba, nel baratro di una serie C stomachevole.
Un campione costruisce, non distrugge, nemmeno dalle sue slovacche mura domestiche.
Un campione, se può, calcia le punizioni e quando è il momento di ritirarsi lo fa a testa bassa, da una piccola porticina di servizio, come Antonio Careca, quasi per non recare fastidio, senza fare rumore. E' uno che accetta la panchina anche nei suoi migliori momenti o quando arriva un sostituto che d'impatto non sembra all'altezza, di impatto...
"Un guanto precipitò da una mano desiderata, a toccare il pavimento del mondo in una pista affollata", comincia a cantare un certo De Gregori. L'altro forse è nelle mani del buon Rosati. Grazie a Gennaro Iezzo, un talentuoso campione di Castellammare e da quelle parti, ne abbiamo visti pochi.

Domenico Serra.

giovedì 21 luglio 2011

Il confine tra calcio e goliardìa.

Ricordo con piacere un calciatore di nome Andrea Mandorlini, avversario del mio grande Napoli, diligente, serio, professionale e preciso costruttore di tatticismo dimenticato.
La professione di allenatore si studia a Coverciano, anche se alcuni valenti palleggiatori, riescono a ridurre surrealmente il tempo trascorso sui libri, riuscendo a prendere il patentino in poche ore. Problema comune in questo paese. Un allenatore deve studiare sociologia, psicologia, tecniche di comunicazione, regolamenti tattici e educazione fisica e tanto altro, ma non educazione civica, quella la insegnavano alle scuole elementari.
Il "ti amo terrone", mi stupisce, non tanto per le accuse al concetto latifondistico fatto al popolo salernitano, o le offese ad un'azienda che ha appena dichiarato fallimento, ma per la attribuzione di atto goliardico, come se ci si trovasse in un'osteria.
La goliardìa è un'altra cosa, come il "non essere razzisti con la gente del sud", frase chiarificatrice di potere mediatico ancora peggiore. Il ricordo di Mboma o di Apolloni, mi fa venire i brividi.
Mandorlini conosce poco l'italiano, sembra evidente. Chissà se conosce la storia della sua Ravenna, se ha solo osservato la tomba di Dante, quando torna dalle sue parti, o ha perfino abbozzatto una superficiale lettura di un riassuntino de: "La Divina Commedia", da qualche quadernino di un nipote.
Verona è una città d'illuminazione linguistica, musa ispiratrice dantesca, il Mandorlini ne sembra parte, storicamente e culturalmente coinvolto.
La sua più che goliardia sembra seminazione di discordia, che il suo Dante, nell'ottavo cerchio, punisce con mutilazioni strazianti a colpi di spada, con ferite che si rimarginano prima di venire di nuovo aperte dai diavoli. Sto divagando.
Il fenomeno filo-nazista nella città di Verona è dilaniante, il confine col calcio non è mai esistito, ma non è questo da condannare, ma l'istigazione xenofoba di gente che ha studiato poco e oggi si ritrova a fare proclami di chioschetti a giocatori come Domenico Maietta, calabrese di stirpe o a ivoriani signori allibiti e increduli. E' una città divisa perfino calcisticamente, tra Chievo e Hellas, quest'ultima capace di consegnarci uno scudetto e di conservare nel suo nome l'etnìa fondatrice del pensiero occidentale, la Magna Grecia che con Verona c'entra pochissimo.
Alcuni zoologi, sostengono che i calciatori debbano essere dotati solo del cervelletto, perché, tanto, le attività pensanti sono quasi del tutto assenti. Ne abbiamo avuto prova a Verona, anche se succede in tutti gli stadi, bisogna ricordarlo. Oggi i tempi sono cambiati, i mezzi comunicativi portano conseguenze pericolose, essere veicoli di violenza e di razzismo distrugge il senso dello sport, che è unione e aggregazione. "Troisième mi-temps", direbbero i francesi per finirla qui, quella buffonata di trenta secondi dopo una partita di calcio, che, nel Rugby, è un incontro tra squadre, famiglie e spesso tifoserie, fatte di lunghe cene e feste, fatte di gioco e goliardìa, quella che nel calcio non esiste. Ditelo a Mandorlini.

Domenico Serra

Non posso far altro che i complimenti a Domenico che con queste parole ha dato una bella risposta ad Andrea Mandorlini.

