sabato 1 ottobre 2011

Quei grandi giocatori sottovalutati perché italiani

Il suo dente pronunciato viene da Caltagirone, da un Catania che lui ha messo da parte per il grande Napoli; portandoci per mano in Champions si è ritagliato pochi preziosi minuti di gioco e goal determinanti.
Giuseppe Mascara non è nato a Banskà Bystrica nella vecchia Cecoslovacchia, il suo procuratore è Lorenzo Marronaro gestore di Palombo, Diamanti, non ha mai fatto il pasticciere.
Ratatouille, come direbbe Auriemma, non ha mai amato Milano, non ha mai decantato pubblicamente di sognare per il suo futuro calcistico la città della moda. Meno male che i tifosi dimenticano.
Stasera c’è Inter vs Napoli, la maglia di Mascara non è più del Catania e non c’è nessun numero 10 alle sue spalle, il suo miracoloso goal fu un gesto tecnico che eclissò perfino il risultato: stop, palleggio, tiro parabolico arcuato che Bergomi ridimensionò descrivendo come banale cross sbagliato. Fu una rete superlativa, un miracolo balistico che forse chiese il permesso alla legge di gravità per evaderla un paio di istanti.
Queste cose mancano a Napoli dai tempi di Consonni , Trotta, Dalla Bona. Siamo una grande squadra, lottiamo per lo scudetto, siamo fortissimi in campo internazionale. E i calci di punizione? Restiamo umili, perché abbiamo limiti che l’agonismo mediatico è bravo a camuffare.
Sogno Mascara risolutore dell’ultima mezzora, una sua follia da metà campo, una punizione, un cucchiaio come quello a Catania ad una Inter incredula e mortificata; sogno una vittoria che reputo impossibile considerando la faziosità delle designazioni arbitrali; sogno e chi se ne fotte se gioca Pazzini, l’importante è che non giochi Milito e che Grava entri e faccia diventare la folta chioma bionda di Forlan in quella “moderata” di Attilio Lombardo…
Ci sono follie che ti trasformano in eroe e cambiano i ruoli di potere: allora Giuseppe, stoppa il pallone, palleggia, e conquista di nuovo San Siro con una di quelle follie che ti incoronerebbero numero dieci per una notte, quel numero che qui a Napoli non si può più scrivere dietro le maglie nemmeno nei sogni.

Domenico Serra

2 commenti:

AntonioMarano ha detto...

Anche io temo di più la presenza in campo di Milito che quella di Pazzini. Molto più facile marcare il Pazzo che il più mobile argentino, per il nostro capitano.

Mascara, mi dispiace dirlo, è notevolmente in fase calante. Il piedino non è più caldo e svelto come quello di qualche anno fa e le sue cifre lo confermano. Acquistato a titolo definitivo per la metà di Fideleff.
Romane comunque il mio preferito nel sostituire Hamsik.
Le punizioni?
Non rappresentano un vantaggio per gli azzurri. Troppi "capuzzielli" e pochi piedi capaci.

VitaAzzurra ha detto...

Complimenti Domenico..bellissimo articolo