mercoledì 29 febbraio 2012

Antonello Perillo a Filo Diretto: “Mazzarri bravissimo. Il Pocho goleador sorprende anche me che sono da sempre suo fan”

Il giornalista della Rai Antonello Perillo è intervenuto nel corso d “Filo diretto”, il programma sportivo di Rtn Tv condotto da Francesco Manno ogni martedi dalle 19 alle 20.30. Ecco i momenti salienti dell’ intervista. “Credo che Vinicio sia stato il migliore allenatore che il Napoli abbia mai avuto. Bianchi è stato un grande, ha vinto uno scudetto ma aveva anche una grandissima squadra. Vinicio fu il primo a portare la zona e la difesa alta, il suo era un gioco spettacolare, spumeggiante. Mazzarri sta facendo cose egregie. Già ora è da considerarsi tra i migliori di sempre ma io spero possa diventare in futuro il numero 1 in assoluto. Il Napoli sta recuperando posizioni in classifica perché ha migliorato sensibilmente la qualità della propria rosa. I nuovi acquisti avevano bisogno di ambientarsi e credo anche che Mazzarri, in alcune occasioni, abbia sbagliato il turn over, peccando forse di inesperienza . Penso ad esempio alla gara di Verona contro il Chievo in cui rinunciò all’ intero tridente oppure all’ inserimento di Santana in mediana contro il Catania. Sono sempre stato innamorato del Pocho. Ricordo che insieme a mio figlio Luca guardavamo le sue partite con il San Lorenzo ed esultammo quando vinse il campionato argentino. Fui molto deluso quando alla presentazione di Lavezzi ed Hamsik a Castelvolturno alcuni tifosi esposero striscioni di protesta contro le scelte di mercato operate dalla società. Un plauso va fatto a Pierpaolo Marino per aver comprato due campioni. Non mi aspettavo però un Lavezzi goleador. Credevo fosse un calciatore fantastico ma sicuramente non freddo sotto porta. Per le prossime partite non credo che Mazzarri possa schierare Pandev dall’ inizio. Con quei tre fenomeni li davanti il macedone avrà un ruolo marginale in questa squadra”. (fonte Areanapoli.it)

martedì 28 febbraio 2012

Anche il Mattino celebra i “Rigatoni Azzurrissimi” di Enzo Battarra e Angela Landsbury

Ecco quanto scrive Cecilia Donadio a pagina 26 de Il Mattino.

«Yes, we do speak english», parliamo inglese, siamo europei. Nel San Paolo che riceve l’Inter aleggia ancora un certo non so che di spirito anglosassone, scie di humor vey very british appiccicati a sediolini e striscioni dedicati alla serata contro i blues: «The cold on the body – O’ fridd n’cuoll» è rimasto scolpito nei supporter del Chelsea che stanno ancora cercando la traduzione. Dal blog Azzurrissimo di Antonello Perillo scopriamo che a Los Angeles, anche nella notte degli Oscar, prima si vede Napoli-Inter e poi si mangiano i rigatoni Good Luck preparati dallo chef napoletano Enzo Battarra e sua moglie Angela, figlia della famosa «Signora in giallo» Angela Landsbury. Anche l’enigmistica conferma la nostra vocazione international. Perché se anagrammando Champions League viene fuori «Gesù, ma che Napoli» vuol dire che siamo calcisticamente globali nel dna. «How do you feel?» chiedo a un gruppo di mini tifosi azzurri e globalizzati. «Stamm’ ‘bbuono grazie» rispondono e uno aggiunge: «Potresti mandare un messaggio al bambino Filippo, quello che se la squadra perde lo prendono in giro a scuola?». Quale? «Noi tifiamo Napoli, tiè». E non c’è bisogno di traduzione.

lunedì 27 febbraio 2012

Il Pocho ci rende ancora contenti

Dalla tribuna Ilaria Puglia:

“Ho un sacco di amici interisti, uno si dichiara addirittura interista maradoniano riconoscendo il genio che è stato Diego. Quando siamo stati superiori noi, lo hanno sempre riconosciuto, persino più di quanto abbia riconosciuto io a volte i loro meriti. Sono forse i tifosi avversari con cui discuto meglio. Prima di venire allo stadio, li ho salutati su Facebook: «Non penserò neanche una volta a voi tra le 20.45 e le 22.45», ho scritto. E così è stato, mentre gustavo il panino con le melenzane a funghetti, mentre godevo delle splendide giocate che i nostri ci regalavano, mentre osservavo stupita la crescita di Inler. Quando Lavezzi ha toccato quella palla ho pensato: «Ecco, adesso o la lancia verso la curva o mi rende felice». E quando quella palla è entrata, mentre in tribuna ci abbracciavamo forte, mi sono venuti in mente proprio loro, i miei amici interisti. Quando tutti insieme, noi del San Paolo abbiamo intonato il coro per il Pocho, mentre sorridevo persino con le sopracciglia, ho pensato a Rossano, Luca, Alfredo. È a loro che dedico il mio sorriso. L’abbiamo meritata. A loro voglio bene, al Napoli di più.”

Fonte: Il Mattino

IL DOMENICO SPORTIVO. Serra: “Dobbiamo continuare a recuperare in campionato. E se il terreno del San Paolo non facesse pena saremmo già ai Quarti di Champions”

L’esultanza tra primo e secondo tempo Il Napoli vince alla fine del primo atto. Ma è solo un atto. Quante cose cambiano. Un atto non è sufficiente. E’ come applaudire al cinema, alla fine del primo, mentre scappi per comprare le bomboniere dell’Algida; come credere d’essere usciti dalla competizione della coppa Italia; come dire una settimana prima che Inler è scarso e poi restare in silenzio; un po’ come dire che Gargano è scarsissimo una settimana prima e poi… Resta un concetto. Tre milioni di euro di incasso e il Napoli è ancora sul baratro del dubbio qualificazione per colpa di un campo che fa schifo. Non c’è altro da dire, fa completamente schifo. Problemi idrici, di respirazione geologica, di imprese, di giardinieri. Un giardiniere guadagna molto meno di cento euro al giorno. Molti penseranno all’idiozia delle mie parole, visto che lo stadio è di uno, il giardino di un altro, i tifosi di un altro ancora, la società nemmeno a parlarne… E allora? A Cesena hanno fatto un campo finto perfetto per paura di non riuscire a gestire l’erba. Eppure lottano per la retrocessione. Esigo spiegazioni. Una partita del genere necessita di un campo con un tappeto come un biliardo, perfetto, preciso, livellato, resposivo, drenante. E invece ci appioppano la solita demenziale figura di merda col mondo. Quando eravamo piccoli i falsi rimbalzi, sul mio campetto di terremotati con buche e siringhe, li facevamo ripetere. Erano altri tempi. Ma su quel campetto tutto era concesso. Anche giocare coi palloni bucati. Ci attende un mese di sfide, di sofferenza e di attesa. Ho idolatrato Compagnoni e Mauro, telecronaca d’alto livello; ma anche le immense parole di Vialli, Rossi, Caressa, Ferrara professionisti spesso distanti dal Napoli. La verità è che qualsiasi lettore ora potrebbe pensare che anche il sottoscritto sia cascato nel baratro del pensare al Chelsea invece che all’Inter. E in effetti i quindici minuti tra un tempo e l’altro qui dureranno giorni preziosi, fatti invece di sfide fondamentali per il futuro partenopeo. Dobbiamo continuare a recuperare in campionato, sfasciare il Siena e… E? Rimboccarci le maniche che tra qualche minuto ricomincia il secondo tempo di Chelsea-Napoli. E questa volta, non ci saranno buche, ma nemmeno distinti a cento euro.

domenica 26 febbraio 2012

NAPOLI-INTER 1-0. La vittoria della maturità

Grazie ad una condotta di gara perfetta, il Napoli è riuscito a battere anche l’Inter, conquistando la terza vittoria consecutiva in campionato. Un successo fondamentale in chiave alta classifica, complice anche la sconfitta della Roma. Di Lavezzi la bella rete che ha deciso l’incontro, su assist di uno Dzemaili davvero perfetto come sostituto di Hamsik. Complimenti al Napoli, complimenti a Mazzarri che anche questa volta le ha indovinate tutte.
LA PAGELLA DI AZZURRISSIMO

DE SANCTIS: avrà pagato il biglietto per assistere alla partita? VOTO: 6

CAMPAGNARO: preferito a Grava, è costretto a giocare con la testa fasciata dopo la terribile botta rimediata contro Drogba. VOTO: 6.5

CANNAVARO: gara giocata con disinvoltura e personalità. Unica pecca, quel Pazzini lasciato tutto solo davanti a De Sanctis all’87°. VOTO: 6.5

ARONICA: gara sufficiente. La sua esplusione poteva, però, essere evitata. VOTO: 6

MAGGIO: punta spesso Nagatomo, mettendolo seriamente in difficoltà. VOTO: 6.5

GARGANO: corre con sagacia, senza sprecare inutilmente energie e soprattutto senza lasciare scoperta la posizione. Bene anche in fase di disimpegno. VOTO: 7

INLER: buona circolazione di palla, effettuata con discreta visione di gioco. Sembra aver ritrovato fiducia nei propri mezzi. Poco preciso nelle conclusioni dalla distanza. VOTO: 7

ZUNIGA: ormai è il titolare vero della fascia sinistra. Insiste troppo nel dribbling, a volte anche per sopperire al fatto di non essere un mancino naturale. VOTO: 6.5

DZEMAILI: la sorpresa della serata. Trova subito la posizione, pur giocando come vice Hamsik. Si propone e si fa vedere dai compagni. Suo il primo tiro della partita, suo lo splendido passaggio smarcante in occasione del gol del Pocho. Va spesso alla conclusione, anche di testa. VOTO: 8

LAVEZZI: segna un gol bello e importantissimo, a coronamento di un’ottima partita. VOTO: 7

CAVANI:si sacrifica molto per allungare la squadra e aprire varchi agli inserimenti di Dzemaili e Lavezzi. Poco ispirato, però, in fase realizzativa. VOTO: 6.5

All. MAZZARRI: il suo Napoli è tornato ad essere una macchina perfetta. Ha avuto ragione lui: Dzemaili perfetto come vice Hamsik. VOTO: 8

Antonello e Luca Perillo

sabato 25 febbraio 2012

Antonello Perillo a Radio Marte: “Fino a tre turni fa non credevo più al terzo posto. E’ un Napoli straordinario”

A Marte Sport Live ha fatto il suo intervento il Vice Capo Redattore del TGR Campania, Antonello Perillo. Ecco quanto evidenziato da Tuttonapoli.net: “Inter? Indubbiamente per il Napoli è un’ occasione straordinaria, battere i nerazzurri vorrebbe allungare su di loro in classifica e metterli per il momento in un angolino. In avanti, tralasciando Milan e Juve, non c’è nessuno di irraggiungibile. Fino a due tre turni fa non ci credevo più di tanto, invece questo Napoli è davvero straordinario. Mazzarri ha fatto un grande lavoro e il presidente sa come motivare i ragazzi”.

MAZZARRI vs RANIERI - “I dati sono tratti da Footballdata. Mazzarri e Ranieri si sono sfidati dieci volte e c’è quasi da non credere ma Ranieri non è mai vinto: 4 le gare vinte da parte del tecnico livornese e 6 invece i pareggi. Nelle ultime 4 occasioni Mazzarri ha sempre vinto, senza subire gol. Il Napoli, numeri alla mano, dovrebbe essere favorito ma non mi fido di questi big-match”.

PRONOSTICO - “Vinciamo 2-0 doppietta di Cavani”.

giovedì 23 febbraio 2012

Cecilia Donadio: “Votiamo Aronica sul sito dell’Uefa!”

