venerdì 18 novembre 2011

IL DOMENICO SPORTIVO. Serra: “Non ho mai rimpianto Reja. Il suo calcio mi aveva stancato”

Ne sento parlare molto, come negarlo. Siti sportivi e riviste, così come la gente per strada, tutti a parlare del grande Edy. Ho in mente l’immagine di Reja quando ritornammo in serie A, quegli istanti al Marassi mi riempirono di lacrime. Il suo 3-5-2 resta nei meccanismi di gioco attuali, i suoi uomini ci hanno consegnato traguardi assurdi. Eppure un anno fa terzi eravamo noi. Troppe volte l’ho visto crollare, nei momenti importanti, dalla gestione di Dalla Bona a quella di Denis, dimenticandoli come Grava e Pazienza. Giocatori divenuti statuine, patrimoni depauperati per testardaggini tattiche di dubbio livello.
Il suo è un calcio che mi aveva stancato, riusciva a dare talmente tanto in casa, distruggendo le grandi come forse Mazzarri ha saputo fare solo di misura, ma fuori casa era abulico, non riusciva a trasmettere personalità. Certo parlavamo di un Napoli più giovane, inesperto. Il suo percorso meraviglioso è presente, ma non riusciva a tirar fuori il meglio da tutti. Forse è stata la stessa Napoli ad allontanarlo. Storia vecchia. E’ un braccio di questo Napoli, innegabile. Ne rivorrei l’uomo, la presenza, il sorriso, lo idealizzo come lo zio perfetto, ma rimpiangerlo, proprio non ci riesco. Ricordo il mio di zio dire: “uà, nata vota zazà!”. Odiava Zalayeta. Forse tutto il mondo lo odiava, tranne Edy.
Oggi la verità è che la Lazio è una squadra completa, rocciosa, che ha fatto acquisti di grande livello, purtroppo oggi: gli scarti di campionati tedeschi e francesi, qui fanno la differenza. Ritengo che la Lazio abbia qualcosa in più, una completezza di rosa assemblata nel tempo, non so se fatta da Cirio o da presidenti che non potranno nemmeno entrare allo stadio, sono storie che non mi riguardano, conta solo la sfida. Che vinca il migliore. Parlavo della sfida col Manchester…

Domenico Serra.
Azzurrissimo.

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