sabato 10 marzo 2012

Ilaria Puglia – La grande festa dopo i crampi allo stomaco

Ilaria Puglia dalla tribuna:

“Nelle partite infrasettimanali è come se avessi mezza giornata in meno per fare tutto. Nel primo pomeriggio la città si ferma, già tutta proiettata alla serata al San Paolo. Ti prende l’ansia nello stomaco, perché c’è solo da correre allo stadio: i crampi iniziano a placarsi solo lungo il tragitto, lasciando posto all’adrenalina che precede la battaglia. Ti ricordi che non hai neppure pranzato, ma a riempirti lo stomaco ci pensa il Napoli con sei gol. Quanto urliamo sullo straordinario gol di Hamsik, sul colpo di testa di Cannavaro, sul rigore del Pocho e sui gioielli di Gargano e Maggio. È una festa. Fino a quando la curva A non srotola quello striscione. Poche parole in cui reclamano il loro diritto superiore ad accaparrarsi un biglietto per la sfida di Champions perché erano presenti in tutti gli stadi di serie C e B. Come se chi ha seguito da casa il Napoli negli anni bui fosse un tifoso di serie B. Che peccato. Fino a questo momento mi ero sentita parte di un tutto, un unico mondo azzurro e bellissimo. Del calcio mi è sempre piaciuta la democrazia, l’afflato superiore, la forza. Ecco, la forza dello striscione che ho appena visto è delle peggiori: mi arriva dritta allo stomaco come un pugno fortissimo. È passata l’ansia. Nonostante i sei gol sento dentro solo una profonda tristezza”.

4 commenti:

AntonioMarano ha detto...

Si, li avevo anche io quei famosi crampi prima di lanciarmi nell'arena di Fuorigrotta, poi capii che era meglio pranzare prima altrimenti rischiavo il digiuno (cosa che mi avrebbe fatto molto bene).
Il rischio digiuno non era legato solo ad una non piacevole prestazione degli azzurri ma soprattutto al "tuosseco" che spesso mi pigliavo a stretto contatto con certi pseudo tifosi che da sempre agitano le loro pretese in occasione di un match del Napoli.
Cara Ilaria, ti scrive chi ha effettuato diverse e pericolose trasferte finanche con gente ricercata per pendenze penali (il DASPO è una cazzata).
Ho detto basta da un po' e non mi pento!
Non ho più la tolleranze dei 20 anni e potrei reagire molto male a certe prepotenze.
Il tuo articolo, cara Ilaria, non fa una piega, ti dico solo che sei ingenua se pensi che la democrazia si sia affacciata nel calcio, in un mondo dove le regole le fanno i più forti dal campo agli spalti.

alfredo ha detto...

Premessa: chi le scrive è un tifoso del Napoli che qualche mese fa ha tentato invano di comprare un biglietto per la trasferta di Monaco dopo 16 ore di fila. Dopo quella esperienza ho pensato non valesse la pena di provare ad acquistare il tagliando per Stamford Bridge. Non per le ore che avrei dovuto trascorrere in fila, quanto per il finale annunciato al quale avrei dovuto assistere nuovamente. Nonostante il profondo senso di delusione provato in quella lontana mattina, non riesco a prendermela con chi ha scritto e srotolato lo striscione presente ieri sera in Curva A. Hanno ragione, loro se la meritano Londra, perchè di trasferte in campi sperduti ne hanno fatte mentre gli altri guardavano la partita nel salotto di casa. E' vero che chi tifa Napoli ama questa squadra a prescindere se lo fa sul divano o in stadi di periferia. Però sul "come" si ama una distinzione c'è, ci deve essere. Piuttosto il sentimento di tristezza va rivolto a chi sfoggia una disorganizzazione esemplare: istituzioni e società calcio Napoli. Sono loro a dovere garantire i diritti fondamentali del vivere civile.
Di pugni nello stomaco se ne prendono tanti ogni giorno vivendo in questa città: sono questi i segnali più profondi di sentirsi parte di un tutto.

saluti

AntonioMarano ha detto...

Scusa Alfredo, facendo seguito al tuo ragionamento, mi risulta che i biglietti disponibili per Londra siano stati 2.700. Siccome il tifo organizzato partenopeo annovera molti più iscritti di 2.700 animi, i quali partecipano costantemente ad ogni evento azzurro, mi dici secondo la tua linea e distinzione d'amore come avresti fatto a distribuire i tagliandi?

Scusami ma l'amore non ha termometri o altri sistemi di misura essendo un sentimento irrazionale. O si ama o no!
Tu puoi essere più focoso di me ed anche più romantico ma non per questo hai più diritti di me.
Al San Paolo esiste un dirto di prelazione perchè comprato con l'abbonamento. Se vuoi un diritto compralo e non che ti venga dato per questioni di cuore cje non esistono.

Unknown ha detto...

Ed anche in questo caso la penso come Antonio, l'amore non ha misura, glielo dico ogni giorno pure a mia moglie ;-)