mercoledì 28 settembre 2011

La “guerra del 15’- 18’” vide soccombere un sottomarino giallo.

“Il calcio è fonte divina di destabilizzazione emotiva, a me addirittura sale la febbre a trentotto, comincio a tremare, sono colto da sudore e xerostomia, non posso, proprio non riesco a vedere un avvenimento di novanta minuti da solo, per avere una spalla sulla quale piangere o un amico da abbracciare”.

Immagino Paul McCartney fare il playback de “O ‘surdato ‘nnammurato” in tribuna al San Paolo di Napoli, mimando l’opera di Aniello Califano e di Enrico Cannio al fianco di Aurelio e Gigino trasportato da sessantamila tifosi; dimenticando quella splendida e umana “Yellow submarine” rubata dal comune valenciano di Villareal per farne un mito calcistico illogico e insensato.

Il San Paolo è un luogo di miracoli inadatto all’europea competizione della Champions league: è un teatro superato di tifosi mai silenziosi che di cori partecipano plasmando il risultato; è un’arena dove si sfidano fazioni greche di spettatori sudamericani; è uno stadio strutturalmente superato e troppo pieno di ricordi; d’europeo vedo pochissimo.

E’ stato un Napoli cinico e coraggioso, fortunato a reggere una condizione fisica di un mese in ritardo rispetto al Villareal; è stato un po' il Napoli di Reja, di Gargano e Marino, che ha approfittato di una immensa voglia di vincere e di un calcio spagnolo che io proprio alle volte non digerisco.

E’ un passo molto lungo verso la quasi matematica Europa league, ma è presto per spiarsi nell’immagine di uno specchio dove ci si sogna campioni, perché come dice il mago Walter, questa è una squadra unita dove l’esigenza del singolo è sempre messa da parte per restare uniti e dare tutto.

Il calcio tedesco, di Monaco di Baviera, ci aspetta con sete di rivincita di una semifinale Uefa, così lontana nei cuori dei giovani ma così solida necessità di riscatto.La corazzata Bayern ha una qualità superiore rispetto ad un Villareal quattordicesimo in campionato e di un Manchester City che vive di singole giocate prive di armonia e piene di grandi campioni inamalgamati. Bisogna restare concentrati.

Per ora milioni di tifosi si godono questa vittoria, dedicandola a discutibili opinionisti Sky anti-Napoli; al signor Allegri e al suo decantare l'inesperienza partenopea in Champions come se lui partecipasse a questa competizione da quindici anni; a Domenico Criscito e alla sua bellissima San Pietroburgo e a tutti quelli che da Paolo Rossi hanno rifiutato Napoli; al Fabio Quagliarella e a Leandro Rinaudo e alle loro sirene juventine; alla sudditanza arbitrale italiana; a Silvio e ai preferenziali diritti mediaset premium; alla voglia di calcio pulito e alla sete di una città che ha voglia di turismo, rispetto, riscatto e cultura anche extra-calcistica. Tifiamo per il Napoli e difendiamo la nostra Napoli, aspettando che “O surdato 'nnammurato”, conquisti anche Milano.

Domenico Serra

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