martedì 6 dicembre 2011

Hamsik rischia di diventare un equivoco tattico

"Difficile tener fuori Marek Hamsik, i suoi inserimenti in area di rigore, la sua propensione all'anticipo, la sua innata capacità di sapere dove finirà il pallone, sono caratteristiche insostituibili". Disse Eduardo Reja. E mentre lui vince in un posticipo di lunedì, al quale dovremmo abituarci, immense bugie autorizzate, senza influenze politiche apparenti, sono il playback della serata televisiva in chiaro, tra Fiorello e Lorenzo, che stigmatizzano la bellezza dell'essere italiano. Interviene Roberto e ci ricorda cosa significa essere italiani, mentre Fiorello stecca paragonando i neomelodici alla musica d'arte napoletana. Quant'è difficile essere napoletani, siamo veramente esigenti. Ogni pensiero è fermo a mercoledì, difficile pensare ad altro. La mia mente prosegue in una notte insonne divisa tra le parole di David Silva: "vogliamo provare a vincere la Champions League" e quelle di mia sorella Francesca: "Torno mercoledì pomeriggio, ma prima stai tranquillo, non mi devi venire a prendere durante la partita". Silva non so da quale pianeta viene, mia sorella da Milano, una città dove in pochi tengono per il Napoli.
Torniamo al calcio. Ormai la prestazione di Goran Pandev è sulla bocca di tutti, mi sono emozionato. Ho immaginato migliaia di tifosi partenopei, opinionisti, giornalisti, editorialisti, redattori, capaci di definirlo già una carcassa gobba inadatta al gioco del Napoli, bollito, finito, superato, modesto. Io l'ho definito un Bruce che gioca a nascondino, che sia chiaro, ma ne ho sempre apprezzato le qualità. E credo anche alle parole di Jose, lui riusciva a utilizzare Goran in una posizione innaturale per un attaccante, la stessa copiata da Walter nella sfida del San Paolo di sabato scorso. Ho visto il Goran di Delio, aggressivo e capace di tagliare gli spazi, di puntare l'uomo di studiare i movimenti di avversari e compagni, disegnando con gli occhi invisibili scie per consigliare al corpo sferico dove andare a ruotare. Marek per un po' è entrato in campo, in pochi se ne sono accorti. E' un giocatore dai mezzi tecnici immensi, dalle qualità infinite, di un'intelligenza tattica sublime, forse il talento più completo del Napoli di De Laurentis, senza alcun dubbio uno dei migliori giocatori d'Europa. L'Hamsik di Mazzarri ha compiti tattici sicuramente diversi, soprattutto con Inler che non schiaccia verso la difesa, che spesso scolla i reparti, che per assicurare una collaborazione in attacco, spesso finisce per non coprire movimenti orizzontali. Inler è fenomenale, ma per essere presente ha bisogno di un Hamsik più passivo, che inevitabilmente perde negli ultimi metri. L'Hamsik di Reja aveva compiti diversi, ma anche quello si chiudeva per lunghi tratti in ossessioni compulsive mistiche, senza partecipare all'azione. Hamsik è straordinario. Ma è pur sempre colui che nella stagione estiva parla del Milan come la sua possibile consacrazionee in quella autunnale santifica Napoli e il Napoli com'è giusto fare, come farebbe chiunque. Il suo viso angelico, la sua immensa serietà professionale, nascondono l'idea nascosta del sogno della maglia del Milan, un brutto vizio frequente nei talenti di Raiola. Sono convinto che spesso le interviste sono strumentalizzate, inutile dirlo. Con l'arrivo di Pandev ho sognato l'inizio di Marek in panchina, perché diciamolo sinceramente, forse è quello che il posto da titolare, forse per qualche partita, merita di cederlo, almeno fino a quando non tornerà il Marek che sogna solo l'azzurro; perché Raiola ne ha plasmato l'umiltà.

Domenico Serra.
AreaNapoli.it

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