giovedì 22 dicembre 2011

Babbo Natale esiste, è…il mio Presidente!

Quando si ferma il calcio finisce sempre che la tua redazione di tifonapoli.it ti chieda un pezzo su come sia andato l’anno sportivo. La stesura è meno immediata del solito, ma assume dei valori umani che spesso collimano ai limiti del concetto di una sfera effettata. E io mi ritrovo qui, perso ad ondeggiare la mia mano contro la parete del soggiorno, da me imbiancata in liberi giorni di disoccupazione, mentre la replica di un 6-1 interagisce con ogni molecola della stessa stanza. Quei colori, quei goal meravigliosi, quelle finte, quelle parabole inaspettate di Walter e Camilo, sono trasmesse in ogni singola particella e arrivano in alta definizione fino a modificare tutto quello che mi circonda e tutto quello che sono e tutto quello che sente il mio cuore.
E finisce che suono il mustacciolo, alla replica di una della reti, come se fosse una piccola trombetta blu; e il divano cocozza diventa azzurro, Zuniga si sbianca e diventa Del Piero, l’immenso Dossena fa il panchinaro, l’albero di Natale diventa un palo della porta e io con un casco imito Gargano-Lampard rischiando di sfondare tutto.
Quella sete di vittoria, come se in campo ci fosse ancora la Roma, è stata l’ennesima dimostrazione che il Napoli ha paura di se stesso, teme la sua forza e ancora forse non la conosce completamente. E’ pur sempre costruito per la singola partita, questo lo rende unico e insensato, folle e imprevedibile, capace di alternare risultati in un modo a dir poco eclatante.
Quest’anno non abbiamo vinto nulla, ma stiamo crescendo per imparare a farlo, per sentirci pronti a sfidare noi stessi nelle nostre case, pur di diventare tifosi migliori. E tifosi migliori siamo diventati così come si sono evoluti i nostri calciatori, i più bellicosi in Europa sono diventati rispettosi e concentrati nell’umanità del tifo, senza mai uscire dai confini, anche perché il 2011 di confini non ce ne ha disegnati.
L’augurio è di restare uniti, perché il calcio ha bisogno del Napoli e di quantificare il volume mediatico di questa crescente tifoseria, riscoprirla in giro per il mondo, unirla in un unico stadio, individuare una forza tifo dimenticata per alcuni istanti accartocciata in un’aula giudiziaria.
Questi sono i tempi dove Vargas scarta Chelsea e Inter per il Napoli e io sono parte di questa storia, così come tutti i singoli tifosi.
Quando i nostri giocatori capiranno di essere maturati forse cominceremo a vincere. Ma noi non andiamo di fretta, sappiamo aspettare il momento giusto, sappiamo chiedere a Babbo Natale De Laurentis, di farci sognare ancora.
Domenico Serra

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