Sensazioni viscerali. Incubi notturni. Strani presagi. Ricordi, frammenti di battaglie perse in un passato nemmeno troppo remoto. Notte insonne o quasi. Stamattina cerco di evitare di leggere i titoli dei giornali. Faccio di tutto ma l'occhio cade sulle prime pagine. Non ho ancora digerito la cena di ieri. Mi è rimasta sullo stomaco come una putrella che serve a mantenere un balcone abusivo. Ma di abusivo c'è solo il mio malumore. Non sono tipo da scoraggiarsi facilmente e il sole del "giorno dopo" per me è sempre stato sinonimo di rinascita. Simbolo di nuova vita. Di risveglio e fiducia nel domani. Dopo ogni sconfitta, dopo ogni batosta, ho sempre gonfiato il petto come un leone e ho sfidato la sorte gridandogli che non avevo alcun timore dei suoi tiri mancini e che se era quello tutto ciò che aveva in serbo per abbattermi allora era meglio che s'impegnasse a far i meglio. Nella mia vita - di cui il calcio è sempre metafora - ho vissuto e sopportato, come immagino chiunque, situazioni gravi, prove difficili. Mi hanno insegnato a combattere sempre con dignità. Con coraggio. Con fiducia nei miei mezzi e nelle mie possibilità senza mai partire sconfitto. Mi hanno insegnato a perdere e di conseguenza ho imparato anche a vincere. Non ho mai cercato alibi né giustificazioni nelle mie sconfitte e in quelle dei colori in cui credo e nei cui vessilli mi fregio appartenere.
Ma ieri sera mi sono sentito umiliato. Ho capito cosa significa sentirsi impotente. Inferiore. Ero solo io in mezzo a tanti, troppi juventini entusiasti e festanti. Il mio sguardo vagava smarrito, incredulo per lo spettacolo che si stava manifestando dinanzi ai miei occhi gonfi di tristezza. Dopo la partita col Chelsea ero deluso ma anche orgoglioso perché avevo visto i miei beneamini reagire. Combattere. E perdere, con l'onore delle armi. Ieri ho visto qualcosa che mi ha portato alla mente incubi mai sopiti di anni bui. Mi ha riportato alla mente il 3-0 dell'anno della retrocessione del 2000. Quando la squadra per mentalità e incapacità entrava in campo già sconfitta quando doveva giocare con le squadre più forti. Mi sono sentito impotente. E dopo una notte insonne come quella dopo che la tua fidanzata di ha lasciato oppure quella dopo che ti è morto un parente lontano, il sole di oggi non mi incita a sfidare il destino e a dirgli: coraggio, combatti, io sono di nuovo pronto e non ho paura. No, la sensazione è quella di chi al destino vuol chiedere un attimo di tregua, una piccola indulgenza. Un favore, una concessione. Che sai il destino non ti darà. E allora lo so. Devo fare uno sforzo più forte e trovate nelle profondità del mio cuore la forza per crederci. Per trasformare queta delusione in esperienza. Cazzo non sono un bambino che hanno sempre fatto vincere e che ora è deluso e smarrito e non sa come affrontare le prossime sfide della vita. Mi avete fatto piangere per questi colori. Mi avete esposto alla gogna e al pubblico ludibrio dei tanti, troppi juventini apolidi presenti intorno a me. Non posso farci niente se non continuare a sostenervi e a farvi capire che essere napoletani per noi significa tante cose. Che i colori che rappresentate vanno difesi a prescindere. Che ci sono nemici da battere sempre. E allora ci credo un po' di più. E penso che in fin dei conti anche domani il cielo sarà sempre blu. Come i miei sogni. Forse non vedo la realta. Forse sono cieco. Ma... meglio essere ciechi e sognare a colori e sapere ancora commuoversi per un trionfo, che vederci e vivere un'intera ita in bianco e nero, senza più capacità di stupirsi per niente perché chi non sa perdere non saprà mai vincere. FORZA NAPOLI. IO - CI - CREDOOOO!
Ma ieri sera mi sono sentito umiliato. Ho capito cosa significa sentirsi impotente. Inferiore. Ero solo io in mezzo a tanti, troppi juventini entusiasti e festanti. Il mio sguardo vagava smarrito, incredulo per lo spettacolo che si stava manifestando dinanzi ai miei occhi gonfi di tristezza. Dopo la partita col Chelsea ero deluso ma anche orgoglioso perché avevo visto i miei beneamini reagire. Combattere. E perdere, con l'onore delle armi. Ieri ho visto qualcosa che mi ha portato alla mente incubi mai sopiti di anni bui. Mi ha riportato alla mente il 3-0 dell'anno della retrocessione del 2000. Quando la squadra per mentalità e incapacità entrava in campo già sconfitta quando doveva giocare con le squadre più forti. Mi sono sentito impotente. E dopo una notte insonne come quella dopo che la tua fidanzata di ha lasciato oppure quella dopo che ti è morto un parente lontano, il sole di oggi non mi incita a sfidare il destino e a dirgli: coraggio, combatti, io sono di nuovo pronto e non ho paura. No, la sensazione è quella di chi al destino vuol chiedere un attimo di tregua, una piccola indulgenza. Un favore, una concessione. Che sai il destino non ti darà. E allora lo so. Devo fare uno sforzo più forte e trovate nelle profondità del mio cuore la forza per crederci. Per trasformare queta delusione in esperienza. Cazzo non sono un bambino che hanno sempre fatto vincere e che ora è deluso e smarrito e non sa come affrontare le prossime sfide della vita. Mi avete fatto piangere per questi colori. Mi avete esposto alla gogna e al pubblico ludibrio dei tanti, troppi juventini apolidi presenti intorno a me. Non posso farci niente se non continuare a sostenervi e a farvi capire che essere napoletani per noi significa tante cose. Che i colori che rappresentate vanno difesi a prescindere. Che ci sono nemici da battere sempre. E allora ci credo un po' di più. E penso che in fin dei conti anche domani il cielo sarà sempre blu. Come i miei sogni. Forse non vedo la realta. Forse sono cieco. Ma... meglio essere ciechi e sognare a colori e sapere ancora commuoversi per un trionfo, che vederci e vivere un'intera ita in bianco e nero, senza più capacità di stupirsi per niente perché chi non sa perdere non saprà mai vincere. FORZA NAPOLI. IO - CI - CREDOOOO!
Ettore Buonincontri
2 commenti:
Grazie Ettore: leggerti è stato come rinascere dopo la notte insonne popolata dagli incubi più orribili!!!
Non avviliamoci, su la testa e AVANTI NAPOLI, AVANTI ULTRàAMICI uniti si vince
Grazie Shadina per il tuo commento.
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