domenica 15 gennaio 2012

IL DOMENICO SPORTIVO. Serra: “Silenzio o prove. In Italia prima dei tre reati di giudizio c’è il reato di giornale”


Silenzio o prove; io me ne fotto e palleggio in cameretta col pallone di spugna.
Nella vita è tutto legato ad un filo sottile d’apparenza, tutto dipende da come racconti la tua storia [cit. Orson Welles].
Captain Tsubasa, un celebre manga giapponese del famosissimo Yoichi Takahashi, continua a stupirmi per quanto stia diventando conosciuto.
Le partite stanno diventando interminabili anche dopo i novanta, i confini del potere calcistico si stanno modificando, i guardalinee divenuti giudici con bandierine rosa mentre quei Candidi e onesti “direttori d’equilibrio decisionale” sono partiti per terre migliori. Le indagini collimano su Napoli Parma del 4 aprile 2010. Gianello, uno dei presunti scommettitori, non fu convocato per la sfida. Ma resta ancora oggi principale accusato. Nell’esame attento della verità mai accusare nemmeno chi ha un briciolo di sospetto. Il volume di gioco che si registrò tra primo e secondo tempo è da verificare. Sacrosanto. Anche se in contropiede quella sconfitta fu meritata. Queste indagini dovrebbero restare segrete.  In Italia prima dei tre reati di giudizio, c’è il reato del giornale, che ti appioppa quello che gli conviene e gli viene suggerito.
Napoli si incazza ancora, consuma l’espirazione di giocatori coi guantoni per distribuire confessioni che sembrano canti alla ricerca di pettegolezzi, per deviare l’attenzione da immensi problemi come il probabile taglio del format del Grande Fratello o di piccoli piccoli, come la votazione per comprare la libertà di colpevoli non arrestabili perché dinanzi al nome hanno la scritta On. E mentre noi godiamo di una qualificazione immeritata in coppa Italia, dove Rosati non ha esultato, Cavani ha saltato invece di gioire per la rete, Donadel ha giocato tra i fischi, Dzemaili ha guidato il gioco, il mondo dei ricchi politici del calcio analfabetizzati assegna a Napoli un bagno di ridimensionamento.
Io continuo a palleggiare con una palla di spugna in cameretta, la scrivania sarà sempre una porta regolamentare, come nelle simulazioni col mio fratellino alto quanto una cocozza emiliana. Questa mia ingenuità mi ha fatto amare il calcio, dovrei accantonarla. Dovrei accettare che nei secondi tempi uno Strasser può diventare Carla Fracci se gioca contro l’azienda che ne detiene la proprietà; mentre un Cigarini cerca di spezzare le gambe ad un dipendente uruguaiano della sua stessa azienda. E ora vado a palleggiare col pallone di spugna…
Questi geni opinionisti, questi mistificatori del male, questi falsi giornalai, questi conduttori di violenza sportiva, più che amanti ed esperti di calcio, sembrano geni del basket, capaci di fare continuamente canestro da tre punti, in un cesto che di questi tempi, è sempre più simile ad un bidet.
E il cartone giapponese sopra citato era Holly e Benji. Visto come cambia tutto?
Stanno umiliando un popolo che è troppo sano per restare zitto.
Silenzio o prove, solo silenzio o prove.

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