I cavalieri che fecero l’impresa hanno guadagnato prime pagine e articoli di fondo, Cavani, Lavezzi, l’esultanza rabbiosa dei gol hanno fatto il giro del mondo sportivo. Ma se come dice Mazzarri “il calcio è fatto di episodi” ce n’è uno in Napoli Chelsea che può essere considerato la chiave di volta della partita. Minuto 14 del secondo tempo. Mata pesca Didier Drogba che in corsa semina Cannavaro ed è pronto a infilare De Santis. Da destra però arriva Turbo – Aronica, si frappone in acrobazia tra giocatore e pallone, e con un doppio colpo di sinistro mette in angolo. Sarebbe stato il 2 a 2. Dopo cinque minuti il Pocho sigla il definitivo 3 a 1. Ora questa prodezza impagabile di Totò è riportata sul sito dell’Uefa nel sondaggio “Alti e Bassi” insieme a quelle del portiere del Cska Sergey Chep Chu Goy, del numero uno del Bayern Manuel Neuer, e dell’attaccante dell’Olimpyc Marsiglia Andrè Aiù. Si votano le azioni più significative della settimana Champions. Si vincono i biglietti per la finale di Monaco. Al momento Aronica è secondo con il 28% di preferenze. Ma c’è ancora tempo per votare. Perché senza scudieri i cavalieri non andrebbero da nessuna parte.

Cecilia Donadio (Rai Tgr Campania)

Trapattoni: “Contro il Chelsea e’ stato il trionfo tattico di Mazzarri”

«E così gli inglesi imparano. Imparano che a trattarci sempre con superiorità e arroganza alla fine si viene puniti». Lo sberleffo ultimo a quei gradassi dei club milionari britannici, la pennellata decisiva, lo firma Giovanni Trapattoni, dal 2008 sulla sponda irlandese della «perfida» Albione come ct dell’Eire. «Lo ammetto, per noi che alleniamo da quelle parti, aver visto il Napoli battere il Chelsea con tanta personalità e classe è motivo di grande orgoglio. È stata la riscossa dell’Italia e del suo calcio». L’inossidabile uomo dei dieci scudetti con cinque squadre (Juve, Inter, Bayern, Benfica, Salisburgo), globetrotter vincente in Italia, Germania, Portogallo, Austria e adesso a Dublino, ride e racconta.
A Londra dicono che il Chelsea ha perso per colpa di Villas-Boas.
«Sono i soliti presuntuosi. Non riconoscono mai i meriti degli altri. Il Napoli ha dominato, ha dato una lezione di calcio al Chelsea, Mazzarri ha dimostrato di essere un tecnico di spessore internazionale: altro che suicidio degli inglesi, la gara è stato un trionfo tattico di Walter».
Che è poi l’apoteosi del classico gioco all’italiana?
«Dice? Non sono d’accordo. Ormai tutti si difendono e appena possono ripartono in contropiede, lo fanno tutte le big d’Europa. Gli interpreti in campo sono quelli che firmano la differenza. E poi anche il Milan con l’Arsenal mi pare abbia fatto così. Sono luoghi comuni. Come quelli che dicevano che il Trap era un difensivista: tutto falso, i miei terzini hanno segnato sempre più di tutti e ai miei tempi, con la Juventus, bastonare le squadre inglesi era all’ordine del giorno».
Lei ha vinto qualsiasi cosa, eppure è davvero così felice?
«Di più, sono orgoglioso di essere italiano dopo la gara del San Paolo. Noi emigranti siamo fatti così. Per troppo tempo siamo stati succubi del calcio anglosassone, ora stiamo mettendo a posto le cose. Gli azzurri al San Paolo hanno giocato senza sudditanza, con un’interpretazione corale meravigliosa. Il Napoli non è solo il Pocho e Cavani».
Cos’altro le è piaciuto?
«Lo spirito agonistico. Che è poi quello del suo allenatore che ricordo fin dai banchi di Coverciano. Il Napoli non si è mai arreso e anche quando ha incassato il gol si è subito rimesso in piedi. Roba da grandi, in quei casi si rischia anche di mollare tutto e di lasciarsi andare. Il calcio italiano ha dimostrato di non meritare i giudizi severi che ha ricevuto. E ora nel Napoli trova una delle espressioni migliori».
Il lato oscuro della faccenda è il campionato?
«Il dispendio nervoso della Champions è enorme, non è facile ricaricare le batterie. Il terzo posto non è impossibile ma a patto che il Napoli cominci a vincere sprecando meno energie. Come faceva la mia Inter nel 1989».
Lei si affida all’ampolla con l’acqua benedetta donata da sua sorella, suor Romilde, mentre Mazzarri ai santini del sottoscala del San Paolo…
«Spero che non sia per scaramanzia. Io sono un credente, praticante. Prego e mi affido a Dio non per vincere una partita o per far segnare un mio giocatore: prego contro l’invidia e la cattiveria delle persone. Mi auguro che anche il tecnico azzurro lo faccia con questo spirito».
Quel gol di Mata ha rovinato un po’ la festa?
«Purtroppo è così. Lo svarione di Cannavaro lascia ancora aperto il discorso qualificazione. Ma il Chelsea allo Stamford Bridge si può contenere facilmente: non gioca mai con stravolgente pressione. E poi per loro sarebbe un errore sbilanciarsi troppo: lascerebbero degli spazi enormi su cui Lavezzi potrebbe scatenarsi».
Ho la sensazione che sia l’argentino il suo napoletano preferito?
«Non lo conosco personalmente ma sul piano nervoso ha una marcia in più. Io me ne intendo e lo vedo. Emotivamente, al di là delle doti tecniche, ha lo spessore del leader».
La sua prossima sfida è l’Europeo?
«Con l’Eire abbiamo parlato della vittoria della Grecia nel 2004, e allora perché non pensare di fare lo stesso? Non voglio creare illusioni, ma dico: voglio arrivare almeno ai quarti. Il che significa eliminare o Italia o Spagna. Sarebbe un’impresa enorme».
Trapattoni, senza pubblicità: ma dopo Mazzarri allenerebbe il Napoli?
«Alla fine del contratto con la federazione irlandese, dopo i Mondiali in Brasile, avrò 75 anni. Potevo farlo da giovane ma mi ha sempre un po’ spaventato la passione di quella città. Altrimenti avrei detto di sì prima a Fiore e poi a Ferlaino».
Fonte:Il Mattino

mercoledì 22 febbraio 2012

Pocho finalmente in versione goleador: “A Londra non dovremo difenderci, ma fare altri gol”

A vederlo ieri sera segnare con la semplicità dei fuoriclasse, ad ammirarlo migliore attore protagonista, a scoprire minuto dopo minuto come abbia saputo cavare il Napoli fuori dall’imbuto della propria tensione nella gara più importante della storia recente del Napoli, ci si domanda come sia possibile che il Pocho Lavezzi faccia gol solo con il contagocce. Nella notte magica di Fuorigrotta arrivano due suoi prodigi, i primi in Champions (più cinque in campionato in questa stagione), che consegnano agli azzurri le sorti del proprio destino, da giocarsi a Stamford Bridge: “Mi aspettavo questa vittoria, ma non è un risultato che ci fa stare tranquilli in vista della gara di ritorno a Londra. Lì dobbiamo andare non per difenderci, ma per tentare di fare altri gol. Il 3-1 non è un risultato che ci deve far stare tranquilli. Dovremo affrontare il Chelsea con la solita umiltà. Ma abbiamo tanta, tantissima fiducia di poter passare il turno, anche se ci sarà ancora da soffrire”. Contro i Blues Lavezzi è stato principesco. I compagni, all’inizio, sono come paralizzati, curvi sotto il peso della partita che tutti i napoletani aspettano da due mesi. Lui no, lui è sciolto, libero da pensieri diversi dall’unico degno di un centravanti: il gol, da segnare o da fare segnare agli altri, perché l’argentino ha anche il dono dell’altruismo. Ma gli è bastato dare un’occhiata al russo Ivanovic e a David Luiz – i due difensori di Villas-Boas con il compito di occuparsi di lui – per decidere che poteva essere la sua serata. “È stata una partita fantastica, preparata bene con Mazzarri in questi giorni: abbiamo preso un gol ingiusto per un errore banale che può capitare. Per fortuna ho subito segnato la rete del pareggio. Ma tutta la squadra è stata super”. Un protagonista, Lavezzi, fin dai primi minuti del match quando ha fatto le prime prove: qualche scatto, qualche abbozzo di dribbling da dinoccolato giocoliere qual è. Poi, appena dopo la prima mezz’ora di uno spettacolo emozionante in cui il palcoscenico se l’era immeritatamente preso lo spagnolo del Chelsea, Juan Mata, ha deciso che la scena se la doveva prendere tutta lui. “Se non avessimo preso quella rete ora saremmo con un piede nei quarti”, ammette sornione. Sullo 0-0 il Pocho sbaglia un aggancio davanti a Cech, il portiere che gioca col caschetto e con due placche nella testa: la palla gli schizza via, più per colpa del terreno scivoloso che sua. Nella ripresa sbaglia in contropiede un gol facile facile: “Non lo so perché faccio degli errori del genere, però li faccio spesso. Ho calciato malissimo – dice il Pocho – ma in quell’azione nel secondo tempo per prima cosa ho sbagliato il controllo della palla. Meno male che poi mi sono riscattato subito dopo”. Nell’essenzialità della letale azione dell’1-1 c’è molto di principesco: compreso il coraggio di tirare dai 20 metri, mirando proprio dove Cech non può mai arrivare. “Questi gol sono per mio figlio Thomas”, la dedica scontata e annunciata. Genio e modestia. “È un bel vantaggio il 3-1 ma non montiamoci la testa, il discorso qualificazione è ancora tutto aperto: non è un risultato che ci consente di essere tranquilli. Conosciamo la loro forza, a Londra saranno arrabbiatissimi”, insiste l’argentino. In panchina per la prima volta c’era Nicolò Frustaluppi: “Secondo me Mazzarri non deve più venire… perché Frustalupi porta fortuna, quando vediamo lui in panchina vinciamo sempre”, dice ovviamente scherzando. Poi fa una piccola ammissione: “Mazzarri era qui nello stadio, mica in albergo”. Poi capisce che di aver commesso il suo unico errore della sua splendida nottata e fa subito retromarcia: “Non è vero, scherzavo. Era in albergo”. Infine il pensiero ai tifosi: “È bello vedere tutta quella gente felice per la nostra vittoria, meritano questo successo”. (Fonte: Il Mattino)

NAPOLI-CHELSEA 3-1. Una vittoria stratosferica conquistata col cuore

VOTO: 6
CAMPAGNARO: col turbante in testa per una capocciata, ha giocato come un leone contro Drogba. VOTO: 7
CANNAVARO: la sua svirgolata poteva costare carissimo. Per il resto, gara sufficiente. Significativo che non sia demoralizzato dopo il brutto errore. VOTO: 5.5
ARONICA: ottima partita, sempre molto attento ed essenziale. Un suo recupero è stato provvidenziale a metà ripresa. VOTO: 7
MAGGIO: chilometri macinata sulla destra, peccato che non sia riuscito a mettere dentro la palla del 4-1. voto: 6.5
GARGANO: anche lui, come Maggio, ha corso tantissimo dal primo all’ultimo istante. Peccato per le solite imprecisioni nei passaggi. VOTO: 6.5
INLER: in netta crescita. Suol l’assist per il gol di Cavani. Pregevoli alcune aperture. Dovrebbe essere, però, a volte più svelto nel passar palla. VOTO: 7
ZUNIGA: tenta troppo il tip-tap, ma in fase di marcatura è piuttosto attento. VOTO: 6
HAMSIK: a Firenze aveva giocato un partitone, qui invece è sotto tono. Avrebbe dovuto dare un contributo maggiore al centrocampo, spesso soverchiato numericamente. VOTO: 6 (dall’81′: PANDEV: ha una buona occasione, ma non la sfrutta. S.V.)
LAVEZZI: fantastico, ha fatto numeri d’alta scuola e realizzato due gol fondamentali per la stagione del Napoli. Peccato per un terzo gol fallito. VOTO: 8 (dal 74°: DZEMAILI: da’ una mano al centrocampo. VOTO: 6.5)
CAVANI: un gol, un asisst vincente per il Pocho. E poi quanta generosità! VOTO: 7.5
All. FRUSTALUPI e MAZZARRI: partita studiata molto bene, con un Napoli che fa scintille in avanti. Forse a centrocampo è stato concesso troppo agli inglesi. Ma il rischio è valso la candela. VOTO: 8

martedì 21 febbraio 2012

NAPOLI-CHELSEA. Oggi al ristorante “Enzo and Angela” di Los Angeles si tifa Napoli col… piatto portafortuna: i “rigatoni azzurrissimo” al ragù

La passione per il Napoli non ha confini. Oggi, data storica per il calcio partenopeo, nella lontana Los Angeles la comunità di tifosi azzurri tiferà nel ristorante “Enzo and Angela” a Malibu di proprietà del napoletano Enzo Battarra, chef di fama internazionale, tifosissimo della squadra del presidente De Laurentiis. Battarra, per l’occasione, ha lanciato un “piatto azzurrissimo”, ovvero una pietanza dedicata al Napoli e che trae il nome dal blog Azzurrissimo.it di cui è uno dei più assidui animatori. Un piatto gustosissimo e raro in America: rigatoni al ragù… I “rigatoni azzurrissimi”!!! Un piatto preparato col cuore da Enzo e dalla moglie Deirdre Angela Shaw, anche lei divenuta tifosissima del Napoli, e figlia della grande attrice Angela Lansbury, nota in tutto il mondo come “La signora in giallo”.