CDS - De Laurentiis: "Uruguay, attento con Cavani Mai avuto dubbi su Hamsik»

Il presidente protagonista nel ritiro in Trentino. Inler: «Voglio vincere con questa maglia»

DIMARO ( Trento) - « Ho detto ai medici dell'Uruguay di stare atten­ti con Cavani perchè se si infortuna di nuovo gli faccio causa. Anzi, li ammazzo. Noi non scherziamo e neanche loro devono scherzare con la salute dei calciatori » . De Lau­rentiis si confessa nello spiazzo an­tistante la malga Dimaro dove gli amministratori della località che ospita il Napoli in ritiro lo hanno in­vitato a pranzo. Si sofferma anche su Lavezzi: « Lo vedremo riapparire presto. Lavezzi è uno che ama la vi­ta e a Napoli c'è vita. Poi, noi non tratteniamo nessuno. Con gli altri giocatori possiamo imporre la forza contrattuale, con Lavezzi no. Se lui decide di andare altrove e c'è qual­cuno che paga la clausola di 32 mi­lioni di euro, va via. Ma io vorrei ve­derli tutti questi contatti e questi soldi. Stiamo aspettando anche se non credo ci sia un club disposto a sostenere una cifra simile. I tempi non lo consentono » .

Ma c'è anche la spina-Gargano. Il «mota», finalista con l'Uruguay nel­la Coppa America, è ancora tra i so­spesi: « Gargano è una persona cara - dice il presidente -Con una sua vivacità interiore. E' un'anima libe­ra. Ha rispetto per Mazzarri e i suoi compagni. Credo che possa dare di più rispetto a quanto dato fino a og­gi. Anche se dovesse andare altro­ve, farà bene. Ora vediamo quali sono le sue intenzioni» .
 E cosa commentare al saltello di Hamsik al coro dei tifosi «chi non salta è rossonero?». Commenta De Laurentiis: «Non avevo dubbi. Ma­rek è un ragazzo serio, risoluto. Probabilmente è stato educato con chi si era fatto avanti con lui, sen­za pensare che avrebbe potuto creare del disamore con i propri ti­fosi. Poi i media vi hanno messo del loro. Manovre? Non posso dirlo. Ma resta con noi ed è quello che conta» .

Otto giocatori nuovi, oltre alla conferma di Lucarelli ( ieri hanno risolto il contratto Bucchi e Amo­dio, mentre Dumitru è andato in prestito all'Empoli), chi altro po­trebbe arrivare? De Laurentiis è ca­tegorico. «Io lavoro in sintonia con Mazzarri, se non mi chiede altro, non mi avventuro. Anzi, mi verreb­be voglia di acquistare ma lui mi fa: "attenzione che poi non lo potrò far giocare e lo mando in tribuna". E poi, c'è sempre gennaio per interve­nire,no?» .

FESTA IN SERATA -Giornata moviment­ata, ieri, a Dimaro: dopo la visita di Iachini, del procuratore di Inler, Dino Lamberti («Gokhan è entusia­sta di essere qui» ) , di Damiano Tommasi dell'Aic, degli ispettori antidoping, c'è stata la festa in sera­ta che ha fatto seguito alla presen­tazione del libro di Enrico Varriale «Napoli 8 e 1/2». Sul palco, De Lau­rentiis in veste di mattatore e pre­sentatore della maglia da trasferta(grigia con colletto azzurro). Sfila­ta dei calciatori (Mazzarri è rima­sto in albergo), uno per volta, e una battuta per ognuno che hanno sca­tenato l'entusiasmo della piazza. Ovviamente i più applauditi, Ham­sik, Inler ( «con questa maglia vo­gliamo vincere»), Cannavaro e tut­ti gli altri. Le tre maglie saranno usate anche in Champions ma sen­za il secondo sponsor e con il sim­bolo della Champions sul braccio. Infine ha provveduto Guido Lembo con la sua chitarra a chiudere la se­rata con il suo repertorio e non po­teva mancare, «‘ o surdato ‘ nnam­murato» con il coro dei mille tifosi presenti in piazza.

