Ieri sera tutti hanno assistito
 all’ennesimo “colpo di testa” del Presidente De Laurentiis. Iniziamo 
dal principio: nell’intervista fatta al Presidente prima del sorteggio, 
tra i sorrisini beffardi e gli scambi di parole coperti dalle mani 
sporche degli altri Presidenti, De Laurentiis ha detto integralmente 
queste parole “Ho chiesto al Presidente Beretta di tutelare le 
squadre che devono giocare in Europa e quindi di creargli un calendario 
ad hoc perché altrimenti se il calcio italiano deve essere un calcio che
 recuperi una certa potenza ed una certa presenza in Europa non si può creare un campionato
 ad uso e consumo di nessuno o ad uso e consumo di qualcuno che ha 
interesse magari di creare degli ostacoli a chi potrebbe creargliene a 
lui e quindi credo che in passato non si sia usata la cautela 
nella casa nostra, perché la lega ci si dimentica molto spesso che è la 
nostra casa, quindi siamo noi che dettiamo i regolamenti e questo 
secondo me quest’anno credo stia un po’ tornando di moda e forse per la 
prima volta si sta creando questa moda che poi è la moda della correttezza”.
Analizzando bene si può notare che il Presidente punzecchia fortemente sul “non
 si può creare un campionato ad uso e consumo di nessuno o ad uso e 
consumo di qualcuno che ha interesse magari di creare degli ostacoli a 
chi potrebbe creargliene a lui” ma poi si sofferma sul “la lega ci si dimentica molto spesso che è la nostra casa, quindi siamo noi che dettiamo i regolamenti” e chiude, forse soddisfatto da qualche precedente discorso in lega, sul discorso che lo fa stare sereno “secondo me quest’anno credo stia un po’ tornando di moda e forse per la prima volta si sta creando questa moda che poi è la moda della correttezza”
Se si prende poi in analisi lo sfogo finale, tralasciando l’utilizzo 
di parole colorite che sono le uniche che fanno capire il senso di quel 
che si sta dicendo, si nota che è strettamente collegato al discorso che
 ha fatto in principio:
De Laurentiis a Cellino: “Abbiamo delle teste di c*** lì”
Cellino: “Aurelio…… Aurelio”
Fassone gli dice qualcosa tipo… “stai calmo”
De Laurentiis a Fassone: “Non me ne frega un c*** a me”
De Laurentiis a Cellino: “Voglio ritornare a fare cinema, siete delle mer**”
Cellino: “Aurelio…”
Inseguito dai giornalisti che continuano a chiedergli perché quello sfogo e se era riferito ai calendari:
Giornalista: “Si sente preso in giro?”
De Laurentiis: “E’ l’Italia che si sente presa in giro”
Giornalista: “Da chi?”
De Laurentiis: “Lo sapete benissimo…”
De Laurentiis: “Mi vergogno di essere italiano”
Giornalista: “La risposta è nel calendario?”
De Laurentiis: “No no”
Giornalista: “Perché si vergogna di essere italiano”
De Laurentiis: “Per la verità mi sono sempre vergognato di essere italiano”
De Laurentiis: “Non ho voglia di parlare, va bene?”
E poi la fuga cinematografica a bordo di un motorino che, pare, sia di uno sconosciuto .
Quello del presidente è sì un comportamento discutibile, ma non mi 
sembra sbagliato! Ha detto “siete delle merde”, termine forse volgare ma
 che fa parte del dizionario quotidiano! Probabilmente avrà ormai pieno 
il sacco e a differenza degli altri 19 presidenti di serie A (forse 
Zamparini escluso) non ha peli sulla lingua! E’ stufo del marciume che 
gira intorno alla serie A, del tavolo nel quale si decide lo scudetto! 
Non vuole scendere a patti e sedersi a quel tavolo, vuole semplicemente 
che quel tavolo si sciolga e si torni a giocare a calcio, al bel calcio 
che piace ai tifosi! Le belle partite in cui non ti viene neppure in 
mente l’idea di un complotto, ma solo la soddisfazione di aver visto una
 splendida partita! Questo ormai manca da anni! Lui l’aveva chiesto sia 
qualche giorno fa e sia all’inizio del sorteggio e guarda caso le due 
milanesi, la lazio e la juve sono capitate proprio prima e dopo la 
champions! Tutto ciò ti fa saltare i nervi!
Sono anni che De Laurentiis chiede di cambiare alcune regole, chiede 
di rinnovare il calcio italiano, lo chiede per le società, per il 
sistema, per il buon gioco, per i tifosi! Il calcio è malato, assistiamo
 ogni campionato a complotti, partite truccate, favori arbitrali… tutti 
lo pensano ma nessuno lo dice! Passano gli anni e dopo tempo viene a 
galla la verità, ma mai si dice che chi urlava, sbottava e faceva delle 
uscite “cinematografiche” aveva ragione.
In generale si è arrivati ad un punto, nella nostra società, che per 
ottenere qualcosa bisogna o scendere a compromessi, o urlare e farsi 
sentire! Aurelio utilizza la seconda opzione, che nel bene o nel male, 
che piaccia o meno può dare i suoi frutti!
Per tutto questo mi sento di dire: IO STO’ COL PRESIDENTE
Marco Iermano.
Nel caso di riproduzione citare fonte. 

Nessun commento:
Posta un commento