Presentato a Castelvolturno anche l'ultimo acquisto: il mediano Marco Donadel.
«Per me è un grandissimo onore essere qui a far parte del Napoli - ha
detto l'ex Fiorentina -. Se il presidente dice scudetto dobbiamo seguire
questo obiettivo. Il Napoli è un esempio migliorando anno dopo anno,
non con le parole ma con i fatti ovvero con i punti in classifica.
Quest’anno c’è la Champions con grandissimi stimoli e puntiamo a fare
meglio. Dalla Fiorentina vedevo il Napoli con quattro o cinque giocatori
che poteva vincere con chiunque. L’anno scorso la vedevo come una
grandissima squadra: è formata da una organizzazione incredibile. Da
dentro vedo il Napoli ancora più forte poi se giocherà uno o l’altro ma
l’importante alla fine è avere il meglio per la squadra. Poco importa
chi gioca alla fine». Sul numero di maglia c'è stato un «siparietto» col
presidente. «Nella mia carriera ho sempre giocato con il 4 - ha detto
Donadel -, ma a Napoli ho visto che è occupato, allora ho deciso di
prendere il 44 con il permesso della società».De Laurentiis,
a quel punto, con tono scherzoso ha detto: «Il 4 è un numero che non mi
piace rappresenta la morte e la negatività, anche quanto si vuole
giudicare negativamente una persona si dà il voto 4, consiglio vivamente
di togliere questo numero 4 della maglia». Donadel ha sorriso. Poi ha
proseguito: «Il mio obiettivo personale è quello di fare bene ogni
domenica, poi la Nazionale è un qualcosa che viene di conseguenza, al di
là del fatto che come ct ci sia Prandelli mio ex allenatore. Non mi
sono mai definito un combattente, ma ho sempre cercato di uscire con la
maglietta sudata cercando di dare il massimo. Calci da fermo? Sono bravo
ma qui credo ce ne sia di gente che li sa calciare. Ho delle precise
caratteristiche nel mio ruolo: sono un centrale. Col mister mi sono
sentito, è stato un bellissimo impatto e quello che ci siamo detti resta
tra di noi. Mi sono sentito subito a casa. La rosa che il direttore ha
allestito è competitiva per affrontare due competizioni importanti. Ho
valutato di venire a Napoli dal lato sportivo ma anche come scelta di
vita. Ne ho parlato con mia moglie e non ci sono stati problemi. Venire
qui era quello che volevo: una piazza stimolante».
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