Fonte: Il Corriere dello Sport

mercoledì 20 luglio 2011

Charles Foster Raiola

Mistificazioni linguistiche, demonizzazioni mediatiche, demagogiche reazioni presidenziali, preziosi assist di giornalisti, anni bui, tremendamente bui.
Non credo di poter condannare Aurelio De Laurentis, ha reagito come non hanno reagito i proprietari di Emerson, Balotelli, Ibrahimovic e d’altri; non credo di poter condannare Gianluca Monti, non per le sue evidenti qualità, né per il suo condizionamento emotivo durante la presentazione, ma perché il 26 maggio scorso lo stesso Presidente, descrisse la sua società come una gioielleria e che qualora ci fosse stato un interesse, avrebbe gradito una comunicazione diretta col Presidente del Consiglio.
Certo, mi sarei preoccupato di domandargli quale porzione di campo percorrere, come colmare la distanza tra i reparti più ampia di quella tra Pinzi e Asamoah, i difficilissimi movimenti orizzontali che Mazzarri chiede o dell’assumersi responsabilità di battere i calci di punizione, ma avrebbe fatto sicuramente meno effetto.
Ma siamo tutti tifosi e non tutti giornalisti.
L’arroganza non paga, le parole restano scritte, il loro peso è frammentato e distruttivo. Gli attacchi ad Hamsik sono manipolati, così come le risposte pacchiane di un discutibile stile presidenziale, orfano di un Marino concettualmente superato, ma capace di conservare rapporti con la stampa.
Mentre Murdoch chiude giornali, qui c’è gente che dall’esterno li manipola, quella reazione da napoletano Presidente, ad un napoletano della Gazzetta, è una scheggia di protezione del proprio patrimonio, depauperato da interviste finte, condizionamenti emotivi, titoli su testate irrispettose.
La verità è un'altra, che la presentazione di Inler ha spostato equilibri calcistici stantii, come quando Ferlaino comprava a Barcellona, come quando l'Hellas Verona consegnava gli scudetti alla s.s.c. Napoli, ma questo non ha spostato equilibri mediatici. Stamane litigi e odio ovunque, nei forum, nei bar, sui siti, sui social network, tra colleghi ed estranei, anche della stessa nazione, regione, quartiere, pianerottolo.
Proprio questo non doveva accadere, hanno parlato e scritto tutti, tranne la Gazzetta dello Sport, che affonda la sua vergogna non potendo negare la realtà di un paese ad personam.
Siamo ai titoli di coda, lo slovacco dal pronunciato dente avvelenato, è molto lontano da una riconferma, forse Rudolf Jozef Krol, non avrebbe fatto certe dichiarazioni. Aimè, ci sono cascato anche io.
Aurelio reagisce come un Pastore di un gregge derubato, spodestando un signore mascherato, signorile e regale, per far spazio indirettamente a Raiola e alle sue operazioni furtive e criminali; Monti reagisce cadendo nello stesso tranello del parlare d’altri e di convincerli a non andare via; il pubblico litiga perché si sente diviso; quando forse bastava chiedere a Gokhan, il perché avesse scelto un’azienda pulita nella città più bella del mondo.

Lettera scritta da: Domenico Serra.

martedì 19 luglio 2011

Sembra Hamsik, si chiama Inler

DIMARO (Trento) - E' bastato cono­scersi, dividere la camera un paio di giorni per entrare subito in sintonia, stringere amicizia, giurare fedeltà al Napoli. Inler ed Hamsik hanno sco­perto di avere tante cose in comune: l'attaccamento al lavoro, il culto del fisico, l'aspirazione a raggiungere qualche traguardo importante. Ed in campo, queste affinità si sono tramu­tate in scambi in rapidità, sovrappo­sizioni, dialoghi continui tra i due. Chissà che Mazzarri non abbia stu­diato apposta l'abbinamento in ca­mera dei due. Anche Inler è piuttosto taciturno ed anche lo svizzero è un perfezionista per quanto riguarda la cura del proprio corpo e l'esecuzione delle esercitazioni atletiche. Si alle­nano con il sorriso sulle labbra, pro­prio quello che chiede il tecnico ai suoi.

Gokhan è diventato già un benia­mino dei tifosi che stanno affluendo a Dimaro in misura sempre più sor­prendente. In tribuna è comparsa una bandierina svizzera insieme a quella azzurra. L'ha esposta un na­poletano emigrato a Ginevra che ogni estate ama vivere alcuni giorni accanto ai suoi beniamini. « Inler è un professionista inappuntabile ma

vi raccomando Dzemaili» , diceva ie­ri. Anche l'altro svizzero che si sta cimentando al fianco di Inler in cabi­na di regia si sta applicando molto durante le esercitazioni volute da Mazzarri. Insieme del resto formano anche la coppia di centrali della na­zionale elvetica.

AL LAVORO -Il Napoli sta lavorando di più sul possesso palla e con vertica­lizzazioni improvvise rispetto allo scorso anno. La crescita del tasso qualitativo del gruppo consente a Mazzarri di diversificare qualcosa nelle due fasi di gioco: meno frenesia in quella difensiva, più raziocinio edimprevedibilità nelle ripartenze.

