lunedì 21 maggio 2012

Capodanno a Napoli il 20 maggio


La crisi si fa sentire. Dal barbiere di Vidal dormiente a metà; dalla terna arbitrale ubriaca; dal monosopracciglio di Agnelli lettore; dalla faziosità delle pubblicità garibaldine; da una finale che diventa un addio a Del Piero; ma anche dalle lezioni di calcio di Goran Pandev. Il Napoli impara ad addormentare le partite stagionalmente troppo tardi. Forse l'ingresso del mediocre, accidioso e volgare Quagliarella, non è quella di Drogba. Ma Conte non è Di Matteo. Qui comincia la storia del Napoli, termina la carriera culturale di questo piccolo ragazzo che mai ha chiarito il perchè della sua fuga. La strada conosce la verità... Tantissimo da recriminare per una stagione giocata divinamente. Con qualche passo falso perdonabile. Il gesto di Maggio e di Dossena, che a fine partita non attaccano, ma corrono verso la bandierina, insegnano cosa sia il calcio; ma soprattutto quanto sia cresciuta questa squadra.

Spero solo che quelle lacrime non mi facciano troppo male. Quel mezzo scugnizzo; quell'argentino insulso sotto porta; con la sua accelerazione ha deciso la coppa. Non riesco ad immaginare un Napoli senza di lui, proprio non riesco. E provo a credere che sia solo un gioco per un aumento di contratto; ma tutti sappiamo che non è così. Resta, se proprio puoi, resta Pocho...
Domenico Serra

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