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Ecco il messaggio che ci ha inviato Enzo Battarra (Enzomalibu) con foto allegata in compagnia della sua gentile consorte Deirdre Angela Shaw.

CARO ANTONELLO ECCOMI QUA. PER PRIMA COSA VOGLIO RINGRAZIAETI DI AVER CREATO QUESTO BLOG E` VERAMENTE MOLTO BELLO CHE I TIFOSI DEL NAPOLI DA TUTTO IL MONDO POSSANO PARLARE DI CALCIO , SCHERZARE ED ANCHE LITIGARE PER LE POPRIE OPINIONI. TI ALLEGO FOTO E TI SPIEGO PERCHE` HO CHIAMATO QUESTO PIATTO AZZURRISSIMO. UN VOLTA A NAPOLI ,NON ERA DOMENICA SE A TAVOLA NON CERANO E MACCARUN AL RAGU` ADESSO QUA IN AMERICA FARE IL RAGU` NAPOLETANO E` QUASI UN UTOPIA, PERO` LAVORANDOCI UN PO` SU`, DARE QUELLO CHE GLI AMERICANI VOGLIONO :QUANTITA`, INGREDIENTI COSTOSI, NASCONO PIATTI COME QUESTO CHE IO PRESENTO AI MIEI CLIENTI COME IL PIATTO DELLA DOMENICA. E SICCOME IO SONO CRESCIUTO CON TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO ED IL RAGU` PER ME LA DOMENICA SIGNIFICA SOLO UNA COSA: LA PARTITA DEL NAPOLI. ECCO COME NASCONO I :RIGATONI AZZURRISSIMO…………$35 PS: ANTONE` SE INTERVISTI DELA DIGLI CHE I TIFOSI VOGLIONO IL NAPOLI A LOS ANGELES E VIENICI ANCHE TU CHE TI FACCIO DIVERTIRE…CIAO

Azzurrissimo.it

NAPOLI-CHELSEA. A confronto due club dalle gestioni finanziarie opposte

Alla fine saranno solo undici contro undici, ma la descrizione della battaglia riferisce di archi e frecce da una parte e di sofisticate armi di distruzione di massa dall’altra. Esito paradossalmente imprevedibile, questo è il bello del calcio. Nessuno, cioè, potrebbe scandalizzarsi se il Napoli facesse fuori il Chelsea, che pure fattura il doppio e spende quasi il quadruplo in stipendi. Pensate che spot per il fair play di Platini: gli azzurri che fanno a pezzi uno dopo l’altro (nella fase a gruppi è toccato al City) i giocattoli dei nuovi ricchi che spendono e spandono senza curarsi di tenere i conti in equilibrio.
Lussi Roman Abramovich, l’oligarca russo che Forbes indica come il 53o uomo più ricco del mondo con 13,4 miliardi di dollari di patrimonio, non è dissennato come nei primi anni londinesi. Si è messo in testa di costruire uno stadio più grande e confortevole dello Stamford Bridge, ha iniziato a ridurre le uscite abbassando il monte-stipendi che nell’ultimo bilancio, relativo alla stagione 2010-11, è sceso del 3%. E magari calerà ancora se, dopo Anelka e Alex, andranno via pure Drogba, Kalou, Malouda. Ma non più tardi di tredici mesi fa sborsò 58 milioni di euro per Torres. E a giugno mise sul piatto 14,5 milioni per convincere il Porto a lasciare partire Villas Boas. Compresa la buonuscita di Ancelotti, l’ultimo, ennesimo valzer sulla panchina è costato qualcosa come 31 milioni. Proprio questi costi straordinari, veri e propri raptus da billionaire, hanno vanificato la crescita del fatturato dell’8% e i già citati risparmi consegnando agli archivi un bilancio più o meno in linea con i bagni di sangue degli ultimi anni: nel 2010-11 il deficit è stato di 75 milioni.
Risparmi Mentre Abramovich si divertiva a fare e disfare, Aurelio De Laurentiis applicava un principio semplice semplice: mai spendere più di quanto si incassa. E faceva aguzzare l’ingegno ai suoi collaboratori: Hamsik pagato 5,5 milioni, Lavezzi 5,8. E ancora: 1000 prodotti ufficiali in vendita on line, infischiandosene del tarocco imperante. Così il suo club ha festeggiato il quinto anno di fila di profitti. Guardate questa sfilza di numeri e capirete tutto. Napoli: +1,4 nel 2006-07, +11,9 nel 2007-08, +10,9 nel 2008-09, +0,3 nel 2009-10, +4,2 nel 2010-11. Chelsea: -111 nel 2006-07, -82,9 nel 2007-08, -52,1 nel 2008-09, -86,7 nel 2009-10, -75 nel 2010-11. Sono gli utili (Napoli) e le perdite (Chelsea) dei rispettivi libri contabili. Non deve sorprendere, allora, se il produttore un po’ istrionico ma decisamente arguto ha speso di tasca sua 16 milioni, mentre l’amico di Putin si è mangiato 900 milioni sotto forma di prestiti che via via sono stati convertiti a capitale. Stasera questo «spread» magari non si noterà. (fonte Gazzetta)

lunedì 20 febbraio 2012

Lavezzi in Press Conference: “Ce la metterò tutta per segnare il mio primo gol in Champions”

Ezequiel Lavezzi, attaccante del Napoli, ha rilasciato un’intervista a “Napoli Magazine” alla vigilia della sfida col Chelsea: “Siamo tranquilli, ma non siamo i favoriti. Il Chelsea è forte, non scherziamo. Non pensiamo a prendere o no il gol. Primo gol in Champions? Speriamo, ce la metterò tutta. Siamo molto motivati. Rispettiamo il Blues, sarà una bella battaglia. Più gol sotto porta? So che mi manca qualche gol, ma ne parlate voi. Io non mi metto in discussione. Al massimo cambia che mi mettete uno o due punti in più in pagella. Con due vittorie ritorna la fiducia. Pocho in copertina? Penso al Napoli. Che titolo darei sui giornali? Non lo so, non leggo i giornali. Una dedica a Tomas? Lo spero, se segno lo dedico a lui. Un tatuaggio se superiamo il turno? Vedremo. Lavezzi-Hamsik-Cavani meglio di Sturridge-Drogba-Mata? Lo capiremo solo dopo la partita”.

De Laurentiis suona la carica: “A Firenze i ragazzi sembravano leoni. E ora avremo il San Paolo più… San Gennaro”

Il Cielo è sempre più blues: e mentre sfilano i titoli di testa, c’è un viaggio (sur)reale da affrontare con quell’otto volante decollato nell’agosto nel 2004 e ora in giro tra le stelle dell’Europa che conta. La notte è fatta per sognare e però stavolta, lasciandosi cullare nella dolce vita di una Napoli da amare, i flash della memoria di Aurelio De Laurentiis illuminano il tragitto meraviglioso intrapreso in quell’estate rovente, (ri)partendo dagli anfratti d’un mondo che invece, ora, risplende d’un azzurro da specchiarsi dentro. 21.02.12: Napoli è lì che brilla.

De Laurentiis, come si vive dentro una favola?
«Ma io sono stato immerso da questa città fantastica in scene che sembravano strappate da un film di Eduardo e dunque mi ritengo abituato a certe sensazioni. Però condivido: siamo all’appuntamento con una partita storica».

Sarà ripetitivo, ma voltarsi aiuta a capire.
«Il mio Napoli è figlio d’un foglio di carta, ciò che mi venne consegnato in Tribunale quando andai a rilevarlo dalla Fallimentare. Ma tutto ciò ch’è stato, mi piace sottolinearlo, è merito di chiunque abbia attraversato questo club però è principalmente di tifosi inimitabili, la nostra vera forza. Ogni gioia è loro».

E’ una nottata di emozioni: tanto per parafrasare ancora Eduardo, da non far passare mai.
«Ripenso sempre al percorso del Napoli, a queste otto stagioni fantastiche. Io ho ricevuto tanto e sono grato a questo popolo che non ci ha mai fatto mancare la possibilità di sentirci gratificati. Eravamo nulla, siamo tra le prime sedici squadre in Champions, che poi vuol quasi dire del mondo…».

Revival, se riesce…
«C’è tutto scandito nella memoria. Da agosto 2004, a Castelcapuano, alla prima stagione in C, con la sconfitta nel derby di Avellino, quando al risveglio dovetti scuotere Reja. E poi quel biennio con sessantamila spettatori, nonostante fossimo in terza serie. E il titolo de Le figaro: la regina d’Europa. Abbiamo fatto in fretta e questo penso sia il dato che meriti maggior risalto: perché approdare qua, in così breve tempo, sa di miracolo, e invece è programmazione».

La data simbolo è il 21 febbraio 2012?
«Questo è l’Evento, vero. Ma perché far torto alle piccole-grandi affermazioni, a quel fiume di uomini, donne e bambini, al rientro da Marassi, dopo la promozione in serie A, che ci ha accolto per le strada. Eravamo sul pullman, c’era gente che si svegliava, in pigiama, si affacciava dal balcone e ci festeggiava. Siamo entrati nelle case della gente, mischiando la felicità nostra alla loro. Una pellicola meravigliosa, fu quasi come vincere uno scudetto».

Cosa significa giocarsi la possibilità di arrivare a un quarto di finale?
«Dare spessore a questa scalata imperiosa, il Napoli ha segnato a modo suo un’epoca: quando eravamo tra i cadetti, con la Juventus e il Genoa, è stato modificato il rapporto di forza televisiva tra A e B, perché la gente si divideva. E noi abbiamo contribuito a ciò».

Il futuro spalancato riconduce al passato.
«C’è stato un Napoli grandissimo, quello dei trionfi, quello indimenticabile di Maradona, quello di Careca e Giordano: è un fulgido esempio d’un periodo da conservare gelosamente. Lo teniamo lì, senza aver la pretesa di far paragoni o accostamenti. Noi abbiamo il dovere di ricordare chi siamo, quando siamo venuti al mondo e come: e orgogliosamente ci godiamo quel che stiamo costruendo, nel solco di un’eredità gloriosa».

Agosto 2011: ricorda anche quello?
«Eravamo a Montecarlo, dalle urne venne fuori un abbinamento che spinse ad una definizione immaginifica assai aderente alla realtà: il girone della morte. Mi venne spontaneo, invece, scovare il lato positivo del sorteggio: ma quando avremmo avuto la possibilità di sfidare, tutte assieme, il Bayern, il Villarreal, il Manchester City?».

Tanti capitoli, varie svolte…
«Ora sembra un dettaglio, ma la qualificazione in Intertoto ha sottolineato che stavamo diventando grandi. Ed è accaduto appena quattro anni dopo la nostra rinascita. Ma poi mica possiamo dimenticare il giorno in cui abbiamo raddrizzato la barra, riparando ad una situazione divenuta delicata, e con Mazzarri ci siamo ritrovati prima in Europa League e poi terzi e in Champions. Soddisfazioni che rimangono».

Complimenti per il passaggio al turno, ma sembrava una forzatura quella tentazione-Champions.
«Mi ritengo baciato dalla fortuna, per avere queste opportunità. Ci hanno aiutato a maturare ulteriormente. Eravamo già il Napoli invitato al Gamper. Tutto serve per sviluppare autostima e conoscenze internazionali».

E ora, tra una fantasia e l’altra, c’è chi si lascia andare….
«Inutile perder tempo, stavolta non faccio pronostici, né mi sbilancio: mi lego solidamente alla mia superstizione e lascio che parlino gli altri».

Sfidate una delle squadre più nobili del panorama internazionale, però in crisi…
«Lo diceva qualcuno anche del mio Napoli, sino a venerdì mattina: ma a Firenze abbiamo giocato una partita strepitosa, bellissima, un piacere per gli occhi, sembravamo leoni. E domani sera, quelli saremo. Ma il Chelsea ha talenti autentici e di esperienza, può riprendersi all’improvviso: no, non ci casco….».

Avrete, probabilmente, almeno un vantaggio…
«Ne abbiamo due, in verità, e gli inglesi non ne sono particolarmente consapevoli: il nostro dodicesimo uomo in campo è il tifoso, ognuno di loro e per un totale di sessantamila; e poi c’è il tredicesimo: e quello è san Gennaro».

Gioca «sporco», adesso: il sacro e il profano…
«Pure nella cinematografia si scrutano queste immagini, che resistono per secoli. Noi abbiamo fede».

L’Uefa vigila sul San Paolo, siete a rischio squalifica se non vengono rispettati alcuni criteri di comportamento: niente petardi, scale e vie di fuga libere, vietato l’accesso al terzo anello ch’è chiuso.
«Dimostreremo chi siamo, perché questa è una città che ha nel suo codice genetico la signorilità. Ce l’ha nell’animo. E sapremo essere rigorosi, esportando il meglio della napoletanità. Non ho raccomandazioni particolari da fare, perché questo pubblico sa bene come bisogna comportarsi».

Raccomandazioni alla squadra, invece…?
«Una sola preghiera, di non andare a parlare con l’arbitro, di non rischiare ammonizioni gratuite. Capisco che pur di salvare un gol si possa andare incontro al pericolo, ma prendere un giallo per proteste no. C’è una sfida di ritorno, ricordiamocelo».

In questi giorni, la sua presenza al fianco dei calciatori è divenuta «incessante»…
«Volevo far sentire ai ragazzi l’affetto del club, del presidente, di una società che devono ritenere sempre al loro fianco. Io credo di conoscerli tutti e bene e so che abbiamo un gruppo di uomini straordinari, con valori e con rispetto per la liceità dei comportamenti. Era un periodo in cui la sorte non ci sosteneva, s’avvertiva qualche disagio: io sono il loro amico, ho qualche anno in più e forse anche un pizzico d’esperienza, volevo che capissero di poter contare su di me nel caso in cui avessero qualche problema».

Cosa crede che manchi a questo Napoli?
«Non alla squadra, ma all’ambiente: a volte ho l’impressione che qualche risultato negativo finisca per demoralizzare in maniera eccessiva. E invece il calcio questo è, si vince e si perde. Ma dalle sconfitte non bisogna farsi travolgere, perché altrimenti ci imbatteremmo in quell’indice di debolezza che va affrontata con carattere. Pure la vita propone fasi alterne e allora uno che fa, non reagisce?».

Una previsione non è proprio possibile strappargliela?
«Impossibile. Io spero che sia una gran bella partita. E, avanti tutta….».

Banalità di chiusura: ma non le viene da sognare che oltre il Chelsea si può andare…
«Ma lei pensa che io quando faccio un film pensi che possa andar male….?».

Corriere dello Sport

domenica 19 febbraio 2012

NAPOLI-CHELSEA. Sale la febbre azzurra per la grande sfida di martedì sera

Mancano 48 ore alla grande sfida di Champions e Walter Mazzarri continua a non darsi pace per la squalifica di due giornate, inflittagli dagli inflessibili giudici dell’Uefa, che gli impedira’ di assistere dalla panchina sia alla gara di dopodomani al San Paolo, sia al match di ritorno a Stamford Bridge. In casa Napoli si studiano da giorni le strategie piu’ adatte per fare in modo che il tecnico, relegato in tribuna, possa in qualche modo, almeno in caso di necessita’, entrare in contatto, sia pure indirettamente, con il suo fidatissimo secondo, Nicolo’ Frustalupi. Ma occorre essere prudenti ed attenti: anche in questo l’Uefa e’ severissima ed il regolamento proibisce agli allenatori squalificati di “dare istruzioni ed accedere agli spogliatoi, al tunnel o all’area tecnica prima e durante le partite”. Il Napoli e’ rinfrancato da due dati oggettivi: i propri recenti, evidentissimi progressi registrati nelle ultime due uscite in campionato e chiare difficolta’ che, in questa fase, sta incontrando il Chelsea. Ma nell’ ambiente partenopeo, la concentrazione e’ comunque molto alta e nessuno – tantomeno il tecnico – si fida delle disavventure della squadra inglese in campionato ed in Coppa d’ Inghilterra. Mazzarri e’ troppo smaliziato per non sapere che e’ proprio nei momenti di maggior difficolta’ che squadre esperte e piene di campioni sanno mettere in campo quel qualcosa in piu’ che quasi sempre finisce per fare la differenza. “Proprio perche’ il Chelsea sta attraversando un momento non proprio felice – conferma il tecnico dei partenopei – mi aspetto che i calciatori della squadra inglese diano il massimo nelle partite di Champions. E’ inutile farci illusioni. Saranno due incontri terribili per noi”. Il Napoli nell’ antivigilia del match del San Paolo e’ alle prese con il problema Campagnaro, uscito dal campo l’ altro ieri sera dopo pochi minuti dall’ inizio della partita con la Fiorentina, a causa di un’ elongazione a livello tendineo ad un polpaccio. Una decisione sul suo impiego contro il Chelsea sara’ presa solo domani o, forse, addirittura poche ore prima della partita. In caso di forfait dell’ argentino e’ gia’ pronto Gianluca Grava, uno dei pretoriani di Mazzarri che alla vigilia dei 35 anni (li compira’ il mese prossimo) potrebbe vedere realizzato il sogno di debuttare in Champions League. D’altronde la difesa del Napoli, a prescindere dagli uomini che scendono in campo, ha dimostrato nelle ultime quattro partite di campionato in cui non ha subito gol, di aver ritrovato quella compattezza e quella concretezza che erano andate perse nella prima parte del torneo. La vittoria di Firenze, comunque, ha dato una sana sferzata al morale dei giocatori. I riscontri immediati si hanno, come al solito, sulla rete. Lavezzi, ad esempio, ha commentato sul suo sito ufficiale, inaugurato solo qualche giorno fa: “Ieri grande prestazione di tutta la squadra. Giocavamo in trasferta, su un campo difficile e abbiamo vinto alla grande. Non era facile perche’ martedi’ c’e’ la Champions…e tutti la stiamo aspettando. Contro il Chelsea voglio che il San Paolo sia una bolgia”. Ed il Pocho sara’ sicuramente accontentato. Le ultime scorte di biglietti stanno per essere esaurite. Il record d’incasso dello stadio San Paolo, complice anche il notevole aumento dei prezzi dei biglietti in tutti i settori, sara’ stracciato. (fonte Ansa)

sabato 18 febbraio 2012

IL DOMENICO SPORTIVO. Serra: “Drogba? Avrà una paura fottuta di Gratavar”

Questa sera Sanremo sfiorisce per far spazio a tre fiorentine ai ferri.
Affogo nel viaggio sanremese, io lo seguo sempre. E tra un Marlene dark rock surrealmente prezioso; un D’Alessio costantemente indecente, accompagnato da un innesto a spanno tra Wanna Marchi e Moira Orfei; un’Arisa completamente rinnovata e interessante; mi godo una Zilli probabile vincitrice, capace di domare un pezzo sublime di un semisconosciuto autore di nome Roberto Casalino.
Difficile descrivere la mia serata. Trovarsi in un luogo a visionare una partita nuova, con gente nuova, con persone nuove, con sorrisi nuovi, con uno zero a tre inaspettato ma ricercato, è stato stupefacente, soprattutto se percepisci immense sensazioni familiari, in ognuno dei presenti.
Napoli è tornata, coi suoi tifosi a credere in una incredibile risalita.
Ma l’attesa è veicolata dal desiderio di distruggere un mondo russo che di calcio ne sa poco, ma che coi soldi ha assemblato una squadra forse allenata in un modo discutibile.
Manca poco. Dormirò poco.
La difesa alta del portoghese d’Oporto potrebbe essere il mezzo sublime per veicolare un sogno, noi per ora, vorremmo semplicemente dormire.
La Champions League con Gianluca Grava in campo sarebbe già una immensa vittoria. Drogba sono certo non stia dormendo. Ha una paura fottuta di Gravatar. Voi che dite?

Domenico Serra.
Azzurrissimo.

Antonello Perillo: “I ragazzi sono pronti per il Chelsea. Hamsik monumentale quando gioca più arretrato”



Quella contro la Fiorentina la definirei come la vittoria della serenità e della ritrovata consapevolezza. Al “Franchi” abbiamo visto un Napoli tecnicamente perfetto e mentalmente maturo. Mi è sembrata una squadra ben messa in campo (complimenti a Mazzarri) e sicura della propria forza. Le cose hanno funzionato nel migliore dei modi. La difesa è stata attenta nelle marcature e concentrata in ogni elemento; unica pecca, tre palle alte concesse ad Amauri e Natali, che sono comunque dei veri specialisti in materia. Il centrocampo ha messo in mostra un Hamsik monumentale: riportato al proprio ruolo di mezzo sinistro puro, lo slovacco ha sfoderato una prestazione superlativa, a tutto giovamento dello stesso Inler, che si è ritrovato maggiormente a proprio agio con due compagni ai lati (come gli accadeva nell’Udinese). L’attacco, poi, ha avuto in Cavani un finalizzatore eccezionale e in Lavezzi un jolly in grado di spaccare la difesa gigliata. I presupposti, dunque, ci sono tutti, sia per tentare la clamorosa risalita in campionato che per provare l’assalto ai quarti di finale di Champions League. Il Chelsea è avvisato. E martedì al San Paolo il Napoli potrà contare su un’arma in più: quei sessantamila del San Paolo che già da ora sono al fianco dei propri beniamini. Possiamo e dobbiamo crederci. I ragazzi sono pronti!