Primo e leggero infortunio stagio­nale nel Napoli. E' capitato a Cam­pagnaro che ha accusato un dolenzia alla regione addominale. Ancora po­chi gol nella partitella in famiglia, segno di grande equilibrio tra le for­mazioni schierate da Mazzarri. Ieri hanno vinto quelli in giallo, con reti di Santana e Lucarelli, quest'ultimo di testa su cross di Dossena.

Poi, per chiudere la giornata, cor­se nei boschi ma in un posto inacces­sibile ai curiosi e tenuto in gran se­greto.


Fonte: Corriere dello Sport

lunedì 18 luglio 2011

Mazzarri: "Mai avuto una squadra così forte. Hamsik resta, Gargano deve avere le giuste motivazioni. L'attacco? Con Lucarelli siamo a posto"

"L'anno scorso ho detto che non avevo mai avuto una rosa cosi' forte. Quest'anno ne ho una e' ancora piu' competitiva". Walter Mazzarri e' pronto a ripartire con un Napoli ancora piu' forte. La formazione partenopea e' chiamata a confermarsi dopo lo strepitoso campionato 2010-2011 chiuso al terzo posto.
"Non parlo di obiettivi, lo sapete. Dove possiamo arrivare non lo so, ma posso garantire una cosa ai tifosi: diro' ai ragazzi di dare sempre il massimo in campo per cercare di arrivare quanto piu' in alto sara' possibile", dice il tecnico toscano nel ritiro di Dimaro. "Cosi' come ho fatto in questi due anni, voglio dalla squadra la convinzione di potercela giocare contro chiunque. Nei miei intenti c'e' sempre quello di strabiliare, ma questo lo potra' dire solo il campo", aggiunge.
La societa' e' stata molto attiva sul mercato. "Sono contento della campagna acquisti, ho avuto i rinforzi giusti in breve tempo. Questa squadra ha gia' una sua anima definita ed ora i nuovi arrivati entreranno nello spirito che ha il nostro gruppo", dice. "Ho indicato i ruoli ed il numero di giocatori da avere in rosa per una stagione
molto impegnativa. E' importante che i nuovi siano arrivati sin dal primo giorno perche' devono integrarsi subito nelle nostre dinamiche non solo tattiche ma anche di mentalita'", spiega ancora.

"Qui il gruppo e' al di sopra di tutto. Chi viene a Napoli deve pensare di fare la migliore stagione della carriera. Per me le motivazioni sono fondamentali. Quelli che sono arrivati devono sapere che voglio da loro l'umilta' per entrare in un gruppo che ha conquistato sul campo l'ingresso in Champions League".
Le motivazioni sono importanti anche per chi gia' era azzurro e per chi, magari, e' nel mirino di altri club. "Hamsik? Ho parlato con lui, so come la pensa. E' un ragazzo che dara' il massimo ed e' molto motivato. E' sereno ed e' contento di restare a Napoli", dice
Mazzarri. Le frizioni con la societa', che hanno movimentato la primavera, sono un lontano ricordo. "Il presidente ed io ci siamo parlati faccia a faccia con grande chiarezza -dice il tecnico-. Da quando c'e' stato quel confronto il nostro rapporto si e' rafforzato. Siamo in linea su tutto ed ho avuto le risposte che cercavo".
Infine, menzione speciale per Cristiano Lucarelli. L'attaccante, in scadenza di contratto, e' stato confermato dopo un'annata condizionata da un grave infortunio. "Sono felice per Lucarelli. Il presidente mi ha ascoltato e mi ha accontentato. Per me lui e' il giocatore che meglio si adatta ad una certa mia idea tattica ed e' stata una scelta che ho fatto secondo una logica precisa. E non dimentico che il suo assist nell'azione del gol di Cavani con la Lazio fu determinante", dice. (fonte Adnkronos)
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Mercato chiuso, quindi. Non proprio: c'e' da stabilire chi, tra Aronica (lo vogliono Bologna e Atalanta) e Mannini restera' con il ruolo di vice Dossena. E c'e' da decifrare il futuro di Gargano (nel caso cessione si dovra' giocoforza acquistare un altro centrocampista): "Io voglio tutti giocatori motivati, e non mando via nessuno. Se poi un giocatore ha voglia di andar via perche' non ha piu' stimoli, ben venga, non cambia il rapporto e la stima reciproca. In certi momenti mi e' sembrato di capire che Gargano abbia voglia di altre esperienze, vedremo", commenta Mazzarri. Che poi rivela quale sara' l'arma in piu' del nuovo Napoli: le motivazioni: "Prendete Britos: l'avevamo individuato due anni fa. L'avevo notato quando allenavo la Samp e marcò benissimo Cassano. L'anno scorso non ha giocato ai suoi livelli, gliel'ho detto in faccia, quindi avra' grandi motivazioni". (fonte Agi)

venerdì 15 luglio 2011

Ecco Donadel, con tanto di siparietto sul numero 44...

