martedì 8 novembre 2011

Calcio, Napoli & Gomorra…1 & 2

Si arricchisce di nuovi, incredibili particolari la visita nei rioni di Gomorra dell’ex giocatore dell’Inter Mario Balotelli. Dalle dichiarazioni rese dal calciatore ai pm del pool anticamorra emerge che Balotelli, accompagnato in scooter dall’imprenditore Marco Iorio (finito in manette nell’ambito di un’indagine sul riciclaggio) si recò a Scampia e fu portato a vedere come si confeziona e si spaccia la cocaina. Quel viaggio nei rioni della camorra, Balotelli li ricorda in un verbale firmato qualche mese fa dinanzi ai pm della Dda Sergio Amato e Enrica Parascandolo. Balotelli si trovò nel rione delle Vele dinanzi a un tavolo pieno di droga e chiese ai suoi conoscenti napoletani di ritornare in albergo. Agli atti anche la testimonianza di Lavezzi, che offre altri spunti investigativi utili per mettere a fuoco i rapporti tra tifo e camorra. Lavezzi – in sintesi – dichiara di aver conosciuto Antonio Lo Russo, il figlio del boss pentito Salvatore Lo Russo: «Ma ho appreso dai giornali che si trattava di un latitante, io lo conoscevo come capoultrà».
Leandro Del Gaudio (Il Mattino)
=========

Era finito in un brutto giro di scommesse, l’ex giocatore della Lazio Paolo Negro. Lo spilungone dalla faccia simpatica che indossò per 376 volte la maglia biancoceleste, celebrato da Sergio Cragnotti nella squadra dello scudetto e poi in fuga da Claudio Lotito nel 2005, alla fine ha raccontato tutto in Procura, nelle scorse settimane, nella stanza del pm Francesco Minisci. Conducendo gli investigatori nel mondo del calcio scommesse clandestino che a Roma è sempre di più nelle mani della camorra napoletana. Il giocatore diventato protagonista di tante prese in giro campanilistiche per quell’autogol durante il derby con la Roma nell’anno dell’ultimo scudetto giallorosso, rischia di diventare l’uomo chiave in un’indagine che presto potrebbe avere sviluppi clamorosi. Chi lo conosce, dice che il vizio per il gioco d’azzardo Paolo Negro l’ha sempre avuto; e che persino alcune sue giocate, durante i dodici anni in cui ha calcato i campi della serie A, sembravano disegnate apposta per far piacere a qualche scommettitore potente. Da quando ha appeso gli scarpini al chiodo, però, i problemi sono aumentati: una esperienza poco felice sulla panchina del Cerveteri, la sua prima squadra, si è conclusa nella primavera dello scorso anno per gli scarsi risultati raggiunti. E contemporaneamente, dicono gli investigatori, sarebbero cresciuti i suoi debiti da gioco. Tutti con alcuni scommettitori provenienti dalla criminalità organizzata campana. Che prima l’avrebbero ricattato, minacciandolo di far venir fuori l’intera storia delle sue giocate clandestine, anche quando indossava ancora la maglia biancoceleste. E poi gli avrebbero chiesto di fare gli interessi delle cosche, individuando all’interno dello spogliatoio della Lazio Calcio chi, tra i giocatori, poteva essere interessato a pilotare i risultati. Negro, secondo le indiscrezioni che circolano in Procura, avrebbe temporeggiato, fingendo di informarsi su quali potevano essere i giocatori che, come lui, mal sopportano la gestione del presidente Claudio Lotito e rimpiangono i tempi d’oro di Sergio Cragnotti. Nell’amministrazione del club ma soprattutto nella tifoseria, in particolare in quella organizzatissima degli Irriducibili. Poi, quando il ricatto si è fatto stringente, si è arreso. E ha denunciato tutto in Questura, per poi mettere a verbale davanti al pm Francesco Minisci – che fa parte del pool antiusura coordinato dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti – l’organigramma dell’organizzazione che lo ha ricattato e le attività illecite che gestisce a Roma. Spiegando pure che il giro di scommesse sulle partite truccate passerebbe in buona parte per una ricevitoria sulla Cassia, gestita da un suo amico, ex giocatore di serie A pure lui, ma questa volta della Roma. Dai dettagli del suo racconto e dalle successive verifiche durate praticamente tutta l’estate, gli uomini della Squadra Mobile della Polizia coordinata da Vittorio Rizzi sono arrivati ai vertici dell’organizzazione.
Sara Menafra (Il Mattino)

«Marco Iorio? Spesso andavo a mangiare da lui e uscivamo insieme». È la testimonianza che l’attaccante del Napoli, Ezequiel Lavezzi, fornisce ai magistrati Sergio Amato ed Enrica Parascandolo nell’indagine sul riciclaggio di denaro che vede l’imprenditore in carcere dalla fine di giugno. Il verbale, sottoscritto l’8 settembre scorso da Lavezzi, è stato depositato insieme all’audizione dell’attaccante del Manchester City e della Nazionale Mario Balotelli, ascoltato per il tour a Scampia nel giugno 2010 dove a fargli da Cicerone fu proprio Marco Iorio.
IL FIGLIO DEL BOSS – Lavezzi ha dichiarato di aver riconosciuto, nelle foto mostrategli dai magistrati, Antonio Lo Russo, figlio dell’ex padrino, immortalato a bordo campo, pochi giorni prima di diventare latitante, durante Napoli-Parma del 10 aprile 2010. «L’ho conosciuto come capo ultrà», ha detto il giocatore, che ha ammesso anche il boss sarebbe andato qualche volta a casa sua insieme ad altri tifosi; anzi, sarebbe stato proprio Lo Russo ad esporre allo stadio San Paolo uno striscione per convincere Lavezzi a restare al Napoli quando si parlò di una sua possibile cessione. L’attaccante, però, ha chiarito di non essere a conoscenza dei rapporti tra il boss e l’imprenditore Iorio.
IL SUPER POLIZIOTTO – L’attaccante del Napoli ha aggiunto di aver visto qualche volta nel ristorante di Iorio l’ex capo della squadra mobile Vittorio Pisani. «Veniva chiamato “capo”», ha detto Lavezzi riferendosi al super poliziotto indagato per favoreggiamento nell’inchiesta e per questo raggiunto a fine giugno dalla misura dell’obbligo di dimora.
BALOTELLI: «A SCAMPIA CON IORIO» – Anche Mario Balotelli ebbe modo di conoscere Marco Iorio. «Gli chiesi di fare un giro ai Quartieri e nelle Vele di Secondigliano – ha spiegato il calciatore – ma ho saputo solo dopo di essere stato accompagnato da persone non buone». L’attaccante del Manchester City, infatti, ha raccontato che lui e due suoi amici furono accompagnati a Scampia da Iorio e altre due persone. «Ebbi modo di vedere da una distanza di circa 10 metri un tavolo con sopra buste di droga». (fonte Campaniasulweb)

Nessun commento: