“Un mercoledì da leoni. Come quando mangi fiocchi di neve dopo aver
gareggiato sulla tua onesta pista arancione di sci; come godersi un
bicchiere di vino dopo aver vissuto una cena con la tua famiglia prima
di partire per un lungo viaggio; come quando la donna che hai sempre
amato si accorge di te. Una notte come quella di Gokhan e Marek la
insegui per ventuno anni e la sogni nel baratro di un calcio pieno di
difficoltà in rispettose serie minori. Il risveglio è qualcosa che un
uomo non può spiegare. Non capirò mai perché si arrivi a piangere per
una partita di calcio, spero che qualcuno possa un giorno spiegarmelo”.
Il napoletano ha un animo furbo ma leale, dozzine di dominazioni hanno
tentato di togliergli dignità, storia, ricordi, certezze; il napoletano
ha un passo più lungo degli altri, vede oltre, ha una mente
imprenditoriale e produttiva, ma nel calcio è onesto e ama vincere solo
se lo merita davvero. Una settimana dedicata ad un gesto di grande
passione tra Domagoj Vida e Bafetimbi Gomis, un occhiolino che ha
scatenato sospetti ben oltre un film di Ferzan Özpetek, merita una
piccola analisi. Cvjetkovic Ivan, procuratore di mister occhiolino,
dovrebbe spiegarci cosa c’è dietro ad un gesto così equivoco. Potrebbe
spiegarcelo la Mondial Promotion, società che gestisce Gomis, Malouda,
Drogba e ha praticamente in mano il potere di moltissimi giocatori che
militano in Francia. Michel Platini forse potrebbe illuminarci, tuona
l’intera stampa mondiale. Ma lui in quel gesto dolce, romantico,
infantile, non vede nulla di immorale, come se non avesse mai giocato a
calcio. Diciamo la verità Platini era un grande giocatore, ma ha fatto
un po’ la figura del pagliaccio senza trucco; la figura peggiore, perché
tutti ti riconosceranno ovunque tu vada. Come un bambino che ha pestato
un escremento e si presenta al compleanno di un compagno di classe.
Quella del giorno prima poi è veramente capace di rasentare lo schifo.
Il Borussia Dortmund porta un ritardo di otto minuti rispetto agli altri
campi, attende il risultato di Olympiakos – Arsenal, altra partita non
proprio regolare, finisce per farsi rimontare e battere in una manciata
di secondi dal rispettabile Olympique Marsiglia. Mi meraviglio perché
non si sia fatto nulla per far passare il Lille, proprio questo non
riesco a capire. A me questo sembra proprio assurdo, un fatto da
denuncia. Il 16 dicembre ci spetta un sorteggio equo e speriamo onesto,
ma ormai siamo dinanzi ad un livello di serietà perfido e credibile solo
ad idioti intelletti. Il Manchester City ne esce invece alla grande,
con un Mancini che inventa un inno di anti-italianità e finisce per
vincere contro i bavaresi ritoccati a gogò da un Rumenigge inburquato
come se fosse carnevale. E il Napoli lotta, contro un arbitro impreciso e
molesto, dei giudici di linea miopi, Muhammad Ali Gonzalo Rodriguez,
uno stadio arrabbiato perché si è ritrovato una squadra scarsa. Ma il
Napoli ormai regna sovrano e vince, se ne fotte di questi banali giochi
di potere e non compra gli arbitri, non compra dirigenti, non compra
premi per squadre avversarie, né tantomeno occhilioni; vende però
l’anima a Zeus De Laurentis che al suono di ‘O surdato ‘nnammurato, in
un piccolo comune valenciano introvabile anche sul tom tom, riscrive il
destino del Regno delle due Sicilie, dello sport pulito, di milioni di
anime che ricordano la sofferenza e i soprusi subiti dai loro avi. Il
calcio è diventato un modo per tornare a riscattare le violenze subite e
questa volta abbiamo vinto noi. “E quando tornerete a parlare di Napoli, pulitevi le labbra e chiedetene il permesso” [cit.].
Napoli non vuole smettere di stupire; e l’anziano Platini? Michel,
rammenti che solo Dio, nel calcio, può segnare regolarmente con la mano,
ai comuni mortali non può bastare un occhiolino…
Domenico Serra.
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