Presentato a Castelvolturno anche l'ultimo acquisto: il mediano Marco Donadel. «Per me è un grandissimo onore essere qui a far parte del Napoli - ha detto l'ex Fiorentina -. Se il presidente dice scudetto dobbiamo seguire questo obiettivo. Il Napoli è un esempio migliorando anno dopo anno, non con le parole ma con i fatti ovvero con i punti in classifica. Quest’anno c’è la Champions con grandissimi stimoli e puntiamo a fare meglio. Dalla Fiorentina vedevo il Napoli con quattro o cinque giocatori che poteva vincere con chiunque. L’anno scorso la vedevo come una grandissima squadra: è formata da una organizzazione incredibile. Da dentro vedo il Napoli ancora più forte poi se giocherà uno o l’altro ma l’importante alla fine è avere il meglio per la squadra. Poco importa chi gioca alla fine». Sul numero di maglia c'è stato un «siparietto» col presidente. «Nella mia carriera ho sempre giocato con il 4 - ha detto Donadel -, ma a Napoli ho visto che è occupato, allora ho deciso di prendere il 44 con il permesso della società».De Laurentiis, a quel punto, con tono scherzoso ha detto: «Il 4 è un numero che non mi piace rappresenta la morte e la negatività, anche quanto si vuole giudicare negativamente una persona si dà il voto 4, consiglio vivamente di togliere questo numero 4 della maglia». Donadel ha sorriso. Poi ha proseguito: «Il mio obiettivo personale è quello di fare bene ogni domenica, poi la Nazionale è un qualcosa che viene di conseguenza, al di là del fatto che come ct ci sia Prandelli mio ex allenatore. Non mi sono mai definito un combattente, ma ho sempre cercato di uscire con la maglietta sudata cercando di dare il massimo. Calci da fermo? Sono bravo ma qui credo ce ne sia di gente che li sa calciare. Ho delle precise caratteristiche nel mio ruolo: sono un centrale. Col mister mi sono sentito, è stato un bellissimo impatto e quello che ci siamo detti resta tra di noi. Mi sono sentito subito a casa. La rosa che il direttore ha allestito è competitiva per affrontare due competizioni importanti. Ho valutato di venire a Napoli dal lato sportivo ma anche come scelta di vita. Ne ho parlato con mia moglie e non ci sono stati problemi. Venire qui era quello che volevo: una piazza stimolante».

giovedì 14 luglio 2011

Calcio, Napoli, Santana: "Sono qui per vincere, ho scelto il numero 19", De Laurentiis: "Il 22 agosto al Trofeo Gamper a Barcellona"

