domenica 18 settembre 2011

Rivogliamo l’educazione civica calcistica

Mi ritrovo qui, ad un festoso tavolo serale, divido un discutibile vino locale con trenta giovani amici e amiche simil sobri.
Siamo vicinissimi a Castellammare di Stabia, qui il vanto di una foto del Quagliarella all’ingresso, è quasi onorifica, sublime sigillo di qualità. A Napoli sono state rimosse da tempo, sostituite con foto di gente comune, sconosciuta, ma con un cuore, con una fede, con le ginocchia sane.
Sono assente, distratto, elucubrato in un vortice sferico, assuefatto da una malattia chiamata posticipo domenicale…
Sono già a domani sera, al Napoli – Milan, all’analisi di una sfida toscana di dubbio gusto, ma dobbiamo abituarci, il calcio è immensamente peggiorato, in classe, forma, rispetto, stile e qualità culturale.
Dinanzi a me c’è addirittura una tifosa del Milan, che brutti momenti.
Oggi il calcio è diventato offesa, sfottò, ci sono allenatori toscano-cagliaritani, disposti a nascondere il pallone di gioco, pur di rubare minuti all’avversario; ci sono violenti interventi che meriterebbero la radiazione, come quello di Lucio a Stekelenburg.
Penso alle sfide di molti anni fa, agli abbracci tra Gullit e Maradona, allo stile di Sacchi e a quello di Bianchi, ad un calcio ad uomo roccioso, alla sconfitta del primo maggio del 1988 per 2-3, a quello scudetto perso nelle ultime cinque giornate in un modo quasi surreale, ma onesto…
Perché parliamoci chiaro, quel Milan era superiore, vinse meritatamente, non ci furono errori di nessuna terna arbitrale, nessuna discutibile scelta tattica, era solo un Milan forte, di un presidente onesto e più solido del nostro, tutto qui.
Poi qualche anno fa, spunta il pentito Pugliese e dice di accordi tra Ferlaino e Fininvest, accordi che portarono immensi movimenti economici nelle casse di Corrado. Poi il totonero, la droga, ma tanto il caso venne archiviato e nessuno ricorda nulla. Addirittura giocatori coinvolti. E io devo sentir parlare sempre e solo della Juventus moggiana… Ma il Milan era più forte…
E allora la mia mente e il mio youtube, che mi allontana dal divertimento serale in modo quasi spocchioso e scortese, mi dirige al 27 marzo 1994, al miracolo Di Canio o a tempi recenti della nostra nuova e sana società, che forse con Reja ha umiliato Silvio, strappandogli via la nostra competizione.
E’ una sfida tra il passato e il futuro, tra debiti e onestà, tra corruttori che oggi sono corrotti e troppe telecamere, troppi occhi, troppi passati evidenti, per fotterci ancora. Comunque vada, siamo il futuro…
E ad ogni modo, sarà stata la foto-sigillo di garanzia, ma noi, abbiamo mangiato un vero schifo.

Forza Napoli
Domenico Serra

1 commento:

AntonioMarano ha detto...

Azz, mi dispiace Domenico che hai mangiato uno schifo.
La prossima volta diserta la "galletta" per un "panuozzo" e un vino decisamente più sincero.
Come al solito apprezzo moltissimo il tuo pezzo tranne sullo stile di Sacchi da accomunare a quello immenso di Bianchi.
Scusami ma ritengo Sacchi un personaggio costruito in tutte le sue parti, in stile Fininvest tutto giacca e cravatta, con il libricino del manager vincente e discorso già scritto. Talmente controllato da non poter sostenere il confronto in un calcio diverso.
Il vero Sacchi si è visto a Verona, in quella partita, ironia della sorte, che i scaligeri retrocessi vinsero contro i rossoneri sacchiani, facendoci restituire lo scudetto rubato.
Stile di chi e di che!!!
Sacchi ha avuto la squadra più forte del Mondo sia col Milan che con la Nazionale italiana quando intorno c'era tanta mediocrità. Fuori da queste ha fatto le pippe sia come allenatore che come uomo.
Stasera bisogna vincere, perchè noi napoletani, i cravattari costruiti li schifiamo!!!