venerdì 30 settembre 2011

IL DOMENICO SPORTIVO. Serra "C'è in gioco lo scettro del potere calcistico"

La mia mente è divisa tra uno splendido film di Eduardo De Filippo del 1953 e un Teo Teocoli che interpreta Felice Caccamo festeggiante il Napoli vincente a Milano contro l'Inter nel 1994. Tutti sanno che sono passati diciassette anni dall'ultima vittoria, ostinandoci a parlare di questa società come se fosse secolare. Io vorrei invece che l'azienda s.s.c. Napoli sia storicamente considerata dalla sua nascita, senza parlare di un passato roseo o triste, ereditando elogi, vittorie e debiti, che il nostro buon Aurelio non ha accumulato in sette anni di storia. Vorrei leggere: s.s.c. Napoli 2004.

La gente per strada sente il bisogno di andare avanti; la gente vuole vincere per non pensare; la gente è stanca anche di Diego. E io mi fermo e li osservo: come ucciderebbero per una precedenza sbagliata; come utilizzano i clacson delle loro auto per compensare irragionevoli squilibri emotivi soprattutto appena scatta un semaforo verde; come la sera ogni famiglia si riunisce attorno ad un tavolo e fa di tutto pur di non ridere; come nessuno ha più voglia di comunicare perché pensa che il linguaggio verbale sia su un social network; come fanno di tutto per cercare qualcosa pur di non pensare ai debiti, al dolore, alla sofferenza, alla disoccupazione, alla recessione. Viviamo anni culturalmente bui.

E qui che il calcio Napoli ci salva, una speranza diventata filosofia, un meccanismo comunicativo che ci fa sfogare, ci dona serenità. Vedo la gente distesa; una maglia azzurra su un bimbo o il racconto di un goal di Cavani, uniscono qualsiasi classe sociale. E grazie ad Aurelio De Laurentis questa città sta risorgendo, mentre un'Italia stanca muore nel vortice dei legami col passato. Claudio Ranieri è l'emblema inverso di questa rappresentazione, il viaggio dello stilizzato inglese inciampato in un romano stretto e versatile. E' il concetto morattiano di un calcio arcaico, dove l'innovazione Benitez-gasperiniana non è accettata né dai giocatori, né da una società che oggi si sente rappresentata da traghettatori; stanca mentalmente, metaforizzabile nella classica parola: fine di un ciclo. Walter Mazzarri è parte di un altro obiettivo, che ha coinvolto una metropoli, un paese, una regione, un Regno.

Lecito avere dubbi sull'esito di Inter - Napoli. Partita imprevedibile. L'Inter ha dei problemi atletici e non regge novanta minuti; Ranieri farà una partita difensiva per poi ripartire, sceglierà il rombo forse; forse il Napoli cercherà di alzare i ritmi, di stancarli, oserà rischiando di perdere, forse perderà giocando a testa alta nel silenzio di un Meazza conscio del cambio di mano dello scettro del potere calcistico. Personalmente vorrei vedere Grava riequilibrare sfide uruguaiane probabilmente ferme a Forlan contro Gargano. Aspettando che Mazzarri riassembli lo spezzatino di un grande giocatore di nome Goran Pandev che il calcio, lo sport senza memoria, ha già dimenticato, mi affido ad una infettabile insonnia calcistica che ha già contagiato tutti. Che vinca il migliore, guidato da designazioni arbitrali storicamente senza “fortuna”.


Fonte: Azzurrissimo

IL PUNTO DI ANTONELLO PERILLO: "Ormai è chiaro: c'è un caso Lucarelli"

Le convocazioni per la trasferta di San Siro non lasciano più dubbi: cè un caso Lucarelli. Il trentaseienne bomber livornese è letteralmente scomparso dalle scelte di Mazzarri. Finora Lucarell non ha raccolto neppure una (e sottolineo: una) convocazione in campionato. E sempre Lucarelli non è stato inserito nella lista Uefa per la Champions League. La logica avrebbe voluto che, vista l'assenza di Cavani, il mister si fosse deciso a portare quanto meno in panchina l'unica vera prima punta dell'intera rosa azzurra. Invece, no. Il tutto assurge quasi a fenomeno paradossale, visto che fino al gorno dell'arrivo di Pandev sembrava imprenscidibile nelle idee di Mazzarri la presenza fissa di Lucarelli: "Non mi servono altre punte perchè so di che pasta è fatto Cristiano. E' Lucarelli l'attaccante che ci serviva", disse ad esempio l'allenatore a fine luglio, dopo la doppietta del suo fidato bomber contro il Grosseto in amichevole. Ora, puff, Lucarelli si è come volatilizzato. Magari ci diranno che non avrà ancora raggiunto il top della condizione fisica. Ma lo hanno forse raggiunto Pandev e Santana, o lo stesso Chavez che non ha nelle gambe neppure un minuto di partita? E, sempre se fossero veri eventuali problemi di condizione fisica, non avevano, dunque, ragione tutti quelli che ritenevano folle affidarsi, come unica alternativa al Matador, ad un vecchio bucaniere delle aree di rigore rimasto fermo un anno intero per infortunio? Infine, una velocissima considerazione tecnica: non è un peccato che il Napoli non abbia un vero colpitore di testa, con tutti i cross che Maggio e Dossena garantiscono dalle fasce? Se Lucarelli non andava più bene, forse sarebbe servito prendere una mezzapunta in meno e un attaccante vero in più.

giovedì 29 settembre 2011

De Laurentiis: "Contro l'Inter conto su Lavezzi, Hamsik, Zuniga e Maggio"

Ho avuto il piacere di moderare il dibattito che ha avuto per protagonista il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Tema dell'incontro, con il rettore della Federico Secondo Massimo Marrelli e con l'assessore regionale all'Università Guido Trombetti, era 2Impresa autentica". Grazie a Vincenzo Petrazzuolo per le fotografie. Nell'articolo del Corriere dello Sport ecco cosa ha detto De Laurentiis a margine del dibattito.
Antonello Perillo
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Una finale di Champions Inter-Napoli? "In barba a Platini sarebbe il trionfo del calcio italiano". Lo ha detto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, a margine della premiazioni del progetto 'Start cup Campania 2011' avvenuto nella sede dell'Università Federico II. Gli azzurri sabato sera saranno di scena a San Siro. "Noi siamo grandi contro le grandi perchè i campioni ci esaltano - ha sottolineato il massimo dirigente azzurro - Le grandi ci fanno giocare mentre sono le provinciali che ci mettono più in difficoltà. Sarà una bella partita, l'inter ha ritrovato la sua luce con Ranieri. Sarà una sfida emozionante, punto sul Pocho, su Hamsik, Zuniga ed il rientrante Maggio per far vedere una bella squadra contro i nerazzurri. Mi dispiace per Cavani (infortunato ndr) e so anche quanto dispiace ad un guerriero come lui non esserci in un match simile. Comunque sarà anche l' occasione per vedere le riserve che hanno bisogno di tempo". "Aspettiamo di vedere al lavoro - ha aggiunto - Britos, Dzemaili, Donadel sono giocatori che devono avere il tempo di integrarsi e quindi accettiamo anche arrivino delle sconfitte con loro in campo. A fine dicembre, tireremo le somme. Gli infortuni sono incidenti di percorso che possono capitare. Meno male che è rimasto Gargano".
FINALE CHAMPIONS INTER-NAPOLI? UN SOGNO - Sono 17 anni, gli è stato ricordato, che la compagine partenopea non vince a Milano con l'Inter. "Il 17 è un numero che mi porta bene - ha ripreso il produttore cinematografico, a cui poi è stato chiesto cosa sarebbe una finale Champions con l'Inter: 'Eh, sarebbe un trionfo del calcio italiano, in barba a Platini. Moratti tifa per noi in Champions? Io in questa competizione tifo sempre per le italiane anche perchè si rivaluta il nostro calcio ed i nostri allenatori. Sabato sera mi aspetto il guizzo da Pandev, spero si procuri la sua rivincita contro gli ex". Infine De Laurentiis ha ribadito come chi fa la Champions paghi qualcosa in campionato. "E' un fatto che abbiamo visto con tutte le altre squadre che hanno affrontato le cosiddette piccole, tra le quali mi ha colpito il Siena che ha un allenatore napoletano. E poi anche l'Atalanta: ci sono giocatori come Denis, Cigarini, Mannini e Calaiò che magari da noi non renderebbero cosi ma che stanno facendo bene e quindi questo dimostra che abbiamo fatto degli ottmi mercati", ha concluso De Laurentiis. Corriere dello Sport.

mercoledì 28 settembre 2011

La “guerra del 15’- 18’” vide soccombere un sottomarino giallo.

“Il calcio è fonte divina di destabilizzazione emotiva, a me addirittura sale la febbre a trentotto, comincio a tremare, sono colto da sudore e xerostomia, non posso, proprio non riesco a vedere un avvenimento di novanta minuti da solo, per avere una spalla sulla quale piangere o un amico da abbracciare”.