CASTELVOLTURNO (CE) - Ai bordi della piscina dell'Holiday Inn di Castelvolturno, Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha presentato il nuovo acquisto Mario Alberto Santana, che ha rilasciato un'intervista a "Napoli Magazine": "Sono arrivato a Napoli con grandi motivazioni. Io vengo dalla Patagonia, un territorio bellissimo. Anche se li' c'e' molta povertà. Noi siamo 9 fratelli, di cui ben 4 hanno bambini. Al Sud dell'Argentina non perdono tempo. Non c'e' nemmeno la tv. Il mio ruolo preferito? A fare la griglia al "Pocho" starei piu' che bene. In questi anni in Italia sono cresciuto tantissimo. Sono un esterno, quindi quello e' il mio ruolo. A Firenze ho ricoperto tante posizioni. Mi piace tanto ascoltare la musica. Dove c'e' spazio, mi adatto. Le posizioni? Sono molte. Ho scelto il numero 19 come numero di maglia. Gli obiettivi? Devono essere gli stessi per tutti. Con la stessa mentalita' il gruppo e' piu' forte. Da tanto tempo volevo indossare la maglia azzurra. Nel momento in cui il mio agente me ne ha parlato non ci ho pensato due volte. A Palermo ho avuto una grande continuità. Alla Fiorentina c'e' stato qualche piccolo problema. Non ho parlato ne' con Lavezzi e ne' con Mazzarri, ma ci sara' il tempo. A Firenze era scaduto il contratto. Cosa prometto ai tifosi? Il massimo impegno e la maglia sudata. La citta' non l'ho girata. Sono stato ad un Premio, ho visto il Vomero. Per me e' importante trovare a Napoli tanti sudamericani. Sara' piu' facile l'inserimento".
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha aggiunto: "Sono anni che vorrei visitare la Patagonia. Il Napoli non ha mai avuto le idee confuse, tranne una piccola parentesi. La mia prossima mossa? Non la svelo, questo e' il momento di Santana. Il Trofeo Gamper con il Barcellona? E' una notizia che meriterebbe una conferenza stampa. Devo ringraziare il presidente del Barcellona e i napoletani che sono all'estero. Il contatto me l'ha creato il nostro d.g. Fassone. Andremo lì il 22 agosto. Il Manchester United? Peccato, non e' basto il milione di euro e passa che abbiamo offerto. Il Trofeo Birra Moretti? Noi siamo a Napoli, i tifosi non amano le smargiassate con gli sponsor. Per noi e' stato comunque un bell'approccio con il mondo del calcio. Ricordo Moggi che nei corridoi mi diceva: "Noi dobbiamo parlare". Poi alla Heineken non avevano piu' soldi ed e' finito tutto. Un Trofeo Dino De Laurentiis? Non mi piace l'autocelebrazione. Molti non conoscono il mio privato. Gia' celebro mio padrea al Festival del cinema di Venezia. Lavezzi? Quando dico le cose, quelle sono. Per Lavezzi c'e' una clausola rescissoria ad x: significa che io ho gia' accettato contrattualmente una sua cessione, fermo restando che al giocatore stia bene la destinazione perche' se arriva l'Afghanistan e' un discorso diverso. Hamsik? Ha smesso la "Gazzetta", ora ha iniziato "Il Mattino". Se arriva un'offerta di 100 milioni di euro se ne discute. Hamsik ha un contratto da rispettare. Raiola, Venglos non tengono. Hamsik e' uno serio, sposato e tranquillo. Puo' essere stato preda di uno piu' paraculo. La campagna acquisti? Non e' corretto parlare di 37 milioni, perche' ci sono anche gli ingaggi. Il Napoli e' sempre stato il mio orgoglio. A testa bassa sono andato avanti, mettendo al servizio dei tifosi. Siamo arrivati al 10% di dove voglio arrivare. Il fatturato? Non mi sento secondo a nessuno. Gli abbonamenti? Sono stati decisi. Quando vedo che squadre minori hanno 30mila abbonati uno poi si arrabbia. Abbiamo un problema di smaterializzazione del titolo: significa che presentando la tessera del tifoso, ci sara' la lettura automatica dell'abbonamento. La campagna abbonamenti iniziera' il 25 luglio, con gli stessi prezzi. Probabilmente nei prossimi sei mesi non mi vedrete perche' devo andare in giro per rendere il Napoli piu' forte. Mi faro' vedere via web. Deleghero' mio figlio, poi faro' tanti voli con l'aereo. Mia moglie mi ha spento la tv: l'altro giorno ho dormito due ore. Alle 2 dovevo dormire, invece volevo firmare i contratti del Napoli. Io pago sempre il giorno prima, e' una questione di rispetto. Andavano firmati i rinnovi dei contratti dei collaboratori di Mazzarri. Il mio motivo d'orgoglio ci sara' quando avro' convinto il Governo a far capire che il calcio va cambiato. Mi auguro che Berlusconi possa dedicare 3 minuti al calcio: non lo deve fare per il Milan, ma per l'Italia. Penso spesso alla Cina, al Brasile e alle nuove frontiere. La legge del '91 va abolita, cara Figc. Prima di parlare della responsabilita' oggettiva, bisogna approvare la legge sugli stadi per dare sicurezza alle famiglie. Bisogna pensare alla comunicazione. Tra poco le tv cambieranno. Siamo l'unico Paese arretrato con la banda larga. Non capisco perche' devo passare dalla Lega per vendere le partite. Abete dice che non facciamo proposte. Non possiamo essere in 20 in serie A, ma in 16. Si parla di progressivita', di non essere violenti, ma cosi' facendo ci hanno superato tutti quanti. Uruguay-Argentina? Tifo dove mi porta il cuore, quindi posso essere indifferentemente per l'una o per l'altra".
Riccardo Bigon, d.s. del Napoli, ha svelato un retroscena: "Volevamo Santana da tempo, speriamo che possa dare un contributo notevole alla causa".
Marco Fassone, d.g. del Napoli, ha parlato del fatturato: "Il Napoli sta crescendo tanto. Siamo in fase di crescita. La Juventus e le milanesi superano i 200 milioni di fatturato, noi ci stiamo avvicinando e quest'anno dovremmo superare la Roma".
Antonio Petrazzuolo

NapoliMagazine.com

mercoledì 13 luglio 2011

Inler saluta i suoi ex tifosi.

