mercoledì 30 novembre 2011

La Juventus non può correre per sempre. Tagliavento mediocre daltonico

Il calcio spumeggiante espresso dal modulo di Reja, affoga in un difensivismo pauroso. Il Napoli senza Pandev affonda, Mazzarri interviene tardivamente e Conte a specchio lo umilia con i fondamentali del calcio. Walter assiste allo sgretolamento di una partita insieme a generosi cartellini non dati agli juventini, senza fare nulla, incrociando le dita e sperando di farcela.
Lavezzi e Pandev d'altra categoria, che nefanda considerazione evidente; il Napoli invece scricchiola, insegue il lato destro della classifica e se lo merita, infliggendosi autosconfitte di un livello davvero basso, ma meritate. Perché un punto è più di una sconfitta. Certo che una Juventus in 8 avrebbe fatto una fine sicuramente diversa, soprattutto se si fosse deciso di cancellare la ribattuta sui rigori, sarebbe ora.
Questo è un Napoli che rischia grosso, incapace di vincere, che sopravvaluta l'avversario e si adagia in un modo stomachevole. Il crollo di Maggio del secondo tempo, gli errori di Campagnaro e il suo spostamento a sinistra, la tardiva sostituzione di Aronica, il calo atletico di Inler e l'assenza di una punta di ruolo negli ultimi minuti, hanno sfasciato una partita. Simbolo della disfatta sono le parole di Mazzarri: "credevamo d'aver vinto".
A questa squadra manca l'umiltà di Grava e i suoi anticipi, paga forti errori dirigenziali come la mancanza di cattiveria agonistica; paga l'assenza di pestoni da fuori aria quanto l'incapacità di gestire forze ed energie mentali. Quasi tutti i giocatori del Napoli sono ormai entrati nella mentalità che si vinca giocando solo trenta minuti. Smettetela di sognare lo scudetto, ma concentratevi, spezzatevi la schiena come Gianluca col Lecce...
Bazzecole, quisquilie, pinzellacchere [cit.]

Domenico Serra.
Fonte: AreaNapoli

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