lunedì 8 agosto 2011

IL PUNTO DI ANTONELLO PERILLO: "Lavezzi, un caso difficile da gestire"

Fui il primo a ventilare, proprio in queste pagine, l’ipotesi di una cessione di Lavezzi. A Pasqua raccolsi le confidenze di persone molto vicine al presidente De Laurentiis, che mi “girarono” i ripetuti sfoghi del patron, stufo di certi atteggiamenti del Pocho. In quei giorni –era metà aprile- l’argentino, fermato da una squalifica, non seguì i compagni nella (disastrosa) trasferta di Palermo e si presentò, a gara in corso, alla Marina Grande di Capri a bordo del suo mega yacht. Nelle serate che seguirono, Lavezzi tirò fino a tardi in ristoranti e locali alla moda. Erano giorni di vacanza, per carità, ma a De Laurentiis diversi isolani (in particolare baristi e ristoratori) riferirono di qualche sigaretta e qualche super-alcolico di troppo. Magari mezze verità ingigantite dalla popolarità del ragazzo. Oggi si legge di un possibile trasferimento del Pocho all’Atletico Madrid o a qualche club inglese. Qualcuno –come apprendo anche dalla Gazzetta dello Sport- ritiene che la “vacanza supplementare” in Costa Smeralda possa nascondere la volontà del club azzurro di mettere in vendita il forte attaccante sudamericano, magari anche ad un prezzo inferiore rispetto ai 31 milioni della clausola rescissoria. Non so come stiano realmente le cose. Non posso però, dal mio punto di vista, tacere una cosa: a mio avviso il Napoli sta gestendo con molta difficoltà questa situazione, almeno sotto il profilo mediatico. Nell'era della comunicazione se non si è attenti, si rischia di alimentare polemiche e incomprensioni. De Laurentiis non può a distanza di nemmeno 24 ore contraddirsi in modo così netto, passando da un… “Lavezzi in Sardegna? Ma andassero a cagare!” per arrivare ad un… “è giusto che il ragazzo stacchi un po’ la spina. In Argentina faceva freddo (?!?). Anzi, lo invito due giorni pure a Ibiza…”. Il tutto, peraltro, dopo un cazziatone storico, finito su tutti i giornali, con frasi tipo “si alleni di più, non si faccia più squalificare per andare in vacanza a Natale, sia meno argentino (???) e più napoletano”. Contraddizioni fin troppo evidenti. E non mi riferisco solo a quanto sta avvenenddo in questi giorni. Ci sarebbe parecchio da riflettere anche su altre circostanze. Questa storia parte da lontano. Ne butto giù una sola: se De Laurentiis era convinto che certe squalifiche del giocatore fossero "provvidenziali" per consentire al Pocho di anticiparsi le ferie, perchè non si è imposto, obbligando il proprio "dipendente" ad allenarsi in squadra fino all'ultimo giorno previsto dagli impegni contrattuali? Perchè, tornando alla scorsa Pasqua, non si costrinse Lavezzi a seguire i compagni a Palermo, invece di andarsene in giro in barca? L’impressione è che basti davvero poco a far cambiare idea al presidente e che spesso quest'ultimo sbagli la scelta dei tempi dei propri interventi. Ferlaino, che di calcio ne capiva eccome, spesso giocava d'anticipo, risolvendo diversi problemi di gestione di spogliatoio prima che diventassero di dominio pubblico e che danneggiassero del tutto il progetto tecnico e societario del Napoli. Per quanto riguarda Mazzarri, poi, spero che sia riuscito a motivare al meglio all'intero gruppo la decisione di concedere a Lavezzi questa benedetta settimana in più di "vacanza e lavoro". Conoscendo il tecnico, lo avrà sicuramente saputo fare. Spero anche che Mazzarri si convinca della necessità di non ricorrere sempe e solo agli onesti e affidabili Lucarelli e Mascara come alternativa ai nostri big del tridente offensivo. Se fosse arrivato un Maxi Lopez a ricoprire il ruolo di "quarto tenore", forse il Pocho ci avrebbe pensato due volte prima di pretendere la vacanza supplementare. Quando si ha la sicurezza assoluta di essere indispensabili, c'è la possibilità concreta che ci si monti un po' troppo la testa. E se non ci sono regole chiare e precise per tutti, c'è il timore fondato che un gruppo vada disgregandosi. Il rischio è che se domani mattina un Hamsik o un Cavani decidessero di cambiare atteggiamento, magari rinviando di fatto il loro rientro dalle vacanze, non ci sarebbero santi che potrebbero fermarli: perché il Pocho sì e loro no? Si arrabbia il presidente? Fa il pazzo? Tanto, dopo l'ennesima sfuriata, gli passerà…

Antonello Perillo

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