giovedì 17 marzo 2011

Ernesto Bronzetti: "Napoli, escludo Diarra. Il fair play finanziario contro le piccole"

Il noto agente Fifa Ernesto Bronzetti ha rilasciato un'intervista ai microfoni dell'emittente campana Telecaprisport in occasione della presentazione della seconda edizione del “The Vip Champion”, la kermesse di sport e spettacolo che si terrà a Capri dall’8 al 12 giugno 2011. Il consulente è notoriamente  vicino alle vicende di mercato che riguardano il calcio spagnolo e dalla Spagna potrebbe partire Diarra, accostato recentemente al Napoli. Ecco quanto evidenziato da Tuttonapoli.net: "Il Napoli ha una strategia che al momento non gli permette di poter prendere in considerazione tre o quattro giocatori da ingaggi che superano i 4mln di euro a stagione. Fino a quando la società non cambierà questa strategia sarà difficile ipotizzare una crescita. L’unica possibilità per il Napoli di prendere giocatori di grande livello è di pescare il jolly come è successo quest’anno con Cavani o in passato con Lavezzi”. Perché le squadre italiane all’estero vengono spesso ridimensionate? “In Italia il problema principalmente è della mancanza di una cultura sportiva e nel calcio questo si traduce in assenza di programmazione a differenza di ciò che accade all’estero. Prendete per esempio la Spagna dove il Barcellona è il club che investe di più e in maniera massiccia sul settore giovanile. Ben sette giocatori della prima squadra arrivano dalla ‘cantera’, si lavora molto in questo senso. In Italia, invece, non c’è una programmazione sui giovani. All’estero, e in Spagna, paese che conosco bene, si lavora molto sulla tecnica. Conosco bene Guardiola e so che lui vuole in squadra giocatori di bassa statura perché questo vuol dire ricerca del gioco a terra, negli spazi stretti, le triangolazioni, ecc. In Italia se non sei alto un metro e ottanta non vieni preso neanche in considerazione”. Il Fair play finanziario servirà a creare maggiore equilibro e competitività? “Il Fair Play non creerà certamente problemi a Barcellona, Real Madrid, Inter, Milan, ecc ma a le piccole squadre. Nessuno dei grandi rinuncerà agli alti ingaggi per i giocatori importanti. Sarà una buona cosa per limitare le follie di calciomercato relative al prezzo dei cartellini. Sarà impensabile e improponibile chiudere affari come quello di Kakà per 70mln di euro perché i club dovranno spendere in base agli introiti ma le grandi società resteranno grandi mentre le piccole rischieranno seriamente di scomparire. Se infatti per i club più titolati resterà intatta la possibilità di accedere a certi giocatori, per quelli più piccoli che non hanno praticamente nessun introito diverso dagli investimenti dei proprietari sarà impossibile sopravvivere".

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