venerdì 18 marzo 2011

De Sanctis: "Obiettivi? Fissarsi tra le prime tre"

Morgan De Sanctis, portiere del Napoli, è il protagonista del salottino di “Marte Sport Live” su Radio Marte. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli: “Quello col Cagliari è un appuntamento importante. Loro avranno una gran voglia di rivalsa dopo la cattiva prova della scorsa giornata. Faremo il possibile perché la nostra corsa continui più forte di prima. Quest’anno c’è la possibilità di arrivare nelle prime tre posizioni, non ci sono obiettivi se non questo. C’è differenza tra quarto e terzo posto. Significherebbe tantissimo per tutto un discorso di programmazione tempistica. Il Milan dista sei punti, e a nove giornate dalla fine sono molti. Ci guardiamo intorno a 360 gradi senza mai distogliere lo sguardo da noi stessi. Donadoni? Ricordo un inizio di stagione alquanto tribolato, anche se le prestazioni c’erano. Ci siamo poi assunti le nostre responsabilità andando a mettere in campo tutte le nostre qualità. Il valore del tecnico resta alto e lo sta dimostrando a Cagliari. In questi anni credo di aver raggiunto il miglior rendimento psico-fisico della carriera. Promettere di restare da qui fino alla scadenza e anche oltre del mio contratto sarebbe inutile. Pensieri lontani da Napoli non ne faccio. Chiaro che poi andando avanti con gli anni bisognerà avere anche l’onestà intellettuale di capire sino a quando si riesce ad essere competitivi. Fare brutte figure non è proprio da me. Il mio idolo? Mi dividevo tra il mito di Maradona e quello di Zenga. Ho sempre pensato a divertirmi, ma poi son successe una serie di cose di cui mi dico fortunato. Adesso ci vorrebbe solo un bel trofeo da alzare col Napoli. Cercheremo di centrare la qualificazione Champions con tutte le forze, ma vincere qualcosa avrebbe tutt’altro sapore. Ci sono stati frangenti in cui non siamo riusciti ad indirizzare bene la fortuna (vedi Villarreal e quarto di Coppa Italia con l'Inter, ndr.). Convocazione? Ultimamente ho avuto l’opportunità di parlare col preparatore dei portieri della Nazionale. Hanno impostato la loro politica su Buffon com’è giusto che sia, e dietro di lui si è puntato sui giovani. In questo momento storico non c’è bisogno di un giocatore come me. Se dovessero cambiare le cose, non ci sarebbero problemi a rientrare nel giro. Io allenatore in futuro? Non credo proprio. Potrei fare il dirigente o magari il commentatore televisivo, ma non il tecnico. Son troppo maniacale per quella professione".

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