Ecco quanto scritto sul suo sito ufficiale.

Cari amici e cari tifosi di Udine, come va?

La mia nuova avventura a Napoli è appena cominciata e sono molto felice, ma allo stesso tempo non posso dimenticare tutti voi e i 4, splendidi anni trascorsi nell'Udinese. Tutti voi capirete che gli ultimi giorni sono stati molto delicati e pieni di impegni, e dunque mi perdonerete sicuramente per non aver pubblicato prima i miei saluti. Grazie alla famiglia Pozzo, che mi ha trattato come un figlio.

Grazie a mister Guidolin e a tutti gli allenatori con cui ho lavorato; grazie ai compagni di squadra; grazie ai tifosi, che mi hanno riempito d'affetto. E grazie soprattutto ai miei cari amici dell'Udinese Club "Gökhan Inler" di Martignacco: il nostro rapporto speciale non finirà mai, anche se ora sono più lontano. Non dimenticherò mai tutti voi. Resterete sempre nel mio cuore.

In bocca al lupo e ... mandi!

Gökhan

martedì 12 luglio 2011

Britos: "Il mio salto di qualità". De Laurentiis show: "Manchester Utd al San Paolo"

All'Hotel Vesuvio è stato presentato il nuovo mancino del Napoli, Miguel Angel Britos : "Io sono un difensore centrale ma ho giocato in Uruguay per sei mesi nella difesa a tre. Non ho ancora parlato con il tecnico, cambierà qualcosa dal punto di vista tattico, ma non molto. Sono molto contento di essere qui. Sono stato tre anni a Bologna ed è stata un'avventura bellissima e per ora avevo bisogno di fare il salto di qualità. E il Napoli me l'ha concesso. Non ho ancora sentito Gargano e Cavani, ho aspettato la firma per essere sicuro ma in questi giorni li chiamerò. Per me è importante sapere della fiducia del mister nei miei confronti: mi impegnerò per ripagarla. Sulla maglia indosserò il numero 85".

Poi è De Laurentiis show: "Sto apettando una risposta dal Manchester United per disputare un'amichevole a Napoli. Voglio che il Napoli torni a stare tra le grandi squadre, non italiane ma internazionali. Non faccio la lotta al Milan o alla Juventus. Quel Napoli è stato cancellato. C'è molto da lavorare, bisogna aver pazienza. Nei prossimi giorni presenterò altri giocatori, potrebbe esserci anche Santana. L'anno scorso lottavamo per il quinto posto, ma poi per la bravura di Mazzarri e per l'andamento incerto delle concorrenti abbiamo fatto addirittura meglio. Ora lavoriamo per continuare nel nostro processo di crescita, per andare all'arrembaggio, che sia comunque assennato. Non consideriamo più il primo il secondo quinquennio: il calcio si sta evolvendo e non possiamo lasciare sulle poltrone i cosiddetti poltronisti che poi non fanno niente. Chi vuole stare in poltrona deve fare qualcosa, non può di certo riposarsi. A me quando dicevano: "questo non si può fare" rispondevo: "perchè? per quale motivo?" e la risposta non c'era mai. Nel calcio mi sono ritrovato come a scuola, dove c'è qualcuno che mi dice cosa fare e cosa non fare. E quando chiedo spiegazioni mi si risponde in maniera stupidamente esaustiva: "è così". E io mi incazzo. Qualche testa in futuro cascherà: o uccidono me o io cambierò qualcosa. Non è una minaccia, è la realtà. La Lega ha discusso per sei mesi su come dividere 200 milioni, senza pensare a come migliorare il nostro calcio e a recuperare quel quarto posto che ci è stato scippato dalla Germania. E a mangiare cose improbabili che fanno solo male. Noi dobbiamo capire veramanete cosa dobbiamo fare da grandi: innanzitutto portare il calcio femminile professionista. Io voglio fare un'appendice della Lega con dodici squadre femminili, non di più. Quando ho detto questa cosa Tavecchio mi ha abbracciato, poi però mi hanno fermato subito. Immaginate un Napoli femminile che giochi una Champions? Un San Paolo gremito di donne, che poi potrebbero venire anche a vedere il Napoli maschile".