Immagino Paul McCartney fare il playback de “O ‘surdato ‘nnammurato” in tribuna al San Paolo di Napoli, mimando l’opera di Aniello Califano e di Enrico Cannio al fianco di Aurelio e Gigino trasportato da sessantamila tifosi; dimenticando quella splendida e umana “Yellow submarine” rubata dal comune valenciano di Villareal per farne un mito calcistico illogico e insensato.

Il San Paolo è un luogo di miracoli inadatto all’europea competizione della Champions league: è un teatro superato di tifosi mai silenziosi che di cori partecipano plasmando il risultato; è un’arena dove si sfidano fazioni greche di spettatori sudamericani; è uno stadio strutturalmente superato e troppo pieno di ricordi; d’europeo vedo pochissimo.

E’ stato un Napoli cinico e coraggioso, fortunato a reggere una condizione fisica di un mese in ritardo rispetto al Villareal; è stato un po' il Napoli di Reja, di Gargano e Marino, che ha approfittato di una immensa voglia di vincere e di un calcio spagnolo che io proprio alle volte non digerisco.

E’ un passo molto lungo verso la quasi matematica Europa league, ma è presto per spiarsi nell’immagine di uno specchio dove ci si sogna campioni, perché come dice il mago Walter, questa è una squadra unita dove l’esigenza del singolo è sempre messa da parte per restare uniti e dare tutto.

Il calcio tedesco, di Monaco di Baviera, ci aspetta con sete di rivincita di una semifinale Uefa, così lontana nei cuori dei giovani ma così solida necessità di riscatto.La corazzata Bayern ha una qualità superiore rispetto ad un Villareal quattordicesimo in campionato e di un Manchester City che vive di singole giocate prive di armonia e piene di grandi campioni inamalgamati. Bisogna restare concentrati.

Per ora milioni di tifosi si godono questa vittoria, dedicandola a discutibili opinionisti Sky anti-Napoli; al signor Allegri e al suo decantare l'inesperienza partenopea in Champions come se lui partecipasse a questa competizione da quindici anni; a Domenico Criscito e alla sua bellissima San Pietroburgo e a tutti quelli che da Paolo Rossi hanno rifiutato Napoli; al Fabio Quagliarella e a Leandro Rinaudo e alle loro sirene juventine; alla sudditanza arbitrale italiana; a Silvio e ai preferenziali diritti mediaset premium; alla voglia di calcio pulito e alla sete di una città che ha voglia di turismo, rispetto, riscatto e cultura anche extra-calcistica. Tifiamo per il Napoli e difendiamo la nostra Napoli, aspettando che “O surdato 'nnammurato”, conquisti anche Milano.

Domenico Serra

IL PUNTO DI ANTONELLO PERILLO: "Pandev, sei ci sei sfrutta la tua occasione!"

Acclamato dai tifosi del Napoli, meno di un mese fa, come novello "quarto tenore", Goran Pandev ha finora tradito le attese. Giusto dargli tempo, visto che non è facile inserirsi nei meccanismi offensivi del tridente azzurro, ma sinceramente tutti si aspettavano di più dalle prima prestazioni del macedone. Pandev, pur mostrando tecnica sopraffina, è apparso senza smalto e fuori condizione fisica: contro il Chievo, in particolare, sembrava che faticasse finanche a correre. Considerando che nei pochi minuti disputati contro il Villarreal si sono notati alcuni progressi, penso che alla fine Mazzarri punterà su di lui, per sostituire a San Siro l'infortunato Cavani. Non dimentichiamo che nel calcio contano molto le motivazioni. E contro l'Inter, che lo ha scaricato in un minuto al Napoli, Pandev di motivazioni ne avrà da vendere. Se fossi il suo agente, o comunque un suo amico, gli direi senza mezzi termini: "Goran, adesso scatenati. Se ci sei, sfrutta la tua occasione!". Se non si sveglia, il macedone rischia di retrocedere da "quarto tenore" a semplice riserva, considerando che in rosa ci sono, come alternativa ai tre gioielli, anche Santana, Mascara e l'oggetto misterioso Chavez.


Antonello Perillo

NAPOLI-VILLARREAL 2-0. Azzurri semplicemente perfetti!

Un Napoli praticamente perfetto sotto il profilo della grinta, della concentrazione e dell'aspetto tattico, vince per 2-0 contro il Villarreal, nella gara che segna il tanto atteso ritorno al San Paolo nella massimo competizione europea.  Davvero straordinario l'approccio alla gara degli azzurri, che in soli 17 minuti, trascinati da uno scatenato Lavezzi, mettono al tappeto gli spagnoli. Di Hamsik sottoporta al 14° su assist di Lavezzi, il primo gol azzurro. Di Cavani su un rigore procurato dal Pocho, tre minuti dopo, il raddoppio della squadra di Mazzarri. Nella ripresa azzurri molto attenti e bravi, grazie anche ad alcuni accorgimenti tattici del mister, nel contenere gli avversari.


LA PAGELLA DI AZZURRISSIMO

DE SANCTIS: mai impegnato nel primo tempo, scalda i guanti al 49° con un plastico, ma non difficile, intervento su colpo di testa di Rossi. VOTO: 6

CAMPAGNARO: praticamente perfetto. Attento nella marcatura, bravo negli anticipi. VOTO: 7.5

CANNAVARO: il Capitano guida con grinta e concentrazione la difesa azzurra; costretto all'ammonizione al 56° da una fantastica giocata di Rossi. Il Pepito nazionale lo costringe agli straordinari con gomiti e trattenute. VOTO: 7 

ARONICA: non si fa condizionare da un inizio difficile, con un'ammonizione rimediata dopo appena 4 minuti. Gioca una gara di personalità e mestiere. VOTO 7

ZUNIGA: non ha l'impeto di Maggio, ma mantiene bene le consegne del tecnico sulla fascia destra. Meglio in copertura che in fase offensiva. VOTO: 6.5

INLER: in netta ripresa dopo la brutta prestazione contro la Fiorentina. La squadra spesso ha girato attorno alla sua regia. VOTO: 7

GARGANO: recupera palloni in quantità industriale. Macina chilometri azzannando le caviglie spagnole. Pochi i palloni sbagliati. Ormai il posto da titolarissimo non glielo toglie più nessuno. VOTO: 8

DOSSENA: suo uno straordinario salvataggio su Nilmar al 18°. Per il resto gioca una partita disciplinata ma nulla di più. VOTO: 6.5

HAMSIK: ha il grandissimo merito di sbloccare la partita. Nella ripresa arretra spesso il raggio d'azione per rinfoltire la linea mediana di fronte alle avanzate del Villarreal. VOTO: 7 (dal 79° MASCARA: S.V.)

LAVEZZI: parte come un indemoniato, con la voglia di spaccare il mondo. E in effetti regala ad Hamsik l'assist del primo gol, per poi procurarsi il rigore trasformato da Cavani. Nella ripresa non si risparmia, pur mostrando qualche pausa. VOTO: 8 (dall'88° SANTANA: S.V.)

CAVANI: si fa notare al 31°, quando con un retropassaggio folle rischia di regalare un gol a Nilmar. Poi sale di giri e mostra la giusta freddezza nel calciare il rigore del 2-0. E poi, che generosità nei recuperi difensivi! Peccato che si sia infortunato. VOTO: 7 (dal 71° PANDEV: più manovriero rispendo allo spento giocatore visto recentemente. VOTO: 6)

All. MAZZARRI: carica la squadra come forse solo lui sa fare. Quegli undici leoni azzurri che enrano in campo sanno dove e come fare male agli avversari. Bravo in piccoli aggiustamenti tattici, come l'arretramento parziale di Hamsik e gli esterni tenuti bassi nella ripresa, quando il Villarreal avanza il baricentro. VOTO: 9

Antonello e Luca Perillo

martedì 27 settembre 2011

OCCHIO AGLI AVVERSARI. Antonio Perillo: "Villarreal solido e quadrato. Attenti alle ripartenze di Nilmar"

La partita che aspetti da una vita. Il San Paolo da vestire a festa per l’evento più importante degli ultimi vent’anni. Il Villarreal come il Real Madrid d’allora. Prima era Coppa dei Campioni, ora è Champions League, l’hanno solo inglesizzato, come si fa con tutto ormai. Prima se perdevi all’esordio tornavi a casa, adesso almeno sei gare le devi fare. Poi quel pallone dal diametro di quasi dieci metri da far sventolare a centrocampo, e la sigla che mette i brividi. Infine il Villarreal, quasi come fosse parte della coreografia. Il dettaglio a completare un sogno. Il sottomarino giallo tra il Napoli e la sua prima vittoria in Champions. Garrido l’avrà preparata bene, sa benissimo che una sconfitta comprometterebbe di brutto la qualificazione. Rossi si, Rossi no, il dubbio amletico che sa più di pretattica che d’altro. Il folletto prima non utilizzabile, poi convocato solo per compagnia, poi in mezzo al campo e forse solo per un tempo. Dubbi che si mescolano a certezze, in un nascondino che non deve intimorire. Il Villarreal si presenterà al San Paolo con un collaudato e quadrato 4-4-1-1 con Lopez tra i pali, Zapata, Musacchio, Gonzalo e Català in difesa, Camunas e De Guzman esterni di centrocampo, con Senna e Soriano nel mezzo a supporto del duo Rossi – Nilmar.

