giovedì 1 dicembre 2011
Mazzarri: “Tifosi, sosteneteci contro il Lecce. Sarò costretto a fare alcuni cambi. Cavani? Non so se recupera”
Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, è stato protagonista del
consueto “salottino marziano” ai microfoni di Marte Sport Live su Radio
Marte: “Il 3-3 di martedì mi brucia ancora sulla pelle. Sul 3-1 pensavo
di averla vinta; se fossimo stati più attenti avremmo portato a casa un
risultato importante. Adesso guardiamo avanti comunque. Chiunque
giocherà contro il Lecce dovrà essere sostenuto. Abbiamo visto che gli
errori contro la Juve sono stati dovuti alla stanchezza, quindi sarò
obbligato a schierare in campo forze fresche. Una partita trappola
quella di sabato. Mi rivolgo ai tifosi e mi aspetto tutto il loro
sostegno. Non dimentichiamo la difficilissima partita contro i pugliesi
lo scorso anno. La difesa deve rifiatare. Martedì affronteremo il
Villarreal. Bisogna rischiare un reparto meno collaudato ma più lucido.
Io ho fiducia in tutti, ma è ovvio che quando eccedi un pò nei
cambiamenti si possono creare delle difficoltà. Grava? Lo scorso anno fu
autore di una prodezza ma manca da molto tempo in campo. Sta molto
meglio; devo valutare la scelta tra lui e Fideleff, considerando anche
l’assetto tattico degli avversari. Gargano? Ha avuto un problema
all’adduttore; ora è dal fisioterapista. E’ quello che rischia di più.
Abbiamo ancora 24 ore di tempo e valuteremo fino all’ultimo. Sugli
esterni siamo messi bene perché nessuno dei tre accusa la fatica.
Cavani? Tra oggi e domani sapremo se giocherà. Pandev? Quando è arrivato
era indietro: l’ho richiesto per 3 anni e finalmente è arrivato. Non si
può discutere un giocatore come lui. Ha valori tecnici assoluti. Ha
solo bisogno di tornare a credere in sé stesso. Sotto questo punto di
vista io e i miei collaboratori abbiamo fatto un lavoro super per
recuperarlo. La sola cosa che gli ho chiesto di fare contro la Juve è
stata “fare il Pandev”, non importava per quanto tempo. Chavez? E’ un
giovane molto bravo, ma per adesso è un po’ chiuso dalle scelte che, in
quanto allenatore, sono obbligato a fare, dato che dovendo fare punti mi
affido a calciatori più esperti. Conosciamo bene le pressioni cui
questa squadra è soggetta: la gara di sabato è insidiosissima e cercherò
di tenere le menti ferme sul campo; non sono certo di riuscirci, ma ci
proverò. Il match più difficile? Quello contro il City. Siamo una
squadra giovane e abbiamo giocato contro squadre di livello assoluto in
questa Champions. Considerando le premesse abbiamo già compiuto
un’impresa; ma adesso dobbiamo fare il possibile e l’impossibile per
completarla. Detto questo preferisco continuare il discorso dopo la
partita di sabato sera. Dobbiamo prendere questi 3 punti; non mi
interessa come.La mia più grande soddisfazione è aver dato una marcata
impronta a questa squadra: un gruppo che gioca a calcio, che mette in
difficoltà chiunque. La Juve è venuta a Napoli e si è si è adattata al
nostro assetto; stesso discorso con la Lazio. Siamo rispettati e temuti
da tutti. Abbiamo fatto riguadagnare fiducia nel calcio italiano.
Viviamo un momento difficile: l’anno scorso i posti per l’accesso
diretto in Champions erano 3; adesso ne sono 2 e dovremo fare il
possibile per restare nell’Europa che conta. Campionato o Champions?
L’anno scorso facemmo l’Europa League, che molti reputano una
competizione di poco conto; ricordo però che nel tragico inizio gara
contro la Steaua Bucarest cambiammo 9 elementi su 11. Un tifoso che mi
era vicino si lamentò perché umiliato da quel 3-0 provvisorio. Dopo 33
anni credo di conoscere il calcio: quando arrivi in Champions e pensi di
poter fare calcoletti o scelte secondarie prendere batoste diventa
matematico. Se non avessimo affrontato al massimo questa competizione
avremmo fatto delle figuracce. E ciò avrebbe penalizzato il gruppo sul
piano fisico ma soprattutto mentale. La Juventus ha una rosa di grande
valore, che può competere con quelle di Milan ed Inter; in più ha il
vantaggio enorme di non avere le coppe. Può preparare le gare a puntino
senza un dispendio di forze eccessivo. Per lo scudetto punterei più sul
Milan, che ha dei valori eccezionali. Un invito ai tifosi? Venite allo
stadio e aiutateci a superare questo ostacolo: raggiungiamo questa
importante vittoria tutti insieme. A Napoli sono felice: qui ho
raggiunto grandi obiettivi e sono contento di aver regalato delle gioie a
questa città. Gioie meritate, perché credo che le cose che ti dà Napoli
difficilmente le ricevi altrove. Ho un carattere passionale: in questo
sono uguale ai napoletani. Sono sempre alla ricerca delle sfide: non mi
piacciono le cose facili. Come i napoletani non voglio perdere nulla.
Siamo nervosi quando perdiamo e voglio subito tornare in campo a
riscattarmi. Per vincere farei sempre di tutto. Espressioni in dialetto
che ho imparato? Ce n’è una che dico spesso: “Ca’ nisciun è fescio”.”
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