E su Inler: "Ieri per mantenere un pò di riservatezza ce n'è voluto. E mi è dispiaciuto che l'accordo con Msc sia passato in secondo piano. Queste cose non le posso più fare, perchè i media devono supportare lo sponsor che aiuta il Napoli. E invece non lo fanno. Ne prendo atto e volto pagina. Di sera poi sono arrivato a Castel Volturno, dove tra l'altro sono in corso degli importanti lavori, e ho incontrato Bagni. Poi è arrivato Britos che è stato con i medici per due ore, mentre io firmavo i contratti: sono uscito da Castel Volturno all'1.30. E vorrei chiarire ancora una volta che questa storia dei diritti d'immagine mi ha stancato. Ho letto tutte cose inesatte anche su quelli relativi ad Inler, per il quale tra l'altro non esiste alcuna clausola rescissoria. Così come non c'è con Cavani, mentre esiste con Lavezzi. Francamente non capisco quest'acredine nei confronti del Napoli. Io giudico i fatti, vedo, capisco, leggo tutto molto attentamente. Ringrazio la stampa per gli articoli di oggi, ma devo bacchettare alcuni giornali per le cifre inesatte relative al contratto di Inler. Che parte da un fisso di un milione e quattrocento mila euro più i bonus previsti per il raggiungimento di traguardi come i quarti, le semifinali e la finale di Champions. Anche se trovo estremamente riduttivo parlare di soldi: qui c'è Britos, a me interessa di lui il suo modo di rapportarsi alla squadra, il suo piede sinistro, i suoi gusti musicali non certo quanto guadagna. Vorrei che ci fosse una linea editoriale che mettesse un attimo da parte la faccenda economica. Altrimenti facciamo dei comunicati senza cuore per far sapere le cose. Questo è un codice cavalleresco dovuto da tutti quelli che vogliono interessarsi al Napoli".

lunedì 11 luglio 2011

Inler è azzurro, presentato oggi sulla MSC Splendida.

Finalmente, adesso lo possiamo dire Inler è un calciatore azzurro,ecco la foto esclusiva scattata nel porto di Napoli, dall’amico Alberto Feola, del gruppo di facebook Ultràmici, il quale ringrazio personalmente, è quindi dopo quasi un anno di corteggiamento, e qualche tentennamento voci vere e molte chicchiere, il grande centrocampista svizzero Gokhan Inler è del Napoli. Nel pomeriggio ci saranno ulteriori approfondiment

domenica 10 luglio 2011

Calcio: Napoli-Inler, ore decisive

Ore decisive per il futuro di Inler. Il giorno chiave è domani: De Laurentiis vorrebbe annunciare la firma dello svizzero durante la presentazione dello sponsor Msc, c'è grande ottimismo ma è necessario un incontro tra il Napoli e l'agente Lamberti per definire l'accordo sui diritti d'immagine cui lo svizzero dovrà rinunciare, colmando il gap con bonus e un ingaggio a scalare nei 5 anni di contratto - si legge su "La Gazzetta dello Sport, come evidenzia "Napoli Magazine"-. Il faccia a faccia, cui dovrebbe prendere parte anche il ds Bigon, sarà decisivo. Intanto Santana dovrebbe firmare tra domani e martedì (battuta la concorrenza del Cesena), resta viva la pista Casemiro, e per Britos resta da definire al contropartita: se Aronica non accetta, 9 milioni cash al Bologna.

Fonte:NapoliMagazine

sabato 9 luglio 2011

Pazienza: "Ho atteso il Napoli fino a febbraio..."

Ecco quanto ha dichiarato Michele Pazienza nel ritiro della Juventus: "Ho aspettato il Napoli fino a febbraio. Non ricevendo risposte ho deciso di rimandare a fine campionato ogni decisione", dice. "Si è fatta viva la Juventus e non ho avuto un minimo dubbio nell'accettare l'offerta. Mi sono chiesto anch'io perchè non c'è stato interesse da parte della mia vecchia società a rinnovare, ma questo m'importa relativamente", aggiunge archiviando il rapporto con la società partenopea. "Quello che mi interessa è che sono arrivato in un grande club e questo mi da' tanto entusiasmo".
Quindi con queste parole Michele Pazienza, ha semntito se stesso quando dichiarò che fino alla fine della stagione non si sarebbe accordato con nessuno.