Come gioca il Villarreal
Negli anni il Sottomarino giallo si è consolidato anche in Europa grazie ad una solidità di squadra non proprio tipicamente spagnola. Squadra votata si all’attacco, ma anche molto quadrata e ben costruita. Quest’anno l’avvio in campionato non è stato dei più esaltanti, e le speranze sono quasi tutte deposte nel Pepito nazionale, che spesso riesce a risolvere le partite pure da solo. Villarreal che si presenterà al San Paolo con ogni probabilità allo stesso modo in cui il Napoli si è proposto a Manchester: buona guardia difensiva e contropiedi organizzati magistralmente dalla premiata ditta Rossi – Nilmar. Il centrocampo monco del faro Borja Valero, potrà fare sicuro affidamento sulla fisicità di Marcos Senna, abile tiratore da fuori area. Occhio alle incursioni di De Guzman, l’esterno che tende ad accentrarsi e provare il tiro da diverse posizioni. La difesa qualche lacuna la sta mettendo in evidenza, specie in questo inizio di stagione, con il portiere Lopez protagonista di più bassi che alti. Villarreal che penserà prima a non prenderle, ma che come già detto in precedenza, sa essere devastante in contropiede: Rossi e Nilmar garantiscono velocità e fantasia oltre ad un invidiabile senso del gol. Careca sponsorizzò il brasiliano tempo fa, De Laurentiis sogna l’italo – americano. Il San Paolo si augura di estasiarlo. Un po’ dei sogni azzurri sul cammino europeo del Napoli…

lunedì 26 settembre 2011

Mazzarri: "Sono tutte finali. Villarreal senza Rossi? Noi non avremo Maggio..."

Dopo aver rotto il ghiaccio al debutto con un ottimo pareggio in casa del Manchester City, il Napoli domani sera debutterà in casa in Champions contro il Villarreal, che l'anno scorso lo ha eliminato dall'Europa League. Non ci sarà Giuseppe Rossi, che si è infortunato nella partita di sabato in Liga contro l'Athletic Bilbao, non ci sarà nemmeno Maggio, ancora alle prese con problemi muscolari. A destra spazio Zuniga, con Dossena dall'altro lato e Inler e Gargano centrali. In difesa rientra Aronica, insieme a Campagnaro e Cannavaro, in avanti confermatissimi Hamsik, Lavezzi e Cavani.
TUTTE FINALI - Mazzarri alla vigilia è carico: «Noi dobbiamo fare come facciamo sempre, per noi sono tutte finali. Da quando sono arrivato io, l'abbiamo sempre pensata così. Domani metteremo tutto quello che abbiamo in corpo per prevalere sul Villarreal, dopo penseremo a fare lo stesso con l'Inter. A bocce ferme poi si tireranno i bilanci, ho sentito parlare di crisi, ma qui si sta capovolgendo il senso della realtà. Rivedo le stesse situazione kafkiane dell'anno scorso. In questi giorni ci siamo isolati, abbiamo analizzato la sfida con la Fiorentina, cerchermo di correggere gli errori ma non siamo condizionati dagli ultimi risultati. Conosciamo i nostri pregi e i nostri difetti, cerchiamo di esaltare i nostri pregi e cerchiamo di correggere i nostri difetti. Poi vediamo se il risultato ci premierà».
VILLARREAL DA TEMERE - Ai complimenti del tecnico del Villarreal Garrido Mazzarri risponde con fermezza: «Ha detto che siamo i più forti in Italia? Nel giro di pochi mesi è cambiata la visione degli altri verso di noi, quando vengono qua vengono a fare tutti la partita della vita avendo a disposizione due risultati su tre. Noi abbiamo fatto una crescita vertiginosa, anziché graduale. Noi siamo la squadra che fa più paura, è una cosa che ci inorgoglisce ma è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Proprio per questo, però, domani avremo ancora più difficoltà, per quello che gli avversari pensano di noi. Loro sono arrivati in semifinale di Champions qualche anno fa e dobbiamo essere noi a temere loro. Domani è una partita pericolosissima: loro sono venuti l'anno scorsi a difendersi per poi ripartire e lo faranno anche quest'anno. Quando giochi con squadre che hanno due risultati su tre, finché il risultato non si sblocca la partita resta a rischio».
MAGGIO KO - Il tecnico azzurro poi annuncia il forfait di Maggio: «E' l'unico che ha fatto quattro partite di fila e l'abbiamo perso sia con la Fiorentina che per il Villarreal. Il dottore farà il possibile per recuperarlo contro l'Inter. Questo voglio sottolinearlo e farlo presente a chi mi ha criticato dopo il turnover di Verona». Dall'altro lato non ci sarà Rossi: «E' un giocatore forte, per loro è un giocatore importante. Così come lo è per noi Maggio, la sua assenza pesa molto. Così come quelle di Britos, Dzemaili e Donadel».
TURNOVER - Mazzarri è tornato poi a parlare del turnover, dopo le polemiche seguite alla sconfitta con il Chievo: «Il turnover? Dobbiamo continuarlo a fare per evitare infortuni. L'anno scorso lo abbiamo fatto anche in maniera più massiccia e abbiamo raccolto tre vittorie su tre. La Champions ci porta via punti come ha detto Galliani e noi privilegiamo l'Europa pur sapendo di poter avere conseguenze in serie A. Gli infortuni? Quelli muscolari sono stati soltanto due: per Maggio ho già detto il motivo, quello di Donadel è stato imprevisto».
ARBITRI - Chiusura sugli arbitri: «Non mi sono mai lamentato degli arbitri e non lo voglio fare. Le sviste degli arbitri ci stanno, una volta sono a nostro favore un'altra no».

Fonte Corriere dello Sport.it

domenica 25 settembre 2011

Napoli: grinta e voglia di vincere non pervenuti.

E’ Domenica mattina sveglio da poco, ed ancora con l’amaro in bocca lasciato dalla brutta prestazione di ieri sera della mia squadra del cuore, che per più di 60 minuti mi è sembrata spenta ed assente, con il pensiero non so dove, e con le gambe appesantite, eppure 3 giorni prima col Chievo la maggior parte di loro era  in panchina, proprio per farli riposare sia nella testa sia nelle gambe, eppure mi son sembrati poco lucidi e poco attivi.
La Fiorentina di Sinisa ogni qual volta arriva al San Paolo mette in difficoltà la squadra azzurra, addirittura ieri sera poteva anche vincere, si perchè e solo grazie a De Sanctis se abbiamo raccolto un punto, certo se coloro che fanno la differenza vengono a mancare (Inler,Hamsik,Lavezzi e Cavani) diventiamo una squadra prevedibile poi Dossena ancora provato per il grave lutto in famiglia, Maggio non convocato ed ecco che siamo ritornati sulla terra, forse meglio così perchè se ritorniamo umili e con la solita voglia di vincere, possiamo riuscire a dare quel qualcosa in più che ieri ci è mancato, adesso la testa e già rivolta a martedì per la notte da Champions scommettiamo che ritroveremo il nostro amato Napoli? Io ci credo ma guai a sottovalutare qualsiasi avversario abbiamo visto quali sono le conseguenze, quindi FORZA NAPOLI SEMPRE.

sabato 24 settembre 2011

NAPOLI - Fiorentina 0-0: Frastornati e Stanchi!

Tutti speravamo nel riscatto immediato, ma questo, non è arrivato! Napoli stanco, frastornato e con poche idee, pareggia 0-0 con la Fiorentina di Sinisa! I Viola hanno giocato meglio la prima parte del match con Cerci che fa impazzire Dossena e Fideleff, fortunatamente Jovetic e Vargas non erano in gran condizione…menomale! Gli Azzurri hanno avuto le migliori occasioni con Aronica e tutto questo fa immaginare lo scenario di questa sera al S.Paolo. L’attacco ha creato molto poco, i centrali hanno sbagliato qualche palla di troppo, son mancate le verticalizzazioni di Inler, la Difesa, forse il reparto che raggiunge la sufficienza con Campagnaro e Cannavaro! Unica nota positiva, un super De Sanctis, diga insuperabile, tra i numero anche quest’ anno! Il calcio non vive soste, Martedì arriva il Villareal per la seconda giornata di Champions, il 1 Ottobre, l’Inter di Ranieri, vittoriosa per 3-1 a Bologna. Gli esami non finiscono mai e sono tutti estremamente difficili, riprendiamo fiato e rialziamo presto la testa!
LA PAGELLA DI AZZURRISSIMO