Antonello Perillo

Il Napoli esce dal letargo e dilaga a Firenze

Che dire? Cominciamo dalla fine, da quei cinquanta metri di Ezequiel Lavezzi e palla sul primo palo come il più consumato degli attaccanti. Roba da brividi, soprattutto per uno come che dorme con la foto del Pocho sul comodino. Vabbè, scherzi a parte, il Napoli è uscito dal letargo e a quattro giorni dal match-clou col Chelsea in Champions sembra tornato lo squadrone apprezzato quest’autunno. La pratica Fiorentina è stata sbrigata in scioltezza, tre a zero. Favoriti dal gol dopo tre minuti, ma comunque sempre padroni del campo, mai in difficoltà e mostrando una condizione atletica prodigiosa premendo peraltro l’acceleratore solo al cinquanta per cento.
Mi ha impressionato l’esultanza di Edinson al secondo gol, mi è piaciuto Inler, e soprattutto le gambe andavano che è un piacere, in tutti. Credo che stasera cominci un’altra stagione per il Napoli. Certo, da adesso a martedì, passeremo parecchie notti insonni. Questa partita andrebbe rivista più e più volte. L’Inter ha perso in casa e a questo punto si potrebbe anche pensare al terzo posto. Vabbè, un passo alla volta. Pensiamo a martedì. Ma di certo il Napoli è tornato, in modo prepotente.
Massimiliano Gallo
Il Napolista.

venerdì 17 febbraio 2012

TIFO VIOLENTO. Il pm Melillo: “Rapporti tra giocatori del Napoli e capi ultrà per influenzare il rinnovo dei contratti”. E Santacroce dice: “Non sapevo che non si possa andare a casa di un detenuto agli arresti domiciliari”

In questura si pianificavano strategie per mantenere l’ordine pubblico ed evitare scontri in occasione delle partite. Contemporaneamente, in una casa del centro storico, si preparavano piani di attacco contro i tifosi “nemici”, analizzando i loro itinerari e individuando i punti piu’ adatti per assalirli. Gli strateghi della guerra del calcio – una guerra combattuta con spranghe, coltelli, bottiglie molotov, mazze da baseball – erano un gruppo di ultra’ che si riconoscono nella sigla Bronx. A undici di loro questa mattina sono state notificate misure cautelari, che vanno dalla detenzione in carcere agli arresti domiciliari all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il capo indiscusso del gruppo e’ Francesco Fucci, di 33 anni, ritenuto vicino al clan camorristico dei Mazzarella. Era in casa sua, una casa che gli indagati indicavano convenzionalmente come “il bar” o “il baretto”, che ogni settimana venivano preparati scontri, aggressioni e provocazioni a tifosi rivali. Scontri che avvenivano in occasione delle partite del Napoli, in trasferta o in casa (drammatico il bilancio dei tafferugli in occasione di Napoli – Liverpool dell’ottobre 2010) ma anche di incontri di altre squadre, come Real Marcianise – Verona giocata nell’aprile dello stesso anno. Ma la casa di Fucci, non lontana dallo svincolo della Tangenziale di corso Malta, non era frequentata solo da violenti e pregiudicati. Ci ando’, mentre il capo ultra’ era agli arresti domiciliari per droga, anche l’ex difensore del Napoli Fabiano Santacroce, ora al Parma, che gli porto’ alcune sue maglie; vi furono invitati, ma furono piu’ prudenti e non ci andarono, altri calciatori partenopei. “Cerchiamo di avere buoni rapporti con la tifoseria, soprattutto organizzata, anche perche’ questo ci consente di giocare con minore pressione”: cosi’ Santacroce, sentito come persona informata dei fatti, ha giustificato i suoi contatti con Fucci. Ma i rapporti tra stelle del pallone e tifosi violenti, secondo il procuratore aggiunto Giovanni Melillo, sono molto piu’ frequenti e stretti di quanto si creda. “Le pressioni dei gruppi ultra’ sulla societa’ – ha detto Melillo in conferenza stampa – possono tornare utili quando e’ il momento di rinnovare i contratti”. Per adesso, l’unico verbale noto in cui, sia pure in maniera vaga, si fa riferimento a sollecitazioni di personaggi ambigui perche’ un calciatore non venga ceduto e’ quello di Ezequiel Lavezzi, sentito nell’ambito di una diversa inchiesta, quella su camorra, riciclaggio e ristorazione. Lavezzi parla dei suoi rapporti con Antonio Lo Russo, figlio del capoclan Salvatore, oggi pentito: e’ il giovane (ora latitante) fotografato a bordo campo del San Paolo mentre assiste alla partita. “Quando si profilava la possibilita’ che io lasciassi il Napoli – dice il Pocho – fu proprio questa persona ad attivarsi perche’ in curva B fosse esposto uno striscione che mi invitava a non andare via”. L’appartenenza degli ultra’ al gruppo e’ sancita da un tatuaggio; quando il capo ne decide l’espulsione, impone anche la cancellazione del tatuaggio. Volti coperti da sciarpe, diavoli e bombe a mano sono i soggetti scelti dai guerriglieri del calcio per ostentare il loro credo.(ANSA).

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“Cerchiamo di avere buoni rapporti con la tifoseria, soprattutto organizzata, anche perché‚ questo ci consente di giocare con minore pressione”: così Fabiano Santacroce ha spiegato ai pm la sua amicizia con Francesco Fucci, il capo ultrà arrestato ieri. I dettagli dei suoi rapporti con i tifosi organizzati sono stati forniti dal difensore, persona informata dei fatti, il 28 dicembre 2010. “Circa i miei contatti con elementi facenti parte della tifoseria organizzata – spiega Santacroce – posso dire di conoscere un tale Francesco e un altro soprannominato ‘il biondo’, in questo momento, per quanto ne so, detenuto a Monza. Non so precisamente di che curva siano, li ho conosciuti tramite Paolo Cannavaro in occasione di un allenamento a Castelvolturno. Quando mi sono stati presentati da Paolo, presumo che mi abbia detto anche il cognome di Francesco e del ‘biondo’, penso fossero amici tra di loro. Non mi sono stati presentati come capi ultras ma come ultras. Successivamente li ho rivisti sempre al campo, avendo lasciato a Francesco il mio numero di telefono, gli ho regalato anche delle maglie”. Ecco come il calciatore ricostruisce la visita fata a casa di Fucci, detenuto agli arresti domiciliari per droga: “In una occasione sono anche andato a casa sua, avendomi chiesto delle magliette. Poiché mi trovavo a venire a Napoli, mi sono recato di pomeriggio dopo l’allenamento a casa sua. Ricordo di essermi incontrato con due amici di Francesco all’uscita della tangenziale corso Malta, dove mi sono recato da solo con la mia auto Mercedes ML, e fui accompagnato sino all’abitazione di Francesco. Non ricordo cosa gli ho portato, mi pare un mio completo. L’autovettura me la fecero lasciare in una piazza vicino all’abitazione del Francesco. Mi pare di ricordare che i due amici poi salirono in casa del Francesco. Sono andato a casa sua – aggiunge Santacroce – solo per fargli il favore di portargli una maglietta che mi aveva chiesto. Non ho mai fatto una cosa simile con altri tifosi. L’ho fatto perché mi sembrava una persona a posto, e sapevo che lui era agli arresti domiciliari, per avermelo detto lui stesso al telefono. Voglio precisare che mi ha chiamato ripetutamente, voglio dire tartassato per la questione delle magliette. Non sapevo che recarmi a casa di un soggetto agli arresti domiciliari potesse avere conseguenze penali, ripeto, ci sono andato perché mi sembrava una brava persona, pur avendo immaginato che potesse avere dei problemi con la giustizia”. Rispondendo alle domande dei pm, il calciatore aggiunge: “Voglio precisare che questo Francesco l’ho conosciuto anche in occasione di un torneo in Piazza Mercato, dove andai perché Paolo Cannavaro o Francesco Montervino me lo chiese, dicendomi che ad esso partecipavano anche dei tifosi ultras della squadra. Ho parlato con Paolo Cannavaro del fatto che la persona che lui mi aveva presentato, così come il biondo, avevano dei problemi con la giustizia, ma non approfondimmo l’argomento particolarmente”. Quindi la spiegazione su questi contatti ambigui: “Cerchiamo di avere buoni rapporti con la tifoseria, soprattutto organizzata, anche perché questo ci consente di giocare con minore pressione”. Infine il difensore, oggi al Parma, spiega il ruolo della società nel rapporto con gli ultrà: “La società non ci da indicazioni circa i rapporti con i tifosi, anche se da quando è arrivato il nuovo direttore sportivo Riccardo Bigon ci è stato detto di avvertire la società quando partecipiamo ad eventi pubblicitari. Non mi è mai capitato che la società mi abbia mandato a casa di qualche tifoso o capo-tifoso, non so se sia mai successo a qualche mio compagno di squadra”. (ANSA)

giovedì 16 febbraio 2012

Mazzarri: “A Firenze gara difficilissima. Farò giocare Campagnaro. Pandev in campo? Ditemi chi dovrei escludere…”

Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, ha rilasciato un’intervista a “Napoli Magazine” nella sala Scorpio dell’Holiday Inn, alla vigilia di Fiorentina-Napoli.

- Qual è il suo stato d’animo dopo la conferma delle due giornate di squalifica in Champions?
“Sono amareggiato e dispiaciuto. Si sperava in una riduzione della squalifica, cosi’ non e’ stato. L’avvocato leggera’ le motivazioni. Se ci sara’ una possibilita’ vedremo se sara’ possibile che venga fatta giustizia. Ci proveremo fino alla fine”.
- Venerdi’ si torna in campo a Firenze… “Sarà una gara difficilissima. In casa hanno battuto Siena ed Udinese. Su 28 punti ne hanno raccolti 21 in casa e soltanto 7 in trasferta. E’ una squadra da primi posti, per come sta viaggiando in casa. Spero di trovare i miei giocatori concentrati per superare questo scoglio”. - C’e’ il rischio di essere gia’ con la testa al Chelsea?
“Io penso solo alla Fiorentina. So quello che ho detto alla squadra e chi mandero’ in campo. Ho fatto delle scelte anche pensando al Chelsea. La gara con il Chievo mi ha dato delle indicazioni importanti”.
- Turn over parziale a Firenze? Dara’ un turno di riposo ad Aronica?
“E’ fisiologico. Aronica stara’ fermo perche’ e’ quello che ha giocato di piu’ nelle ultime partite. Ha bisogno di fare delle valutazioni: e’ l’unico che non sara’ della gara. Recupero Campagnaro, che giochera’: sara’ importante capire se ha trovato lo smalto giusto”.
- Grava e Britos?
“Sono stati bravi, valutero’ bene cosa fare. Mi hanno dato delle risposte importanti”.
- E Gargano?
“Gargano sarebbe rimasto fermo se Donadel fosse stato al top. Non e’ al massimo della condizione; vedro’ se restera’ in panchina o se giocherà. Donadel non e’ ancora al massimo della condizione, purtroppo”.
- Hamsik sara’ in campo in attacco?
“Hamsik non l’ho mai considerato un attaccante. Tra i viola ci sono elementi interessanti come Montolivo e Behrami, che vanno controllati e poi pensa anche ad offendere. Pandev rientra piu’ nel discorso attaccanti. E’ una delle soluzioni a disposizione”.
- Cosa pensa del suo avversario Delio Rossi?
“E’ un ottimo tecnico ed e’ un valore aggiunto. Guarda le due fasi di gioco. Sarà una partita vissuta sulla tattica”.
- Come fermerà Jovetic ed Amauri?
“Studio molto gli avversari con Frustalupi. Vedremo”.
- Il distacco dal terzo posto e’ lo stesso di due mesi fa…
“Il campionato è molto equilibrato. Dobbiamo cercare di crescere e di ottenere il massimo da ogni gara”.
- C’e’ la possibilita’ che giochi Rosati?
“De Sanctis ha qualche piccolo problemino. Ha qualche acciacco, ma capiremo in extremis se giocherà. Grava ci ha dato grandi garanzie”.
- Maradona sogna di allenare il Napoli e Lippi non ha escluso che gli piacerebbe tornare qui…
“E’ motivo di orgoglio. Grazie a me il Napoli e’ tornato ad essere una panchina ambita da tutti gli allenatori del pianeta. Significa che ho lavorato bene”.
- Prima ha avuto un lapsus tra Chievo e Chelsea… Sarebbe importante che questo lapsus avvenga anche nella testa dei giocatori?
“Magari con lo stesso risultato. In alcuni casi non ricordo nemmeno che giorno è, perche’ le partite sono tantissime”.
- Lavezzi ha dichiarato che l’obiettivo primario e’ la Coppa Italia…
“Rispetto il pensiero del “Pocho”, ma il nostro vero obiettivo e’ crescere. Guardavo la gara dell’Arsenal di Wenger: hanno perso col Milan, puo’ verificarsi un incidente di percorso quando si punta sui giovani”.
- Potrebbe giocare Pandev?
“E chi lascio fuori? Se fate la formazione, ditemi chi dovrei escludere”.
- E’ ipotizzabile un turno di riposo per Cavani?
“Cavani l’ho lasciato fuori a Genova. Fu una scelta sbagliata perche’ si perse. Avevo parlato con lui alla vigilia, comunque Cavani giocherà. Hamsik giochera’: l’avrei fatto riposare se Donadel fosse stato disponibile”.
- Tra Lavezzi e Pandev?
“Fatevelo dire da chi ve lo dice sempre, tanto dopo un secondo che siamo in campo gia’ sapete tutto. Non voglio dare vantaggi a Delio Rossi, dato che e’ gia’ bravo”.

