domenica 11 marzo 2012

IL DOMENICO SPORTIVO. Serra: “Ora più che mai tutti uniti”

Il Napoli programma il suo viaggio mentale verso Londra durante una serata di venerdì. La febbre mi ha quasi colpito. Mi godo un 6 a 3 tennistico in pieno stile allenamento; le gambe ci sono, ma le menti no. La fortuna un po’ aiuta, la crisi cagliaritana pure. Ma la convinzione di essere tornati dei corridori silenziosi, nemmeno guasta. Che forse anche la tifoseria potrebbe non considerare più Yebda e Pazienza dei campioni lasciati alla concorrenza. Anche perché una parte della tifoseria crede che esista un legame tra anzianità e prelazione sui biglietti londinesi.
Cosa raccontare di una serata del genere. Gargano sembrava il miglior centrocampista di quantità dell’Uruguay; Pandev tra i migliori attaccanti macedoni; Lavezzi tra i migliori talenti del calcio mondiale; Cannavaro il miglior libero d’Italia. Potrei continuare.
Ma in un sabato qualunque, conto i minuti per raggiungere Londra con un sogno lungo novanta minuti.
E’ una partita che se non giochi per vincere, finisci per perdere sei a zero. Come se fosse un set contro Djokovic.
Napoli e i napoletani sono attenti, aguzzano la vista e osservano oltre il loro naso, ovunque e continuamente notano tutto. Leggono i giornali, ascoltano i programmi televisivi, parlano ovunque si possa comunicare. Ma i tifosi una cosa sanno. Che non esiste partita dove non c’è uno striscione nelle curve del San Paolo.
E io ho guardato come tutti, osservato, atteso uno striscione nella curva A. E loro? Nemmeno una frase, una parola, una scritta. Solo striscioni bianchi senza scritte.
Un inno alla pace divertente dopo il mistero dei biglietti. Una sana risposta… Tanti fogli di carta bianca, senza parole. Almeno io non le leggevo. Per me non c’erano… Tanta carta igienica.
I veri tifosi sono tutti, chi lo è da sei minuti chi da sessanta anni. Ma in questo momento restiamo tutti uniti, come hanno fatto i ragazzi della curva A, mostrando striscioni completamente bianchi. Bravi, veramente bravi.
Quando sarà finito quest’evento, questa festa, quest’incontro in quel di Londra, allora ci penserà la Procura, ad analizzare filmati e testimonianze… Noi balleremo un rispettoso casatchok.

Domenico Serra.

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