DE SANCTIS: E’ una diga insuperabile, compie un intervento prodigioso su Natali, oltre due importanti parate su Montolivo e Romulo!
Sanctis Subito.
VOTO: 7
CAMPAGNARO: Hugo vive un buon periodo, in forma fisicamente e lucido in tutte le sue giocate, copre bene la sua parte di campo e spesso lo si vede in fase offensivo, stasera, meglio dei nostri attaccanti, in alcune circostanze!
VOTO: 6.5
CANNAVARO P.: Positiva la 200 esima gara del Paolone capitano, non era facile contenere le manovre della Viola con i pericolosi Jovetic e Montolivo, per vie centrali. Le gare sono tante, speiramo che lui non molli.
VOTO: 6
FIDELEFF: Non era facile esordire al S.Paolo dopo il liscio clamoroso di Chievo, oggi era meno sciolto del primo tempo al Bentegodi, rischia uno svarione simile nel 2 tempo, Mazzarri lo ha sostituito nel momento decisivo del suo calo, con Aronica.
VOTO: 5,5 (dal 53°, ARONICA: è sempre più ‘dentro’ i meccanismi del Napoli di Mazzarri, sia in fase difensiva che offensiva, stasera, sono sue le conclusioni più pericolose del Napoli).
VOTO: 6,5
ZUNIGA: Sostituire Maggio non è affatto semplice, ma Camillo lotta per tutti e 90 minuti, in più, non è impresa facile superare i laterali Fiorentini, spesso crea scompiglio sulla sua fascia destra, bisogna dare fiducia a questo ragazzo, fisicamente sta meglio di altri.
VOTO: 6
GARGANO: Stasera non era il Walter delle gare precedenti: lento, distratto e poco voglioso di dare quello sprint vincente, visto contro il Milan Domenica scorsa. Il Napoli ha bisogno di lui, spalla perfetta dello svizzero Inler, ma sfruttiamo le prestazioni di Dzemaili che non è ancora al top della forma.
VOTO: 5.5
INLER: Una brutta gara dello Svizzero, lui faro del centrocampo del Napoli, stasera ha pensato bene di accendere una piccola lampadina…il buio in quella zona di campo. Mancando le sue verticalizzazioni e le sue aperture, di conseguenza cala vertiginosamente il gioco del Napoli.
VOTO: 5
DOSSENA: Forse non era la gara giusta per schierarlo, lui il più frastornato di tutti, ma assolutamente giustificato. Tornerà a volare sulla fascia, speriamo presto, già da Martedì! VOTO: 5.5 (dal 72°, PANDEV: Pochi minuti per vedere un giocatore ancora lontanissimo dalle sue migliori performance, non incide e soprattutto non prova mai a tirare in porta, spaesato.
VOTO: 5

HAMSIK: Appare, scompare, qualche tocco interessante, ma non accende il match come dovrebbe fare. Ci aspettiamo sempre tanto dal giovane Marek, mi auguro a questo punto di vederlo forte e decisivo nella gara con l’inter!
VOTO: 5,5
LAVEZZI: Acciaccato, svogliato, frastornato. Sembrava partito molto bene, con il passare dei minuti, si spegne quella piccola fiammella che sembrava essersi accesa, vogliamo non ‘POCHO’ ma molto di più dal giocatore più acclamato dalla folla napoletana.
VOTO: 5 (dal 81° SANTANA: s.v. per l’ex della gara).
CAVANI Oggi ha recuperato palloni in difesa ed a centrocampo ed inevitabilmente ha fatto poco il suo mestiere, il bomber. Pochi palloni giunti, lo portano spesso a tornare indietro, ho avuto gli incubi quando sul finale partita, l’ho visto sulla fascia destra, modello Uruguay di Tabarez. Credete in Gesù.
VOTO: 5.5
All. MAZZARRI: Dopo la disfatta clivense, pensavamo di vedere la sua squadra, rabbiosa e vincente in campo, al ritorno sul prato amico, invece, abbiam visto tutt’altro, c’è bisogno assolutamente di ricaricare l’ambiente e far benissimo con Villareal ed Inter. Mazzarri, può!
VOTO: 5.5
Giuseppe Libertino

Napoli-Fiorentina, binari paralleli

“Riparto da lì, dalla giornata di ritorno di una sfida sospesa, su un prato d’erba e di criptica e vigliacca zizzania, dove l’eroe delle tre categorie si è fermato.
Sembro impazzito o generatore di pronostici. E’ il 15 gennaio 2011, si gioca Napoli – Fiorentina, Gianluca Grava è lì, la lesione al suo legamento crociato della gamba sinistra separa le strade tra passato e futuro, collimando un vortice di paura che sembra fiorire improvvisamente, come se esistesse la Verona – Firenze.
Oggi vorrei che si ripartisse da qui, da quella partita sospesa per incidente ad un pezzo di stadio, di società, di tifoseria, di senso civico, di abnegazione; oggi vorrei che si ripartisse da Gianluca Grava, dalla sua inquantificabile esperienza di plasmabilità di ruolo, capace di farlo diventare dal nulla di Edy, al genio di Walter.
E sento che lui vacilla, come un uomo che scende in campo senza un rene, dove sento che ci sono viaggi senza ritorno, ma questo, questo è fatto per lui. Bentornato Gianluca, anche se non giocherai”.
Torniamo al quotidiano. Vacanze di Natale con le Hogan al piede, due famiglie dal potere sportivo simile, di storie diverse, di amicizie velate, di idee calcistiche diverse.
I Della Valle comprarono nel 2002, dal vero rivale della Filmauro, l’attuale senatore Vittorio Cecchi Gori. Il viaggio dalla Florentia Viola su campi sterrati, ebbe un percorso antecedente a quello del Napoli Soccer, costretto ad ingoiare assenza di potere e sfortuna che oggi santifichiamo.
C’è chi porta una coppa colma d’acqua, lentamente, chi corre per far prima, ma arriva mezza vuota; c’è chi rammenta Bonomi contro l’Avellino e un anno in più di Purgatorio in C e chi rammenta squadre seste in serie B, ma comunque promosse nella massima serie; c’è una calciopoli con condanne inconfrontabili che speriamo non appartenga al nostro attuale calcio, almeno lo speriamo.
Andrea e Diego, da una parte, Aurelio dall’altra. Società solide, idee progettuali simili, ma risultati senza paragoni. I primi sembrano stufi, incapaci di gestire i casi Montolivo e simili, dilaganze mentali di ragazzini buffoni e sopravvalutati, seppur in fase di rinascita per un nuovo ciclo; mentre i secondi nascono col concetto di tifoseria aziendalista, di marketing e futuro produttivo.
L’evento è secondo me già scritto, il Napoli ha sete, troppa per una coppa smezzata, la Fiorentina ha scritto tantissime pagine, ma non ha trovato il Gabriel Omar Batistuta, che Checci Gori, seppe consegnare a questo torneo. Il magro erede sembra aver fatto un lungo “Salto” dall’Uruguay, per approdare però ai piedi del monte Somma, e continuare l’arte cinefila nel calcio.
Che vinca il migliore.
Domenico Serra

Fonte:TifoNapoli

venerdì 23 settembre 2011

Mazzarri: "Al primo passo falso, tiro al bersaglio. Turnover necessario per il rischio infortuni"

Walter Mazzarri ha parlato nella consueta conferenza stampa pre-partita. Domani c'è la Fiorentina, ma si guarda agli errori commessi contro il Chievo: "A Verona ce la stavamo giocando, forse potevo aspettare un po' prima di operare qualche sostituzione. Purtroppo l'infortunio di Maggio mi ha fatto saltare i piani. Volevo sostituire uno dei due difensori argentini con Paolo Cannavaro. In partcolare - prosegue il tecnico - Fideleff ha disputato una grande gara, è stato uno dei migliori in campo. L'errore è arrivato anche perchè non era al meglio, poi ci si mette anche la sfortuna. Se mantenevamo il risultato sul pari, potevamo anche tentare un assalto finale per portare a casa l'intera posta in palio".
Su Pandev e Mascara: "I ragazzi avevano voglia di far bene, forse erano troppo carichi e nervosi", poi torna sul turn over: "Era necessario, devo tutelare la condizione fisica dei miei ragazzi, dopo i match di Manchester e Milan non potevo evitare di cambiare. La rosa è meglio attrezzata rispetto alla scorsa stagione, ma ciò non toglie che io debba mantenere salda l'integrità fisica del gruppo.
Maggio ad esempio aveva bisogno di riposo, il mio preparatore atletico mi aveva annunciato che potevano esserci dei problemi". Ancora sugli attaccanti di scorta: "Hanno fatto il possibile, ma vedo troppa tensione su questi ragazzi, come su tutta la squadra. Mi aspettavo che al primo passo falso ci sarebbe stato un tiro al bersaglio.
Stiamo calmi, quando sono arrivato io a Napoli, la squadra non vinceva mai in trasferta. Ora, dopo la sconfitta di Verona, piovono critiche. Se ho fatto delle scelte è perchè sono stato costretto. Lavezzi è rimasto a casa per dei motivi, Campagnaro, Cannavaro, Maggio, Hamsik e Cavani erano a rischio, e non potevano partire titolari.
Lucarelli in futuro potrà darci una grossa mano, così come è successo l'anno scorso quando grazie ad una sua spizzata, Cavnai ha segnato contro la Lazio e ci ha regalato l'acesso diretto alla Champions League. Le mie scelte sono sempre ponderate, io lavoro tutto il giorno solo per il Napoli e mettere i calciatori in campo non è cosa da poco".
Ma veniamo alla Fiorentina: "Sar complicato mettere in campo la formazione migliore. Non posso non considerare che dopo ci sono Villarreal ed Inter. Affrontiamo una squadra molto forte, ci sono calciatori del calibrod di Jovetic, Montolivo, Behrami. Sarà durissima, come tutte le partite di A; il campionato si è livellato.
Mi dispiace per l'assenza di Gilardino". Sui dieci anni di panchina, Mazzarri preferisce calare il tono e si limita a precisare: "Sono stati dieci anni in cui ho maturato esperienze importanti". Dubbi di formazione: "Devo valutare le condizioni dei miei uomini. Non vorrei schierare Aronica se non è al top, è in ballottaggio con Cannavaro.
Dzemaili non è nella miglior forma. Gargano invece sta benissimo e credo che lo schiererò tra i titolari. Andiamo avanti per la nostra strada. Scudetto? Un passo alla volta, anche quando ero in C2 mi dicevano che in C1 dovevo confermare le mie qualità . La città comunque è matura. Dopo aver perso contro il Chievo, i tifosi ci hanno egualmente sostenuto.
Io in tutto preferisco sempre vedere il bicchiere mezzo pieno. Chi lo dice che dobbiamo vincere tutte le partite in trasferta? Chi dice che il Napoi è primo candidato allo scudetto? Ci sono squadre con 100 milioni di ingaggio! E poi non è vero che contro il Chievo hanno giocato le "riserve": De Sanctis, Aronica, Gargano, Maggio, Zuniga, Dzemaili, sono tutti titolari! Se ho cambiato i difensori è per necessità di forma fisica.
Pandev non è al massimo della forma, ma crescerà come tutti e i difensori si sono ben comportati se valutiamo la partita nel suo complesso. Purtroppo abbiamo preso gol proprio quando sono entrati i titolarissimi. S'è persa una partita in modo particolare eppure sembra che ci sia un'inquisizione contro di me. Ma va benissimo così, sono qui, sparatemi pure! Noi continueremo a lavorare umilmente, senza lasciarci condizionare" (fonte Napolipress)

IL DOMENICO SPORTIVO. Serra: "La verità è che il Napoli soffre i trequartisti e che Pandev gioca a nascondino"

Un collega milanista piange d'un pareggio contro una squadra superiore, mentre un milanese in tv se la ride; gli interisti gioiscono, quando mollano per l'ennesima volta l'idea di nuovo qualitativo per tornare ad un passato irripetibile; il romano è bluffato negli ultimi minuti come uno scolaro che ha tanti banchetti nuovi e una cattedra ingombrante, scomoda e inutile, che ha una targa con su scritto Francesco Totti; il laziale ondeggia in un limbo sublime gestito da un saggio allenatore senza coraggio; il bianconero pone le condizioni per vincere, distribuendo schiaffi morali in ogni direzione, perfino alcuni veri, immuni da squalifiche, sui volti di increduli avversari...

E poi ci sono gli azzurri rientrati da Verona, umiliati da quei ragazzi del quartiere Chievo, di un Di Carlo che ha mimato come una statuetta Pioli targato 2010-2011, per vincere una partita giocata contro un avversario che giocava senza porta altrui.

Disagi surreali legati ad un turnover forzato, a cambi numerici eccessivi, a schiaffi morali legati a scelte tecniche opinabili, quando il problema è stata semplicemente la posizione di Moscardelli, anche questa volta.

Tifosi, addetti ai lavori, giornalisti, criminalizzano i cambi considerevoli e improvvisi, senza pensare che l'unico che ha giocato quattro partite di seguito, ne ha subito distruttive conseguenze muscolari.

L'infortunio di Maggio ha sbilanciato l'assetto tattico, con Dzemaili spostato a destra e schiacciato sulla linea d'attacco, si è presentata l'incapacità di fare filtro sul terzino Fernandez. E poi, non me ne vogliate, ma un portiere lucido, che non ha giocato quattro partite di seguito, urla su quel cross chiamandosi la palla, non lascia Fideleff nelle condizioni di intervenire in una posizione non sua. Ad ogni modo, l'Ignacio sosia di Forlan, resta il migliore in campo, maestro d'anticipo ed un interessante sinistro, una partita sontuosa, dove un solo errore, deve essere premiato con la conferma sabato sera a Fuorigrotta.

La verità è che non possiamo ammettere che questa squadra può vincere il campionato, il pubblico e le sue pressioni mediatiche, distruggerebbero questa cornice d'azienda perfetta. Una squadra che in campo europeo vive il morbo del vizio del pareggio, in campionato può strafare, senza illusioni, ma concretamente, Ezequiel Achille Lavezzi permettendo.
Siamo fatti così, abbiamo anche noi nelle mani il destino di questa società, fingiamo che siano singole finali, ridimensioniamo una squadra sufficiente, costruita per vincere un campionato veramente ai limiti della mediocrità tecnico-tattica, sperando che Goran Pandev torni a fare il campione e smetta di giocare a nascondino.

Domenico Serra
Fonte:Azzurrissimo

giovedì 22 settembre 2011

IL PUNTO DI ANTONELLO PERILLO: "Sinceramente non ho capito Mazzarri..."

Lo scorso 24 febbraio Victor Ruiz debuttò, disastrosamente, sul campo del Villarreal. Considerato un talento tanto da essere stato acquistato per 8 milioni di euro, il giovane centrale spagnolo dovette attendere un mese esatto prima di essere provato in prima squadra: "Non si può rischiare in meccanismi molto precisi come quelli della nostra difesa", spiegò un infastidito Mazzarri. Giusto, visto che finanche Lucio, Samuel e Chivu hanno dimostrato nell'Inter di non riuscire ad adattarsi nel passaggio dalla linea "a quattro" alla difesa "a tre". E allora mi chiedo: perché lanciare nella mischia a soli venti giorni dal suo arrivo in Italia il carneade Fideleff, appena 13 presenze l'anno scorso con il Newell's Old Boys? E perché proporlo in tandem con un altro semi-debuttante, parlo di Fernandez, e in una difesa totalmente inedita, con Aronica chiamato a fare il vice Cannavaro? Lasciamo stare la cappellata mostruosa di Fideleff sul gol di Moscardelli... Singolarmente i due argentini hanno dimostrato ottima struttura fisica e discrete qualità tecniche, ma è sembrato assurdo testare questa sorta di difesa bis e d'emergenza in una gara dove i tre punti in palio valevano come in tutte le altre. Mah!!!
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L'anno scorso Hamsik, Lavezzi e Cavani erano imprescindibili e costretti a giocare sempre, solo loro e comunque loro, tranne rarissime eccezioni (a partire dalla solita gara di Villarreal) e ad ogni modo con al massimo uno solo di loro fuori dallo schieramento base (ad esempio a Cesena, quando il panchinaro Cavani entrò a gara in corso realizzando una doppietta). Non avrei mai puntato un solo euro sull'ipotesi che Mazzarri potesse decidere di rinunciare non ad uno, non a due, ma addirittura a tutti e tre i moschettieri insieme!!! Mah!!!
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Quanto all'attacco di scorta messo in piedi contro il Chievo, mi sorgono spontanee due domande. La prima: ma Pandev si era allenato in estate, prima di essere ingaggiato dal Napoli? Il macedone, che ha qualità tecniche indiscutibili, mi sembra che abbia quasi fatica a correre. La seconda domanda: ma Lucarelli che fine ha fatto? L'ex bomber di Parma e Livorno sembrava anche lui imprescindibile nei pensieri del mister. Poi, puff, nemmeno una convocazione. Mah!!!
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Infine, la mamma di tutte le considerazioni. Come hanno sottolineato in molti, nemmeno il Barcellona si è mai permesso il lusso di cambiare sette giocatori da una partita all'altra. E qui, con tutto il rispetto per i nostri bravi atleti azzurri, non abbiamo un Sanchez da fare entrare al posto di un Villa. Perché questo incredibile stravolgimento? Noi giornalisti non abbiamo sicuramente le conoscenze tecniche di un allenatore, soprattutto di uno come Walter Mazzarri che considero davvero tra i più bravi in assoluto e che stimo tantissimo sotto il profilo professionale e per spessore umano. Ma se andate a cercare sui motori di ricerca le opinioni di tanti di noi, compresi quelli considerati tifosi sfegatati, alla vigilia della sfida di Verona tutti -tranne una sola eccezione- consideravamo troppo rischioso stravolgere radicalmente l'intera formazione. Bastavano tre cambi, più due o tre sostituzioni mirate a gara in corso, per conservare muscoli ed energie mentali sufficienti in vista dei prossimi impegni. Non vorrei che i tre punti persi potessero farsi rimpiangere amaramente a fine stagione. Sinceramente Mazzarri non l'ho capito. Per questo, dopo tanti 7 e 8, gli ho messo 4 (e mezzo, per stima) in pagella. Pronto a dargli anche un bel 10 se voltiamo subito pagina.

