“Da piccolino andavo a trovare mio zio a Novara, continuava a dirmi: “ma venitevene, qui veramente c’è il Paradiso!”.
Quanto tempo è passato, che bella città Novara. Mio zio quel giorno si
accese la sigaretta, fece due tiri, poi la poggiò per riprendere a
fumarla dal lato opposto qualche secondo dopo. Dopo quell’urlo di una
sigaretta fumata al contrario, capii che aveva un po’ perso la brocca.
Non l’ho più visto”.
Sul tetto d’Europa, tra le sedici squadre più forti del mondo, ci tocca
l’ennesima sfida da gestire con una mentalità da provinciale, per
cercare di rincorrere gli altri sognando loro passi falsi.
Quante volte penseremo ai punti lasciati in giro nel girone d’andata, sarà un ricordo amaro difficile da digerire.
E mentre Reja macina vittorie immeritate, il Napoli riparte dalla
primavera di Britos che macina allenamenti per dare fiato ad un immenso
Aronica; da Grava, che darà filo da torcere a Campagnaro in odore di
nazionale; con Dzemaili che torna titolare con le sue punizioni
condivise con Pandev (non in contemporanea speriamo); nell’attesa di un
importante Donadel, che ha sciolto una procura scomoda made in GEA
(proprio ora che il potere milanese diventa MSI).
Il probabile trio CA PA LA e Marek in mediana con Dzemaili, sono un’ipotesi immensamente affascinante. Vedremo.
E’ una sfida immensamente affascinante quella di Novara, un campo dove
conta la tecnica, un campo dove fino ad un anno fa le visite d’analisi
tattica dei principali staff europei erano all’ordine del giorno. Il
Novara gioca a memoria, è una frase che ho sentito moltissime volte.
Mazzarani e Pinardi non decollano, Rigoni è invece costante come un anno
fa. E’ il giocatore che più tira verso la porta, ed è anche il
rigorista. Un misto tra Cigarini evoluto, tecnico e serio e un Cossu
fisico. Un signor giocatore.
L’attacco però risente della partenza di Gonzalez e Bertani e i
sostituti non hanno per nulla raggiunto la sufficienza. Il campo
sintetico non lascia tempo per pensare, c’è da stare attenti.
Torniamo a macinare punti in campionato, ora si che siamo una grande squadra.
Domenico Serra
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