martedì 14 febbraio 2012

Il silenzioso campione che attende il suo momento dalla tribuna

Il Napoli torna alla vittoria. Mentre mangio Fonzies durante una nuova dieta; mentre mio padre beve un gustoso Tavernello; mentre mio zio chiama dozzine di volte con uno di quei servizi voip economici che danno solo fastidio e non si sente nulla; mentre in campo parte titolare un campione con la fascia di capitano e il nome Gianluca sulla carta d'identità. E' un Napoli concentrato, che gioca novanta minuti. Con una serietà e una umiltà d'altre categorie; cancella le statistiche delle sfide contro il Chievo e diventa serio. Grava stratosferico, cattivo, serio, responsivo. Il campione venuto dalla tribuna. Sarà difficile abituarci ad una partita senza Gravatar. Britos, un altro elemento impressionante. Oltre al goal, porta una tecnica e centimetri che mancavano da tempo. Molti rimpiangono il ragazzino dal grande futuro chiamato Fernandez. Quant'è forte questo Napoli, quanto sono importanti i santini, quanti avevano decapitato Mazzarri e company? Diamo tempo ai nostri campioni. C'è tempo per recuperare. E ora andiamo a vincere a Firenze. Walter Mazzarri torna a considerarle tutte finali, su questo siamo d'accordo. E Inler? Inler non ha prezzo. Ricordiamolo nei momenti bui del nostro tifo cieco.

Domenico Serra.

lunedì 13 febbraio 2012

NAPOLI-CHIEVO 2-0. Un Napoli tonico e concentrato torna a respirare aria d’Europa

Un Napoli tonico e concentrato batte senza discussioni il Chievo e torna a respirare aria d’Europa. Complici anche le sconfitte di Inter, Udinese e Roma, gli azzurri vedono almeno in parte riaperta la speranza di lottare per un posto Champions e comunque, a prescindere dal cammino in Coppa Italia, sono in piena lotta per un piazzamento in Euro League. Ottime le scelte di Mazzarri, a cominciare dal ritorno come titolare di un Grava davvero in gran forma.
LE FORMAZIONI. Campagnaro, Maggio, Dzemaili e Pandev in panchina; dentro Grava, Britos, Inler e Lavezzi. Queste le novità rispetto alla squadra che Mazzarri aveva inizialmente proposto in Coppa Italia a Siena. Il Chievo in attacco punta sulla velocità di Pellissier e Paloschi.
PRIMO TEMPO. Il Napoli inizia controllando il gioco. La prima vera occasione si tramuta subito in gol. E’ il 14°: calcio d’angolo, inserimento di Britos che di testa insacca. Poi è Cavani che tenta il tiro al volo, ma il tiro è respinto da un avversario. Azzurri tonici, con Inler in ripresa e i tre tenori che fanno molto movimento senza palla. Al 30° si fa vivo il Chievo, con un tiro dal limite di Pellissier, neutralizzato senza difficoltà da De Sanctis. Al 37° arriva il raddoppio azzurro che porta la firma di Cavani, che trasforma un rigore da lui stesso procurato al termine di una splendida azione iniziata da Lavezzi e rifinita da Hamsik. La reazione del Chievo si manifesta con un insidioso tiro di Sardo, parato da De Sanctis.
SECONDO TEMPO. Nella ripresa deve essere il Chievo a recuperare, ma sono Gargano e Inler ad andare vicini al gol, con due tiri dalla distanza. Poi il Napoli riesce a controllare il risultato, tenendo palla e chiudendo bene sugli avversari. Vittoria fondamentale. In un botto solo gli azzurri hanno recuperato 3 punti su Udinese, Inter e Roma.
LA PAGELLA DI AZZURRISSIMO

DE SANCTIS: serata tranquilla, a parte un paio di interventi. VOTO: 6

GRAVA: richiamato alle armi quasi a furor di popolo azzurro, l’inossidabile Gianluca sfodera un partitone sotto il profilo della concentrazione e della carica agonistica. Bravo negli anticipi e attento nelle diagonali difensive. VOTO: 7.5

ARONICA: schierato come regista difensivo al posto dello squalificato Cannavaro se la cava col consueto mestiere. VOTO: 6

BRITOS: ha l’enorme merito di aver sbloccato la partita con un perentorio colpo di testa, vera specialità delle ditta. Serve anche una bella palla di prima a Cavani, al 32°. Sbaglia, però, un paio di elementari appoggi. Ora sembra davvero pronto. VOTO: 6.5

ZUNIGA: si inserisce coi tempi giusti ma non sempre è preciso nei cross. Con l’ingresso di Maggio si improvvisa trequartista, con buon profitto. VOTO: 6.5

INLER: sicuramente in ripresa, sembra aver ripassato meglio le lezioni tattiche di Mazzarri. E’ più svelto nel far circolare palla e più presente in fase di pressing. Perde, però, lucidità e pallone quando sono gli avversari a fare pressing su di lui. Buon tiro da fuori area al 69°. VOTO: 6.5

GARGANO: gran ritmo, inesauribile nella corsa. Suo un bel tiro a inizio ripresa. Peccato per qualche palla persa per troppo precipitazione. VOTO: 6.5

DOSSENA: accompagna bene la manovra, anche se raramente sprinta fino a fondo campo. VOTO: 6.5

HAMSIK: gran movimento, corsa sciolta e buona circolazione della palla. Gioca da moderno regista offensivo. Davvero ottima la sue duecentesima partita in maglia azzurra. VOTO: 7.5 (dal 67° MAGGIO: entra per far rifiatare Hamsik. Col Napoli già in doppio vantaggio si limita a presidiare diligentemente la corsia destra. VOTO: 6)

LAVEZZI: c’è il suo piede nelle azioni che portano ai due gol del Napoli, ma i suoi guizzi solo a tratti sono irresistibili. VOTO: 6.5 (dal 75° PANDEV: difende palla con immensa classe ma non ha il tempo di incidere più di tanto. S.V.)

CAVANI: si allarga spesso per aprire spazi ai compagni e come sempre si segnala per la generosità nei rientri nella propria metà campo. Segna con freddezza e precisione il rigore del 2-0. VOTO: 7 (dall’88° VARGAS: S.V.)

All. MAZZARRI: finalmente rispolvera Grava e decide di far riposare Campagnaro e Maggio, i due elementi più stanchi di tutto il gruppo. Scelte premiate con un buona prestazione della squadra, apparsa più pimpante e più attenta anche in fase di non possesso palla. Sostituzioni logiche, anche se ci sarebbe piaciuto vedere Vargas in azione più a lungo. VOTO: 7

Antonello e Luca Perillo

domenica 12 febbraio 2012

Mazzarri: “Dobbiamo ritrovare l’umiltà, abbiamo inconsciamente sottovalutato le insidie. Inler giocherà. In campo uno tra Grava e Fernandez”

Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, ha rilasciato un’intervista a “Napoli Magazine” nella sala Scorpio dell’Holiday Inn, alla vigilia di Napoli-Chievo.
- Napoli-Chelsea, 40mila biglietti venduti. Come la vive?
“Vorrei che ci fosse il tutto esaurito col Chievo. Bisogna anche giocare non bene, ma cercare il risultato. Con le squadre, sulla carta tecnicamente inferiori a noi, dobbiamo attingere agli attributi. Faccio un appello ai nostri tifosi: le cose non ci girano al meglio, per questo c’e’ bisogno del loro sostegno. I ragazzi stanno dando il massimo. La priorita’ e’ questa, tutto il resto non mi interessa”.
- Cosa è mancato al Napoli?
“Abbiamo sottovalutato inconsciamente le insidie. Magari in difesa c’e’ stata un po’ di leggerezza nel controllare qualche attaccante avversario. Si e’ pensato: “Lo blocca il mio compagno”. Bisogna ritrovare la giusta umiltà”.
- E’ venuta meno l’autostima?
“Ritrovando i giusti principi e valori, potremmo riprenderci. Quest’anno ci va troppo male negli episodi. Cavani stava segnando di testa a Siena, senza dimenticare i due pali centrati da Campagnaro. Passerà anche questo momento”.
- Il Chievo si chiudera’ in difesa…
“Prima pensano a farti la guerra addosso, poi ripartono tutti. Noi siamo stati i primi a farlo. La differenza tra l’anno scorso e quest’anno e’ che ci affrontano con un piglio superiore. La crescita va intesa in questo senso. Quello che stiamo facendo ne beneficera’ anche il Napoli dei prossimi anni”.
- Donadel, Britos, Fernandez e Vargas sono pronti?
“Quando feci 5 cambi col Chievo, non 7, noi abbiamo perso la partita. La Juventus col Milan ne ha cambiati 7, hanno vinto e va bene così. I giovani arrivati a Napoli devono crescere. Tutte le ciambelle non riescono col buco. I giovani, se non sono al top, rischiano di perdere col Siena. Sono contento in linea generale di quello che stiamo facendo. L’anno scorso, di questi tempi, eravamo stati eliminati dall’Inter in Coppa Italia. Col Chievo dovro’ cambiare qualche giocatore, non tanti, per dare nuova linfa alla squadra. Il Chievo la mettera’ sul piano dei duelli. So gia’ come dovra’ essere fatta la gara. Dobbiamo battagliare come fanno gli altri, altrimenti andiamo in difficolta’. Ogni tre giorni devo fare il selezionatore, devo fare la formazione a naso. Poi alla fine si tireranno le somme”.
- Cosa chiede al campionato?
“Chiedo il massimo. Dobbiamo arrivare alla vittoria. I miei calciatori hanno bisogno di fare risultato, giocando anche male. Non vedo l’ora che inizi la bella stagione. La squadra e’ composta da tanti sudamericani. Abbiamo bisogno del sole”.
- C’e’ un problema di adrenalina?
“E’ un concetto in piu’ rispetto a quello che ho gia’ detto. Se invece di Reginaldo c’era Dzeko andavano in tre a chiudere. Le partite sono andate quasi tutte in salita. E’ arrivato il momento di crescere anche sotto questo punto di vista”.
- Mister, ricomincio da tre? Champions, Coppa Italia e terzo posto possibili?
“Non sono bravo a fare titoli. Possiamo andare avanti in Coppa Italia e fare un miracolo in Champions. E’ un momento particolare e cruciale. In campionato andiamo avanti un passo alla volta”.
- Non e’ riuscito a cavare il meglio dai suoi uomini dal punto di vista mentale?
“Ci sono troppi impegni ravvicinati. Non e’ che i miei ragazzi non mi ascoltano, lo fanno anche troppo. Ogni giocatore deve metabolizzarlo con se stesso questo discorso. Quella molla deve venire fuori. Vorrei vedere queste cose gia’ col Chievo”.
- Maggio ha gia’ giocato 31 partite tra campionato, Champions, Coppa Italia e Nazionale, proprio come il Napoli. L’appello di Maggio e Cannavaro ai tifosi e’ quello che serve in questo momento?
“Certo. Se c’e’ un momento di appannamento, e’ la gente che dovrà sostenerci”.
- Grava potrebbe essere una soluzione immediata? Lo rivedremo titolare?
“Il rischio e’ solo uno: non gioca da tempo, pero’ e’ una delle possibilita’ che ho a disposizione. Non escludo che possa essere in campo, decidero’ dopo la rifinitura. In campo, da titolare, ci andra’ o Grava o Fernandez”.
- State pensando di rimettere i santini nel tunnel prima di salire sul campo?
“Li avevamo spostati nello spogliatoio proprio per evitare che tutti potessero trarne benefici, avversari inclusi. Ma se ci tenete tanto li rimetteremo lì già con il Chievo”.
- Come mai si punta spesso sul lancio lungo?
“E’ una delle soluzioni a disposizione”.
- Sta pensando al Chelsea?
“E’ una domanda che mi da’ fastidio. Ascoltavo le parole di Marocchi stamattina… Penso solo al Chievo”.
- Inler sarà titolare? Continua ad essere accostato a grandi panchine…
“Ho un contratto fino al 2013, non me ne frega di nient’altro. Ringrazio chi ha fatto i complimenti. Sono 12 anni che sono qua, penso ad andare avanti per la mia strada. Inler giocherà”.
- L’adrenalina scatta perche’ si prende gol?
“Dopo il cazzotto la squadra si scioglie”.