Antonello Perillo

CHIEVO-NAPOLI. Per gli azzurri un suicidio tattico

Un suicidio tattico quello andato in scena sul campo di un modestissimo Chievo. Mazzarri non si limita a due o tre cambi, ma lascia fuori sette undicesimi della squadra che aveva schiantato il Milan. E un Napoli confuso, con due debuttanti in difesa e che parte  senza nemmeno uno dei tre tenori in attacco,  lascia l'intera posta in palio in casa dei veneti.

La prima occasione è degli azzurri al 16°, con Santana che fugge sulla sinistra, salta il portiere Sorrentino ma si allunga troppo la palla. Al 18° Mascara reclama un rigore per un contatto che comunque era fuori area. Al 39° scambio tra Zuniga e Santana, ma il servizio al centro per Pandev è impreciso. Nessun cambio dopo l'intervallo. Al 50° il primo tiro in porta di tutta la partita: è di Hetemaj dalla distanza; bravo De Sanctis. Al 57° entrano Inler e Cavani, al posto di uno stanco Maggio e di un fumoso Santana. Al 64° si fa vedere Cesar di testa su calcio d'angolo: palla fuori. Un minuto dopo De Sanctis non si fa sorprendere da un insidioso tiro da fuori area di Moscardelli. Poi è Paloschi al 68° ad impegnare severamente il portiere azzurro con un tiro ravvicinato. Occasione cui fa seguito quella creata di testa da Mascara, che poi esce per Hamsik. Al 72° clamoroso errore in area di Fideleff, che refala a Moscardelli un pallone d'oro: 1-0 per il Chievo. La reazione del Napoli si vede solo al 32° della ripresa, con un destro di Zuniga, fuori di poco.


LA PAGELLA DI AZZURRISSIMO

DE SANCTIS: inoperoso per tutto il primo tempo, scalda i guanti al 50° con una buona respinta su tiro di Hetemaj. Altre due buone parate, poi nulla può sul gol di Moscardelli. VOTO: 6.5

FERNANDEZ: dopo la buona impressione destata nei venti minuti giocati a Cesena, si ripete su buoni livelli. Fisico importante, buone chiusure, discreta padronanza nel liberare l'area. VOTO: 6.5

ARONICA: uomo di fiducia di Mazzarri si disimpegna di mestiere come perno centrale della difesa. VOTO: 6.5

FIDELEFF: attento, concentrato nel primo tempo, quando prende in consegna Thereau tra sportellate e anticipi. Male nella ripresa su Moscardelli, che lo fa ballare, fino alla clamorosa cappellata sul gol dei veneti. VOTO: 5

MAGGIO: sta molto sulle sue, senza mai accendere il turbo. VOTO: 6 (dal 57° INLER: prova a dare ordine e qualità alla manovra, ma la squadra sembra poco organizzata. VOTO: 6)

GARGANO: si vede che sta bene, ma sbaglia qualche passaggio di troppo, anche perchè costretto dalla inoperosità di Dzemaili ad inventarsi un po' regista. VOTO: 6.5

DZEMAILI: bada a tenere la posizione limitandosi a fare il compitino senza mai proporsi. Inler sembra avere tutt'altra personalità. Chiude come laterale, estemporaneo vice Maggio. VOTO: 5

ZUNIGA: evidenzia inizlamente qualche disagio nel disimpegnarsi sulla corsia mancina. POi prende quota e nel finale diventa una spina nel fianco della difesa clivense. VOTO: 6.5

MASCARA: come prima punta non è il massimo della vita. Si sacrifica, si sbatte, tira solo un secondo prima di essere sostituito. VOTO: 5

SANTANA: molto fumo pochissimo arrosto. VOTO: 5 (dal 57° CAVANI: il Matador entra

PANDEV: sprazzi di tecnica sopraffina, ma lo avremmo voluto vedere dall'inizio accanto ad altri due "tenori". Ancora a corto di preparazione, andava sostituito. VOTO: 5.5

All. MAZZARRI: decide di rivoluzionare per sette undicesimi la squadra, invece di far ruotare tre o quattro elementi al massimo. Prova a correggere qualcosa nella ripresa con gli inevitabili inserimenti di tre titolarissimi. E' alla terza sconfitta consecutiva contro il Chievo di Di Carlo. VOTO: 4.5

Antonello e Luca Perillo

mercoledì 21 settembre 2011

Parla Bigon: "Inler colpo più difficile, Pandev il più facile. Vidal era perplesso. Ruiz è un grande giocatore"

Il ds azzurro Riccardo Bigon ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport.

Bigon, se l'aspettava?
«Domanda, eventualmente, da rifa­re a marzo, aprile. Perché dopo due giornate di campionato e una di Champions, non azzardo valutazioni né entusiastiche né pessimistiche. Troppo presto».

Giriamo al largo: pensava mai che questo Napoli fosse così autorevo­le?
«Avevamo ben chiare le attitudini caratteriali e le caratteristiche tec­niche del gruppo, sapevamo dello spessore dei ragazzi: però è vero che prestazioni come Manchester e co­me quella con i campioni d'Italia del Milan danno soddisfazione e aiutano la crescita».

Come è nata questa squadra da scu­detto?
«Bel trappolone, questo: da scudet­to lo dice lei....».

Veramente lo dicono Lippi, Zoff, Mauro, Damiani, Altafini, il calcio intero (quasi)...
«Mi limito a sottolineare com'è nato questo Napoli, ch'è figlio d'un lavo­ro d'equipe. E' il Napoli d'una socie­tà che si confronta, che analizza, che rispetta i ruoli. E' il Napoli d'un pre­sidente ambizioso, che ci lascia car­ta bianca: non c'è, in questa squa­dra, un calciatore che non fosse sta­to scelto da me o da Mazzarri».

Il colpo più complicato?
«Il più estenuante, ed è noto: Inler. Ma in lui c'è sempre stata la volon­tà precisa di aderire alla nostra idea. Il suo entusiasmo non è mai manca­to. E' evidente che in fase di tratta­tiva possano sorgere problemi, ma sono stati risolti».

Il colpo più semplice?
«Pandev, senza ombra di dubbio. Un minuto di colloquio: ti piacerebbe? Sì. Poi De Laurentiis ha telefonato al presidente dell'Inter, Moratti, ed abbiamo chiuso».

Il rimpianto?
«Nessuno, perché abbiamo centrato gli obiettivi. Con Criscito è andata così, ma sono fatalista e penso che il destino abbia voluto separarci: ne abbiamo preso atto, ma non c'è ma­lanimo».

Eravate su Vidal...
«Non scendo nei particolari delle trattative, perché mi sembrerebbe inelegante. In termini generali, ab­biamo lasciato perdere ogni collo­quio con calciatori che sembravano perplessi dinnanzi al nostro interes­samento. A quel punto, abbiamo vi­rato».

L'impressione generale, a giugno, sosteneva l'ipotesi che uno dei tre tenori potesse partire.
«E alla distanza la verità è stata un'altra: i gioielli sono rimasti qua. Anche perché la loro volontà era precisa: continuare in questo Napo­li, divenuto sempre più intrigante. La loro è stata una scelta precisa, che ha provveduto a tener lontani ­insieme alle dichiarazioni di incedi­bilità del presidente - eventuali cor­teggiatori».

Ora si può (riba)dire: Manchester City e Zenit San Pietroburgo s'era­no spinte oltre per Lavezzi?
«No comment. Per me vale la realtà che viviamo, non quella che si può intuire o dedurre. E poi il mercato è questo. Ma nel Napoli ci sono anco­ra Cavani, il Pocho ed Hamsik, uo­mini che hanno espresso il desiderio di rimanere al centro d'un progetto d'un club credibile e carico di aspi­razioni».

Quanto incide, ovviamente in posi­tivo, il rapporto talmente solido, fraterno, tra lei e Mazzarri?
«Una premessa mi sembra dovero­sa: mi stupisco che in questo mondo, e intendo il calcio, ci si stupisca d'un rispetto reciproco e di una sintonia assoluta tra due figure così rilevan­ti all'interno d'una società. Con Mazzarri abbiamo un'intesa che si è consolidata negli anni, frequentan­doci assiduamente ed avendo una visione del lavoro simile, identica. Ma anche con altri tecnici sono an­dato d'accordo. E' il mio modo di es­sere».

Torniamo alla costruzione del Na­poli, all'estate, a certe esigenze sor­te in corso: si rompe Britos...
«Ed in tre giorni abbiamo dovuto in­tegrare l'organico. La bontà dell'or­ganizzazione ha consentito di indi­viduare in Fideleff il giovane su cui puntare. Vedere centinaia di partite, fare migliaia di chilometri, avere un quadro ampio, internazionale delle risorse è stato decisivo e di ciò devo dare atto a Micheli, a Mantovani, a Zunino, il nostro gruppo di lavoro scouting».

