L’atmosfera è surreale: sembra di andare allo stadio il 26 dicembre. Lungo il tragitto pochissime macchine: la penuria di benzina ha costretto tutti a piedi. Negli abitacoli, poi, scene tipo filastrocca degli elefanti nella Cinquecento:tifosi stipati come sardine pur di non consumare tutti insieme l’ultima goccia di propellente. Anche la tangenziale è scorrevole: in tempi di crisi persino i 90 centesimi di pedaggio sono soldi da risparmiare. Ma il problema vero sono le bancarelle dei panini. La situazione è grave. I friarielli scarseggiano e i «friarielli» sono un must del tifoso napoletano. Gli ambulanti sono riusciti ad accaparrarsi gli ultimi fasci disponibili a 0,50 centesimi l’uno, mentre fino alla settimana scorsa ne costavano 0,20. Il dilemma è serio: o panini più leggeri,con meno «friarielli», o panini più cari, per ammortizzare i costi. Nel dubbio, i più scelgono di aumentare il prezzo di 1 euro e dimezzare la razione di «friarielli», il che è come dimezzare il piacere dello stadio. Sono dentro, un silenzio surreale. Non trovo Michele,da Castelvolturno. Lo chiamo al telefono e mi spiega che non viene perché ha finito la benzina andando al lavoro. Ma tant’è, la passione non conosce crisi. E se dobbiamo andare allo stadio a piedi, in mezzo al deserto da panico da accaparramento scorte, a noi basta che ci sta il Napoli e ce ne andiamo a piedi pure fino a Pompei. E persino un panino vuoto mangiamo. Noi ci nutriamo così.
Fonte: Il Mattino
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