Questa volta non ci sarà Fernando de Napoli, uno di quei grandi
gregari innamorati della maglia, che scelse d’essere barattato, sponda
Milan, per rientrare probabilmente nel progetto: io ti do uno scudetto a
te, tu mi dai un pezzo di Milano2 a me.
Mancherà il suo gesto che nel calcio non ho più visto: uscire dal
campo dopo un infortunio per accelerare la ripresa del gioco;
mancheranno soprattutto Nachtweih e Flick e le loro goliardiche azioni
difensive; mancherà un preciso allenamento di ogni giocatore del Napoli e
il contemporaneo e indisciplinato ballo di Diego.
Questa volta a Monaco possiamo sfiorare le stelle, come accarezzando un
sogno troppe volte frantumato, prima da un’aula giudiziaria, poi da
Avellino, Villareal e Udinese; tanto per citarne qualcuno.
Sarebbe bello vincere all’Allianz Arena, osservare napoletani dispersi
in ogni settore dello stadio, immaginare quanti di loro abbiano perfino
dimenticato l’italiano. Molti vivono ormai da generazioni in una terra
dove tutto funziona, tranne il clima; ma resta gente che non ha
dimenticato né l’Italia, né i racconti di Dachau, né il vernacolo
partenopeo.
Eppure immagino lo stadio pieno di puffi blu infiltrati ovunque,
immagino di vederli saltellare come bimbi con biberon d’aglianico
d.o.p., in uno stadio incredulo contagiato dalla lavezzite, fermo e
immobile ad accettare l’impresa; immagino le strade colonizzate da un
OktoberNapoli senza birra e abiti bavaresi, ma di un Napoli
sudamericano.
La Baviera dà lavoro a circa 70000 italiani, mentre amici, conoscenti e tifosi arrivano da ogni parte del mondo,
molti di questi tiferanno Napoli, pur essendo italo-tedeschi.
Mia zia è tedesca, annuncia un risultato tennistico, certo che per
valori in campo potrebbe tranquillamente accadere, ma io proprio non ci
credo. E infatti lei la partita non la guarderà, invece tantissimi
napoletani saranno in quello splendido stadio, che di notte è veramente
un’opera meravigliosa: ma di giorno, Herzog & de Meuron non me ne
vogliano, quest’opera meravigliosa, a me sembra un immenso rotolo di
carta igienica. Nessuna metafora ovviamente, né offesa per gli svizzeri,
anche perché il nostro destino è nei loro piedi; io preferisco lo
“sgarrupato” San Paolo di Napoli.
Che vinca chi ha voglia di fare la storia.
Fonte:Tifonapoli.it
Domenico Serra
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