Volevate Juan....
«Ma con il Brasile è più complesso definire una trattativa e tre giorni non sarebbero bastati. Vero che Juan è di grandi prospettive, un ‘91 di gran livello; ma Fideleff ha solo due anni in più ed ha già giocato».

L'addio a Victor Ruiz ha lasciato perplessi...
«Un affare economico, certo. E poi una valutazione complessiva: Ruiz è calciatore di indubbio valore, tant'è vero che è titolare nel Valencia, che finirà per trovar posto tra i convoca­ti della nazionale spagnola; però va anche detto che talvolta le caretteri­stiche di un calciatore possano non sposarsi con quelle di un club o per­sino di un Paese. Lui per noi rimane di enormi prospettive, però forse è la Spagna si adatta di più alla sua in­dole».

E, come spesso accade, avete vira­to di nuovo in Sud America...
«La mentalità degli argentini in par­ticolare ha enormi affinità con il mo­do di pensare napoletano; ma anche uruguagi e comunque sudamericani in genere. Un calciatore del Nord Europa si ambienta con difficoltà maggiori».

Ha vinto uno scudetto da bambino e uno da adulto...
«Avevo otto anni quando mio padre, Albertino, conquistò la stella con il Milan; ne avevo qualcuno in più quando trionfò sulla panchina del Napoli. Ma so che c'è un altro tra­nello: io penso al Chievo, alle diffi­coltà che può creare un avversario che ci ha battuti due volte su due, l'anno scorso. Non so cosa accadrà al Bentegodi e lei vuol farmi sbilan­ciare sull'esito del campionato?».

martedì 20 settembre 2011

CHIEVO-NAPOLI. A Verona senza Lavezzi, Campagnaro e Dossena

Il Napoli fa visita al Chievo senza Lavezzi, Campagnaro e Dossena. I giocatori convocati dal tecnico Walter Mazzarri: De Sanctis, Rosati, Colombo, Aronica, Cannavaro, Fernandez, Fideleff, Grava, Dezi, Dzemaili, Gargano, Hamsik, Inler, Maggio, Zuniga, Cavani, Chavez, Mascara, Pandev, Santana.
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Dossena ha perso il papà. Ad Andrea e ai suoi familiari le più sentite condoglianze da parte di tutti gli amici di Amoreazzurro.

BORGONOVO AZZURRO - La rubrica del lunedi' di Stefano Borgonovo: "Edinson Cavani, la perfetta sintesi del bomber d'area di rigore"

NAPOLI - Cari amici di "Napoli Magazine", per tutti i supporters del Napoli e' sicuramente un buon inizio di settimana! Battere il Milan 3-1 e farlo mostrando carattere ed organizzazione e' un segnale evidente che la squadra di Mazzarri manda a tutto il campionato. La crescita degli azzurri, soprattutto nelle ultime due stagioni, e' stata costante per cui, come ha sottolineato giustamente Aurelio De Laurentiis, non c'e' molto da stupirsi. E' vero che nel Milan c'erano assenze pesanti, come quelle di Ibrahimovic e Boateng, ma il Napoli, sotto di un gol, ha avuto il merito di rimettersi subito in gioco. Col piglio della grande, non ha accusato il colpo, ha pareggiato i conti ed ha segnato altre due reti, chiudendo la pratica rossonera senza correre troppi rischi: questo aspetto fa capire che si e' acquisita una mentalita' vincente! Il merito e' di sicuro dell'allenatore, Walter Mazzarri, che non molla mai un centimetro e tiene tutti abilmente sulla corda. E' fondamentale abituarsi a vincere con scioltezza, come dissi proprio qui la settimana scorsa, e il Napoli ci sta riuscendo, anche se gli impegni sono tanti e se si veniva dalla dispendiosa e strabiliante trasferta di Manchester. Qualche tempo fa ho scritto un libro che si intitola "Attaccante nato". Da vecchio bomber d'area di rigore mi sento di fare un plauso speciale ad Edinson Cavani. I tre gol realizzati ai rossoneri, e quello al City, sono la perfetta sintesi delle caratteristiche che un bomber deve avere: potenza, classe e precisione. Con un "Matador" cosi' il Napoli puo' davvero fare sogni azzurri! Bravi anche gli altri singoli, con un Campagnaro sontuoso, un Inler perfetto geometra, il ritrovato Gargano, le fasce mobili con Maggio, Dossena e lo stesso Zuniga, senza dimenticare quei due gioielli che rispondono ai nomi di Hamsik e Lavezzi. Il dato che va registrato e' questo: la macchina partenopea sta diventando piano piano perfetta. Non ci resta solo che aspettare fiduciosi gli eventi, dato che le premesse sono davvero ottime.
Stefano Borgonovo
Napoli Magazine

lunedì 19 settembre 2011

IL PUNTO DI ANTONELLO PERILLO: "Niente dubbi: Cavani è l'erede di Careca"

La tripletta del Matador contro il Milan resterà scolpita nella storia del Napoli. La freddezza e la precisione dell'uruguaiano nelle conclusioni non hanno eguali nel nostro campionato. Siamo di fronte ad un campione assoluto. C'era chi riteneva che quello dello scorso anno (33 gol in 50 partite tra Serie A, Europa League e Coppa Italia) fosse un exploit a sé stante: "Cavani non potrà mai ripetersi a questi livelli", hanno detto in tanti. Lo stesso De Laurentiis, per stimando tantissimo il suo giocatore, nel corso dell'estate ha un paio di volte avanzato dubbi: "Ma siamo certi che chi ha segnato tanto nello scorso campionato riuscirà a fare lo stesso nel prossimo?". Dubbi legittimi, ma spazzati via nelle due super-sfide contro Manchester City e diavoli rossoneri. Se ancora non si vede all'orizzonte un nuovo Maradona (ci vorrebbe un miracolo di San Gennaro), possiamo ben dire che il Napoli ha trovato il nuovo Careca.
Il brasiliano, con le sue 95 reti in 221 partite con la maglia azzurra, fu fondamentale quasi quanto Dieguito per la conquista del secondo scudetto e della Coppa Uefa. Il Matador è sulle sue orme; anzi, media gol alla mano, è ancora più prolifico in fase realizzatia del fuoriclasse carioca. Careca era il vertice avanzato della Ma-Gi-Ca (Maradona-Giordano-Careca) che tanti successi ha regalato ai colori partenopei; Cavani è il vertice avanzato di un tridente (quello con Hamsik e Lavezzi) che può portare il Napoli e i suoi tifosi a raggiungere obiettivi che sembravano impossibili.

Antonello Perillo 

Napoli-Milan 3-1. Azzurri formato scudetto. Cavani l'"angelo" che annienta il Diavolo

Un Napoli formato scudetto travolge il Milan 3-1 al San Paolo. Azzurri guidati da uno stellare Cavani,autore di una splendida tripletta.Napoli in testa alla classifica con 5 punti di vantaggio su Inter e rossoneri.

LA PAGELLA DI AZZURRISSIMO

DE SANCTIS Vale praticamente un gol la sua parata su Aquilani, che poteva siglare il 2-2. Sembrava Zoff. Poi qualche uscita un po' da batticuore VOTO 7
CAMPAGNARO Non passa nessuno dalle sue parti. Cuore e muscoli VOTO 7
CANNAVARO Capitano ordinato e disinvolto. Pato e Cassano in difficoltàVOTO 7
ARONICA Si conferma dopo l'ottima gara di Manchester. Qualche disimpegno un po' troppo affrettato, ma è davvero maturato VOTO 7
MAGGIO Un motorino sulla fascia. Anche meglio di Dossena che mercoledì ha rifiatato VOTO 7.5
INLER Tanta grinta, ma anche qualche pasticcio. In difficoltà nel primo tempo con Aquilani che non dava punti di rierimento. Cresce nella ripresa VOTO 7
GARGANO Confeziona l'assist per il secondo gol di Cavani, ma non solo. Ordine e tenacia come non mai VOTO 7.5
DOSSENA Gioca più arretrato, non offre la solita spinta. Ma gioca una partita preziosa VOTO 6.5
(ZUNIGA Lucido e in forma VOTO 6)
LAVEZZI Nonostante il recupero in extremis, partita a perdifiato VOTO 7.5
(PANDEV Ancora un po' spaestato VOTO 6)
HAMSIK Grande prestazione in mediana, più a coprire. Ma quando riparte fa male VOTO 7
(DZEMAILI I suoi tiri sono un po' sballati. Ma fa quel che doveva fare VOTO 6.5)
CAVANI Una tripletta "da Dio. E potevano essere anche quattro VOTO 8.5