sabato 11 febbraio 2012

IL DOMENICO SPORTIVO. Serra: “Nel suo ruolo Gargano è tra i migliori al mondo”


Spaventa il Napoli, che umanamente barcolla. Con una normalità che però non viene recepita dai tifosi. Cannavaro chiede aiuto, l’agente di Inler chiede aiuto. Inler è immenso e ha paura di sbagliare e sbaglia per paura. A Udine era uno qualunque. Vedo tanti sguardi impauriti, preoccupati. Dopo Siena – Napoli, ho visto un’analisi di Walter uruguaiano troppo severa; quella di Walter livornese sempre sana e furbesca per nascondere la verità ai giornalisti e tesa a difendere i suoi uomini. Due padri… Oggi addirittura a parlare di Lippi. Umano e serio. Lunedì sarà uno stadio da tutto esaurito? Me lo auguro. Sarebbe l’emozione per la vittoria. Questi sono ragazzi, stanno tremando perché si sentono sotto esame. E la colpa è un po’ di ognuno di noi. Così sempre pronti a criticare un gesto, una serpentina, un tiro uscito di un nulla, sei pali, falli non dati, o partite giocate solo per quarantacinque minuti. Questo Napoli è proprio forte. E nella guerra spartana nata dal nulla, forse dalle eccessive aspettative, la stagione attuale incorona Walter Gargano come uno dei più forti giocatori d’Europa. E’ oggi inverosimile il suo livello atletico, tecnico, mentale. E’ un capitano perfetto. Senz’altro di livello internazionale, nel suo ruolo è insostituibile. Un assist a Lavezzi a Genova che non abbiamo mai visto, lanci in profondità, verticalizzazioni, punizioni splendide. Gargano è un grandissimo giocatore. Un top player senza valore. E forse quel capitano che potrebbe tirare tutti su. Che Paolo non ce ne voglia, resta il miglior libero d’Italia. Non c’è nessuna crisi, la stiamo montando noi appartenenti ad un mondo sportivo troppo ambizioso. Complimenti ai Walter. Immensi e sempre con loro. La crisi? E’ nelle nostre tasche… Dice bene Mr Pulella, lunedì col Chievo, tutto ad un euro.

Domenico Serra

venerdì 10 febbraio 2012

Tifosi non disperate! Siena-Napoli 2-1. E' solo il primo tempo


"L'Italia è un paese sporco, cerca di sanare i suoi debiti emozionando gli scommettitori immergendoli in un lago di sogni. La reclame di un celebre pezzo di Toto Cutugno descrittivo di immagini di un festoso superenalotto, sono la stampa opaca di un paese rozzo. E' un paese ridicolo, di buffoni, di fagocitatori di emozioni. E io invece venderei l'anima al diavolo per tagliare la testa a quel padre che ha ucciso quel bimbo lanciandolo nel Tevere". Torniamo al mondo che conta. Aggie perz un'altra bolletta per colpa del Siena. Il Napoli riesce a superare gli avversari nelle sfide andata e ritorno, perché è come se giocasse due tempi. Gli altri due li passa in un limbo. Non è mia competenza descrivere le mosse geniali e anticipate di Sannino. Però vorrei parlare di Gianluca Grava, vorrei sapere. Dove sia finito, come corre durante gli allenamenti, se è tornato in perfette condizioni, quanto potrebbe aiutarci a ritrovare solidità. Il Napoli è malato. Di una di quelle malattie mentali che necessitano di una cura uditiva nel suono di una Champions league. E' una squadra che un anno fa è andata oltre il suo livello e quest'anno sta rendendo meno. Ad ogni intervento di Campagnaro, qualche compagno di squadra a turno ripeteva: "Grande Hugo, bravo Hugo, ottimo Hugo". Si sentiva spesso. Mazzarri cerca in tutti i modi di evitare di sostituirlo. Se avesse segnato si sarebbe sbloccato. Forse. Gli sono vicino, quel po' che possa contare. Uniamoci tutti. Applaudiamo Campagnaro, sproniamo Maggio, incitiamo Inler e il resto dei ragazzi. Hanno tutti il viso mogio, triste, alcuni si sentono in colpa. Leggeranno anche loro i gruppi dei network, i giornali, i commenti. Si parla di Lippi, Capello, maestri del calcio che di questo Napoli sanno poco. Smettiamola di pensare ad altri, stringiamoci attorno a questa società, stringiamoci per sognare ancora.

Domenico Serra

giovedì 9 febbraio 2012

SIENA-NAPOLI 2-1. “Titolarissimi” battuti da un Siena pieno di riserve

Non tragga in inganno l’assalto finale del Napoli, con la sfortuna che ha negato agli azzurri di fare risultato. La squadra di Mazzarri è infatti riuscita nell’impresa di perdere la prima semifinale di Coppa Italia contro un Siena imbottito di riserve: non c’erano neppure Calaiò e Destro in attacco, e in porta ha giocato il semi debuttante Farelli. 2-1 per i toscani, che hanno puntato, come fanno tutte le provinciali quando incrociano il Napoli, su una tattica “a specchio”: una difesa a tre, come quella azzurra, e fasce presidiate a dovere. Era stato il Napoli a provare per primo tre volte la via del gol, con Cavani, Gargano ed Inler, ma è stato invece Reginaldo, al 41° a sbloccare la partita, grazie ad un gentile omaggio di Campagnaro, che si lascia sfuggire l’avversario. Nella ripresa prima l’ingresso di Lavezzi al posto di Zuniga, con svolta tattica. Poi, dopo il gol al 65° di D’Agostino, il Napoli si è letteralmente rovesciato nell’area avversaria. Almeno cinque le occasioni gol, oltre all’autorete di Pesoli (86°). Serata no per gli azzurri, come conferma la traversa di Campagnaro al 94°.
LA PAGELLA DI AZZURRISSIMO

DE SANCTIS: tradito da Campagnaro sulla rete di Reginaldo, incolpevole sul gol di D’Agostino. VOTO: 6

CAMPAGNARO: non è più lui. A tratti irriconoscibile. Pesa come un macigno il suo errore sul gol di Reginaldo. Salva su tiro a botta sicura di Mannini al 54°. VOTO: 4

CANNAVARO: la difesa è allo sbando, e anche lui non è esente da qualche responsabilità. VOTO: 5

ARONICA: tre o quattro errori negli appoggi, ma è il meno peggio del reparto arretrato nelle chiusure difensive. VOTO: 5.5 (dal 57° LAVEZZI: si presenta subito con un bel tiro, poi al 74° sfiora la rete su punizione. VOTO: 6.5 )

MAGGIO: ha grosse difficoltà perchè come sempre gli avversari hanno imparato a chiudergli gli spazi e lui non ha il dribbling per saltare l’avversario. VOTO: 5

GARGANO: corre anche per Dzemaili, ma non ha i piedi e le geometrie di Pirlo. VOTO: 5.5

DZEMAILI: imbarazzante. 10 milioni investiti sul mercato? VOTO: 4 (dal 74° INLER: prova a dare ordine al gioco. Un paio di buone verticalizzazioni. In ripresa. VOTO: 6 )

ZUNIGA: meglio di Maggio, perchè a volte gli scappa il dribbling giusto. Ha la colpa di non chiudere la diagonale sul gol di D’Agostino. VOTO: 5

HAMSIK:più reattivo di altre volte, arretra spesso per dare un minimo di creatività al gioco azzurro. Ma non gioca più alla Lampard, o semplicemente alla Marek. VOTO: 6

PANDEV: classe pura, ma sprecata se i compagni non si muovono senza palla. Non riesce a trovare il jolly. VOTO: 6 (dal 70° VARGAS: spazia su tutto il fronte d’attacco, anche perché in cerca di una posizione nelle strette maglie difensive avversarie. Rischia di lasciare la squadra in dieci per un contatto contro un avversario lanciato a rete: ma nell’occasione ha avuto il merito di rincorrere l’avversario. VOTO: 6)

CAVANI: non è Ibra, e per segnare ha bisogno di essere servito in modo adeguato. Due buone occasioni non sfruttate a dovere di testa. Un clamoroso palo all’83°. VOTO: 5.5

All. MAZZARRI: si affida ai titolarissimi, riproponendo anche quelli con le ruote a terra. Si decide solo dopo 57 minuti ad abbandonare il solito vecchio 3-4-2-1 che ormai è -come si dice a Napoli- “carta conosciuta” da tutti gli allenatori delle provinciali. Il suo Napoli si sveglia solo nell’ultima mezzora. Perchè? VOTO: 4.5

Antonello e Luca Perillo

In giro tra le rivendite per Napoli-Chelsea: «Vendiamo pochissimo». E ai botteghini del San Paolo è il deserto

