Ho sempre visto Grava scorazzare su quella fascia destra con non poche
perplessità. Mai avrei immaginato che si riuscisse a trasformarlo in un
giocatore dalla esplosività impressionante, dall’anticipo del miglior
Britos sommato a Santacroce, dalla forza fisica di un leone tenuto in
criogenizzazione dall’infanzia, come se Mazzarri avesse portato un sosia
fortissimo del modesto terzino laterale conosciuto negli anni
precedenti. Che giocatori che ha fermato Gianluca fino ad un anno fa.
Sono convinto che anche mezzo zoppo, con un tutore, in campo avrebbe
distrutto la concorrenza. Che giocatore. Chi non lo vede ovunque quando
si parla del Lecce? Chi non ha pensato mai che se Grava non si fosse
tranciato il crociato, avremmo vinto lo scudetto? Quando la notte sogno
le ultime sfide dello scorso campionato, con Milan e Udinese, penso a
cosa avrebbe costruito pur di cancellare gli attaccanti… Ora finisce che
Walter, il mago di San Vincenzo, dichiara che vorrebbe schierare in
campo uno tra lui e il sosia di Forlan. Io già non dormo, con tutto il
rispetto per Fideleff, un giocatore che potrebbe tranquillamente fare
quel percorso, ma Grava è veramente il maestro che rispetti anche se non
è severo, un osso del Napoli che non riesci a rosicchiare, il braccio
di chi mette la mente e la mente di chi mette il braccio, il capitano
silenzioso e onesto che nessuno osa contestare, il provinciale da
incoronare Re, il Re che si comporta con la potestà dominante di un
familiare dolce e affettuoso. Lo vorrei in campo, con tutto il mio
cuore, con un occhio a Villareal su una di quelle barche a vela prese in
prestito a “Mascalzone latino” e una immensa canna da pesca, per tirar
su un “sottomarino giallo”, che con o senza accordi arabi, ha il destino
segnato. Ah dimenticavo: “Che giocatore che è Gianluca Grava!”.
Domenico Serra.
1 commento:
Domenico, Mazzarri avrà letto AmoreAzzurro e ti ha accontentato. :-)
Il soldatino azzurro merita ogni nostro apprezzamento!!!
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