MAZZARRI Per come gioca questo Napoli, è tutto merito suo VOTO 8

domenica 18 settembre 2011

Rivogliamo l’educazione civica calcistica

Mi ritrovo qui, ad un festoso tavolo serale, divido un discutibile vino locale con trenta giovani amici e amiche simil sobri.
Siamo vicinissimi a Castellammare di Stabia, qui il vanto di una foto del Quagliarella all’ingresso, è quasi onorifica, sublime sigillo di qualità. A Napoli sono state rimosse da tempo, sostituite con foto di gente comune, sconosciuta, ma con un cuore, con una fede, con le ginocchia sane.
Sono assente, distratto, elucubrato in un vortice sferico, assuefatto da una malattia chiamata posticipo domenicale…
Sono già a domani sera, al Napoli – Milan, all’analisi di una sfida toscana di dubbio gusto, ma dobbiamo abituarci, il calcio è immensamente peggiorato, in classe, forma, rispetto, stile e qualità culturale.
Dinanzi a me c’è addirittura una tifosa del Milan, che brutti momenti.
Oggi il calcio è diventato offesa, sfottò, ci sono allenatori toscano-cagliaritani, disposti a nascondere il pallone di gioco, pur di rubare minuti all’avversario; ci sono violenti interventi che meriterebbero la radiazione, come quello di Lucio a Stekelenburg.
Penso alle sfide di molti anni fa, agli abbracci tra Gullit e Maradona, allo stile di Sacchi e a quello di Bianchi, ad un calcio ad uomo roccioso, alla sconfitta del primo maggio del 1988 per 2-3, a quello scudetto perso nelle ultime cinque giornate in un modo quasi surreale, ma onesto…
Perché parliamoci chiaro, quel Milan era superiore, vinse meritatamente, non ci furono errori di nessuna terna arbitrale, nessuna discutibile scelta tattica, era solo un Milan forte, di un presidente onesto e più solido del nostro, tutto qui.
Poi qualche anno fa, spunta il pentito Pugliese e dice di accordi tra Ferlaino e Fininvest, accordi che portarono immensi movimenti economici nelle casse di Corrado. Poi il totonero, la droga, ma tanto il caso venne archiviato e nessuno ricorda nulla. Addirittura giocatori coinvolti. E io devo sentir parlare sempre e solo della Juventus moggiana… Ma il Milan era più forte…
E allora la mia mente e il mio youtube, che mi allontana dal divertimento serale in modo quasi spocchioso e scortese, mi dirige al 27 marzo 1994, al miracolo Di Canio o a tempi recenti della nostra nuova e sana società, che forse con Reja ha umiliato Silvio, strappandogli via la nostra competizione.
E’ una sfida tra il passato e il futuro, tra debiti e onestà, tra corruttori che oggi sono corrotti e troppe telecamere, troppi occhi, troppi passati evidenti, per fotterci ancora. Comunque vada, siamo il futuro…
E ad ogni modo, sarà stata la foto-sigillo di garanzia, ma noi, abbiamo mangiato un vero schifo.

Forza Napoli
Domenico Serra

NAPOLI-MILAN: Mazzarri col dubbio Lavezzi, Allegri punta su Cassano-Pato

Entusiasmo alle stelle. In cinquantamila stasera al San Paolo -fischio d'inizio ore 20:45- per la maxi sfida contro il Milan. "In campo la squadra di Manchester", ha detto Mazzarri. Non ci sarà dunque il turn-over -rinviato alla trasferta di mercoledì prossimocon il Chievo. L'unica novità, rispetto alla splendida partita di Champions League, potrebbe essere l'impiego di Dossena sulla fascia sinistra al posto del pur bravo Zuniga. C'è poi il dubbio legato a Lavezzi. L'argentino, alle prese con un problema al tallone destro, è stato convocato, ma le sue condizioni saranno valutate con attenzione fino all'ultimo. In alternativa sembrano salire le quotazioni di Santana, rispetto a quelle di Pandev e Mascara. Il Milan, dal canto suo, arriva senza Ibrahimovic, Robinho e Boateng. Non cambia tantissimo, visto che in avanti i rossoneri si presenteranno con un tridente composto da campioni del calibro di Seedorf, Cassano e Pato.

sabato 17 settembre 2011

Mazzarri: "Giocheranno quelli di Manchester"

Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, alla vigilia del big match con il Milan: "L'euforia? Per me non ci sono problemi, quando termina una gara penso subito alla successiva. Ai ragazzi ho detto questo: se dobbiamo crescere bisogna archiviare subito ogni gara. Cerchiamo di migliorare i pregi che abbiamo. Non deve cambiare il nostro atteggiamento. Cerchiamo di affrontare il Milan nel migliore dei modi. Il dottore assiste i ragazzi ogni istante. L'ambiente deve sostenerci, deve essere quel qualcosa in piu'. Anche i tifosi ora sono piu' equilibrati. Dopo un'eventuale sconfitta non bisogna mai deprimirsi. Si va avanti un passo alla volta. Lavezzi? Deve fare le cure, il dottore dovra' stargli vicino per capire se puo' giocare. La volonta' mia e sua e' di farlo giocare, ma non bisogna forzare la mano. In campo devono andare i giocatori al 100%. Se e' a rischio? Lo valuteremo e capiremo se e' al 100%. Il rapporto con Allegri? Io guardo al Napoli, non faccio confronti. A Manchester nel primo tempo c'era qualche timore di troppo, mentre nel secondo tempo il Napoli ha imposto il proprio gioco. Il risultato e' l'ultima cosa che tengo in considerazione, mi interessa la prestazione. Napoli in grado di sognare? L'anno scorso siamo arrivati terzi, c'erano solo due squadre sopra di noi. La crescita l'abbiamo gia' intrapresa. Negli ultimi anni siamo stati anche primi e secondi. Il turnover? Prima della gara col Manchester pensavo certe cose. Credo che vadano privilegiati quelli che sono scesi in campo a Manchester. Nelle prime gare ho raccolto delle impressioni. Ha detto bene Ranieri: per certi versi e' meglio affrontare subito il Milan. Credo che con i rossoneri faro' pochissimo turnover, al massimo con il Chievo e la Fiorentina. Il mio calcio e' lo stesso che pratico da 11 anni. Il City su quel campo aveva vinto 17 volte consecutive. Dobbiamo sviluppare il nostro gioco senza essere condizionati. Se Inler e Gargano vanno a completarsi? Certo, tutti i nostri 4 centrocampisti vanno a completarsi. Dzemaili avanzato? Puo' giocare in ogni zona del centrocampo. Dzemaili ha giocato bene anche con Inler. Non si e' visto benissimo Donadel perche' si e' fatto male. Galliani firmerebbe per la Champions al Milan e lo scudetto al Napoli? Io sono un allenatore e penso alla singola gara, perche' voglio che la mia squadra possa dare tutto in campo. Le assenze di Ibra e Lavezzi? Sono due assenze pesantissime, sono due giocatori che quando stanno bene sono fondamentali. Se vengono a mancare sono due assenze molto pesanti. Nei momenti di sofferenza bisogna tirare fuori gli attributi come ha fatto l'Inter di Mourinho. Col Cesena e' stata una gara diversa, non abbiamo sofferto molto. Gargano titolare? Devo valutare tutto nella rifinitura. Ci sono aspetti da non disdegnare. Ho 2-3 dubbi. Il Milan ha tutti giocatori forti, hanno un modulo collaudato. Cassano, Pato, Seedorf e Aquilani sono calciatori davvero bravi. Il Napoli vinse col Milan 1-0 nel 1994 con gol di Di Canio? Sono dati statistici, io penso all'oggi. Il calcio e' cambiato. Non torno sulla classifica degli ingaggi. Le due sconfitte col Milan dell'anno scorso? Sono archiviate. Pensiamo al presente. Questa e' una storia nuova. Quanto pesa l'impegno di Champions? Anche il Milan ha affrontato il Barcellona, l'unico dato statistico e' che abbiamo riposato 24 ore in meno. Non e' una polemica, ma un dato reale. Avrei detto lo stesso se al posto del Milan c'era qualche altra squadra. Se puntero' su Pandev nel caso in cui non dovesse farcela Lavezzi? E' una bella domanda. Il meccanismo di gioco e' lo stesso. A Pandev ho detto che deve recuperare la forma migliore. E' un giocatore bravo che pero' non tocca palla se la condizione non e' ottimale. Dzemaili mi ha impressionato. Potrei ripetere la scelta fatta nel secondo tempo col City, c'e' Santana ma anche Mascara che sta bene. Senso di rivincita? Ce l'ho sempre. Roberto Mancini ha ammesso che il City era piu' avanti nella preparazione, poi siamo scesi in campo ed e' finita li'. Non amo le polemiche. Zuniga? E' quello che mi da' piu' soddisfazioni da allenatore. Mi inorgoglisce. Anche quando segno' l'anno scorso. A Manchester e' arrivato a tirare e copre in difesa alla grande. E' un calciatore di grande prospettiva. Se faro' vedere la prima mezz'ora di Milan-Lazio alla squadra? E' un input buono, non ci avevo pensato. Io pero' non penso mai agli altri. Speriamo di mettere in difficolta' il Milan. Un mio amico diceva: "Cosa deve dire un mister ai propri ragazzi? Facciamo due gol, poi si vede". Il problema pero' e' farli i due gol. Bisognerebbe fare come la Lazio e poi continuare per 90 minuti". (fonte Napoli Magazine)