Il tema è il caro biglietti Napoli-Chelsea. Qui sul Napolista ne parliamo tanto, per alcuni troppo. E, soprattutto, con toni troppo accesi, al punto da inibire chi la pensa diversamente a intervenire. Di questo me ne scuso. Ho utilizzato termini (vedi alla voce dignità) che poco hanno a che fare con la questione. Il Napolista è un luogo di confronto e dibattito, dove ogni opinione deve avere dimora. E quando scivolo è bene che qualcuno me lo faccia notare. Detto questo, la vendita dei biglietti per l’ottavo di Champions stuzzica non poco la mia curiosità e il mio interesse giornalistico. Soprattutto, ovviamente, per i prezzi stabiliti dalla società. Cercando di evitare di ripetere la nostra tesi (e cioè che i prezzi sono troppo alti e che la città li sta vivendo come un sopruso), stamattina abbiamo pensato di offrire un servizio giornalistico, e cioè di fare il giro di alcune rivendite per tastare il polso della situazione. Lo hanno fatto per noi Francesca Leva e Ilaria Puglia. Quanto segue è il resoconto della loro mattinata (max gallo).
In giro da turiste o meglio da tifose, per fare un giro tra i punti abilitati alla vendita dei biglietti per Napoli-Chelsea. I dati ufficiali restano quelli resi pubblici dalla società: 10.000 venduti in prelazione e 3.000 nella prima giornata di vendita libera per le Tribune. Sarà, eppure in quattro ore, toccando tredici rivendite Lottomatica, non abbiamo trovato neanche una fila, anzi a dirla tutta un solo “tifoso” che al botteghino 3 dello stadio ha acquistato in suo tagliando per la Tribuna Posillipo. Sarà colpa del freddo o probabilmente molti avranno preferito farlo comodamente on line pagando la commissione (per la tribuna sono 12 euro). Si tratta di Filippo, trent’anni. Non sa neppure della possibilità della prelazione: quando glielo spieghiamo gli si illuminano gli occhi. Non ha visto finora alcuna partita di Champions e ha scelto di vedere questa perché viene apposta il fratello da Firenze “e quando ci capita più di vedere una partita così?”. Gli chiediamo se al botteghino gli hanno venduto due biglietti. Lui dice che con la fotocopia del documento del fratello può acquistare anche quello e sta aspettando che gli invii il fax. Ecco, in estrema sintesi, la situazione delle ricevitorie che abbiamo visitato.
1. Via Suarez, 6: 0 biglietti venduti. Sabato non lavoreranno sulla vendita biglietti perché daranno la precedenza al loro pane quotidiano, che sono le scommesse.
2. Via Giacinto Gigante, 21: 200 biglietti venduti in totale (con e senza prelazione), di cui 100 di curva (con prelazione) e 15 di tribuna senza prelazione. Sabato darà la precedenza alle scommesse ma si aspetta la ressa.
3. Via Menzinger, 23: NON PIU’ ATTIVA (anche se segnalata sul sito)
4. Via Domenico Fontana, 16: 50 biglietti venduti in totale (soprattutto curve in prelazione), di cui 10 senza prelazione nelle tribune.
5. Via De Ruggero: 1000 biglietti venduti in totale (sovrastimato secondo noi, ma ovviamente ci atteniamo al dato e lo riportiamo). La titolare è abbonata in Tribuna ma non andrà allo stadio per protesta contro il caro biglietti. Per domani ha un foglio con 53 prenotazioni per i distinti e per sabato uno con 200 nominativi per la curva.
6. Via Caldieri (per la partita contro il Manchester, dove il secondo giorno di prelazione c’erano ore di fila numeri alla mano e dopo mezz’ora aveva esaurito le Nisida): 400 biglietti venduti in totale di cui 15 di tribuna senza prelazione.
7. Via Cintia, 44 (nuova rivendita, dice che Lottomatica li ha caldamente incoraggiati a vendere anche i biglietti): 70 biglietti venduti in totale. Da quando è iniziata la vendita senza prelazione ha venduto zero biglietti. Sabato distribuirà i numeretti fuori alla porta, ma darà la precedenza alle scommesse. Ha affisso un avviso in cui si dice che si vende max 1 biglietto a persona. A noi dice che ne venderà max 2 a persona.
8. Via Leopardi, 122: 700 biglietti venduti in totale. Dice che ha un target molto alto, di gente che abitualmente scommette per 2.000 euro e che quindi non ha alcuna difficoltà ad acquistare biglietti di tribuna a prezzi così elevati. Sabato darà la precedenza alle scommesse.
9. Via Leopardi, 138, di Stefano Marano: nei giorni di prelazione non hanno avuto accesso alla vendita. La Società non li ha messi in condizione di effettuarla (così dice lui). Quando gli chiediamo come mai a 200 metri da lui c’è uno che ha venduto 700 biglietti, alza le spalle e dice: «lo sapete come funziona, no?». Ricorda che, per le partite di Champions precedenti, dopo mezz’ora aveva esaurito le Nisida e che il suo telefono non smetteva un attimo di squillare. Ad oggi, da quando è iniziata dunque la vendita con prelazione, ha venduto complessivamente 8 biglietti di tribuna. Critica fortemente la società perché in un momento di crisi ha alzato così tanto i prezzi. Sostiene che i suoi clienti abbonati diserteranno lo stadio per protesta. C’è affisso un avviso che dice che si possono vendere ad una persona max 4 biglietti per le partite del Napoli.
10. Viale Kennedy, 391: lo gestiscono i genitori del proprietario del punto vendita precedente (Stefano Marano). Per i due giorni con prelazione hanno avuto i terminali bloccati dalla Società. Hanno venduto complessivamente 10 biglietti di Tribuna con prelazione. Sabato daranno la precedenza alle scommesse.
11. C.so Vittorio Emanuele, 727 (nuovo punto vendita attivo da circa un mese): nei giorni di prelazione hanno avuto i terminali bloccati. Senza prelazione hanno venduto 40 biglietti di Tribuna. Per sabato sono terrorizzati.
12. Via Santa Lucia, 44 (nuovo punto vendita): nei giorni di prelazione hanno avuto i teminali bloccati. Hanno presentato reclamo alla Società che ha detto che era un problema di poche persone, perciò dovevano aspettare si risolvesse da solo. Senza prelazione hanno venduto zero biglietti.
13. Via Bagnoli, 712 (contatto telefonicamente): non hanno i numeri precisi delle vendite, ma non in prelazione le Tribune non sono state vendute.
Tutti i gestori intervistati sono concordi nel dire che gli abbonati si sono sentiti traditi e che soprattutto quelli dei Distinti non hanno utilizzato la prelazione. Che la vendita on-line costa di più, perciò non si spiega come mai le ricevitorie siano deserte, visto che nelle partite precedenti erano prese d’assalto e il sistema on line si bloccava di continuo. Tutti i gestori abbonati non andranno allo stadio. Sono terrorizzati per sabato, soprattutto perché si aspettano il blocco totale dei terminali per l’eccesso di richieste. Tutti dichiarano che daranno la precedenza alle scommesse e al lotto che sono il loro pane quotidiano e che tenderanno dunque a penalizzare gli acquisti dei biglietti, su cui guadagnano pochissimo e che bloccano l’uso dei terminali per le normali attività.
BOTTEGHINI STADIO. Secondo il sito, quelli funzionanti dovrebbero essere tre: 1, 3 e 5. Il botteghino 5 è in manutenzione, perciò non funziona. Il botteghino 1 è riservato alla vendita dei biglietti per il Chievo. L’unico botteghino dove si acquistano i biglietti di Champions è il numero 3. Funziona dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18. Sabato funzionerà solo fino alle 13. Alla domanda rivolta alle tre persone dietro allo sportello “come mai solo un botteghino e non tre come segnalato sul sito?” rispondono che la Società ha preferito non pagare i suoi dipendenti tenendo aperti tre botteghini dato che non si aspetta file per l’acquisto di biglietti. Non vogliono dirci quanti biglietti hanno venduto. Alle 11 del mattino il botteghino è deserto.
Francesca Leva e Ilaria Puglia
Il Napolista.

mercoledì 8 febbraio 2012

Napoli, fardello a centrocampo

Napoli è fortemente divisa. Gran parte delle responsabilità di un gioco senza equilibrio le fa ricadere sugli attuali centrocampisti in rosa.
L’era De Laurentis non ha mai avuto una gran fortuna con quel ruolo. Gatti, Dalla Bona, forse solo Consonni, Fontana, Bogliacino riadattato, hanno retto per qualche tempo.
Oggi è tutto diverso. Molti rimpiangono l’ariete Yebda e il costante metronomo Pazienza. Due signori giocatori, ma di un livello modesto. Dzemaili, Gargano, Inler e Donadel, sono di un livello superiore. E’ un fatto evidente.
Eppure risulta difficile reggere il passo di Pazienza. Inler ha un tempo di gioco diverso, è un giocatore d’altra categoria. Dzemaili ragiona, gioca a calcio, tira i calci da fermo. E’ un ottimo giocatore. Donadel è quello che forse ha più quantità per il ruolo al fianco di Gargano.
Il punto resta sempre lo stesso. La difficoltà di fare i movimenti orizzontali, che nell’Udinese e nel Parma i due svizzeri non hanno mai fatto.
C’è ancora bisogno di tempo. La crescita del centrocampo del Napoli è silenziosa ma efficace.
E’ questo un campionato stupefacente e dobbiamo essere ottimisti.
Ho un debole per i quattro tenori del centrocampo partenopeo. Tutti e quattro insostituibili e perfetti.
E concedetemelo, ho amato Pazienza, gli ho voluto bene; ma aveva raggiunto l’acme della sua carriera e paragonato coi nostri è scarso, sostanzialmente, inequivocabilmente, chiaramente, immensamente scarso.
Domenico Serra

lunedì 6 febbraio 2012

Ibra, San Siro non è il tuo oratorio


Oratorio. Pomeriggio di febbraio. Aria frizzante ma tira vento. Campo d’erba spelacchiata. Un pallone, una decina di ragazzini che corrono. Un signore sulla quarantina, con una ventina di chili in più da portare a spasso, guarda sonnacchioso col fischietto in bocca. Stop, questo è fallo. C’è un capannello di ragazzini che si accalcano. Uno arriva da lontano. E’ grande, più grande di tutti gli altri. E’ alto. Più alto di tutti gli altri. E’ forte. Più forte di tutti gli altri. E lo sa. Dà un’occhiata in giro. L’arbitro improvvisato sta guardando altrove. Allunga la manona, parte la sberla. Il ragazzino perde gli occhiali. “Chi è stato?”, urla l’arbitro. “Chi è stato”. E chi lo sa. Nessuno ha il coraggio di additarlo, chissà che dopo, lontano dagli occhi ammonitori del parroco, non ci scappi una bella “paliata”. “Io non ho fatto niente”. La sua voce è alta, il tono assertorio. L’arbitro controlla, fa fare la pace e se ne va. Tornando al centro del campo.
Questa è solo una storia. Da oratorio. Che ognuno di noi, almeno una volta, ha vissuto durante le partite a perdifiato dei tempi migliori. Ma ieri, davanti agli obiettivi di mezzo mondo, quella storia è tornata. Lo stadio diSan Siro è diventato un oratorio. Ma stavolta il finale è stato diverso. Stavolta il ragazzaccio non l’ha fatta franca. Il rosso del pallore sul volto del ragazzino dopo lo schiaffone, è traslato sul cartellino dell’arbitro. Fuori. Il pallone adesso non puoi più portarlo a casa. E anche se sei il più forte, il campo ti ha dato una lezione cruda, atroce, che magari neppure stavolta imparerai.
C’è una sola parola che chiude il cerchio di questi mondi paralleli. Ibra. Altro che supremacy. Ibra bulletto da oratorio. C’è un’istantanea, un fotogramma che spiega la puerilità del gesto. Ibra che guarda fisso negli occhi De Sanctis, ma con la mano colpisce il volto di Aronica. Come un bambino viziato che perdere non sa. Un gesto “no look”, in perfetto stile Ibra. Che anche stavolta stava per farla franca, non fosse stato per lo sguardo attento di un guardalinee coscienzioso, e il coraggio, questo sì, di Rocchi che non ha avuto paura di sbattere il rosso in faccia al ragazzo di Malmoe. Diciamoci la verità. Le favole non esistono. I giocatori, quelli forti per davvero, hanno soldi, privilegi, fama. Ma anche un corredo di responsabilità e pressioni che nessuno di noi sopporterebbe senza esplodere. Al di là del facile qualunquismo, fanno una vita in cui la privacy è un optional e in cui ogni minima sbandata diventa un caso mediatico. Ma ce ne sono alcuni che hanno imparato a gestirla, questa pressione. Ce ne sono alcuni che, in campo, alla classe e al talento abbinano comportamenti eticamente corretti. Perché sanno che magari a casa c’è un ragazzino che quando tira calci ad un pallone indossa la sua maglia e si fa chiamare come lui. Perché se fa un gol su punizione da trenta metri,  c’è un ragazzino che ci prova e riprova davanti al garage di casa fino a quando non becca il vetro del vicino. Perché se esulta con le mani alle orecchie, ci sono cento, mille ragazzini che quando bucano il compagno di turno nelle ore di ginnastica esulteranno come lui. Solo questi sanno essere Campioni, con la C maiuscola. Ad ibra, scritto con la lettera piccola, probabilmente questa consapevolezza manca ancora. Ma San Siro non è l’oratorio. E stavolta, purtroppo per lui, anche se è il più forte, non l’ha passata liscia. 
Antonio Del Vecchio