"Difficile tener fuori Marek Hamsik, i suoi inserimenti in area di
 rigore, la sua propensione all'anticipo, la sua innata capacità di 
sapere dove finirà il pallone, sono caratteristiche insostituibili".
 Disse Eduardo Reja.
E mentre lui vince in un posticipo di lunedì, al quale dovremmo 
abituarci, immense bugie autorizzate, senza influenze politiche 
apparenti, sono il playback della serata televisiva in chiaro,
tra Fiorello e Lorenzo, che stigmatizzano la bellezza dell'essere 
italiano. Interviene Roberto e ci ricorda cosa significa essere 
italiani, mentre Fiorello stecca paragonando i neomelodici alla musica 
d'arte napoletana.
Quant'è difficile essere napoletani, siamo veramente esigenti.
Ogni pensiero è fermo a mercoledì, difficile pensare ad altro. La mia 
mente prosegue in una notte insonne divisa tra le parole di David Silva:
 "vogliamo provare a vincere la Champions League" e quelle di mia sorella Francesca: "Torno mercoledì pomeriggio, ma prima stai tranquillo, non mi devi venire a prendere durante la partita". Silva non so da quale pianeta viene, mia sorella da Milano, una città dove in pochi tengono per il Napoli.
Torniamo al calcio.
Ormai la prestazione di Goran Pandev è sulla bocca di tutti, mi sono 
emozionato. Ho immaginato migliaia di tifosi partenopei, opinionisti, 
giornalisti, editorialisti, redattori, capaci di definirlo già una 
carcassa gobba inadatta al gioco del Napoli, bollito, finito, superato, 
modesto. Io l'ho definito un Bruce che gioca a nascondino, che sia 
chiaro, ma ne ho sempre apprezzato le qualità.
E credo anche alle parole di Jose, lui riusciva a utilizzare Goran in 
una posizione innaturale per un attaccante, la stessa copiata da Walter 
nella sfida del San Paolo di sabato scorso.
Ho visto il Goran di Delio, aggressivo e capace di tagliare gli spazi, 
di puntare l'uomo di studiare i movimenti di avversari e compagni, 
disegnando con gli occhi invisibili scie per consigliare al corpo 
sferico dove andare a ruotare.
Marek per un po' è entrato in campo, in pochi se ne sono accorti. E' un 
giocatore dai mezzi tecnici immensi, dalle qualità infinite, di 
un'intelligenza tattica sublime, forse il talento più completo del 
Napoli di De Laurentis, senza alcun dubbio uno dei migliori giocatori 
d'Europa.
L'Hamsik di Mazzarri ha compiti tattici sicuramente diversi, soprattutto
 con Inler che non schiaccia verso la difesa, che spesso scolla i 
reparti, che per assicurare una collaborazione in attacco, spesso 
finisce per non coprire movimenti orizzontali. Inler è fenomenale, ma 
per essere presente ha bisogno di un Hamsik più passivo, che 
inevitabilmente perde negli ultimi metri.
L'Hamsik di Reja aveva compiti diversi, ma anche quello si chiudeva per 
lunghi tratti in ossessioni compulsive mistiche, senza partecipare 
all'azione. 
Hamsik è straordinario. Ma è pur sempre colui che nella stagione estiva 
parla del Milan come la sua possibile consacrazionee in quella autunnale
 santifica Napoli e il Napoli com'è giusto fare, come farebbe chiunque. 
Il suo viso angelico, la sua immensa serietà professionale, nascondono 
l'idea nascosta del sogno della maglia del Milan, un brutto vizio 
frequente nei talenti di Raiola.
Sono convinto che spesso le interviste sono strumentalizzate, inutile 
dirlo. Con l'arrivo di Pandev ho sognato l'inizio di Marek in panchina, 
perché diciamolo sinceramente, forse è quello che il posto da titolare, 
forse per qualche partita, merita di cederlo, almeno fino a quando non 
tornerà il Marek che sogna solo l'azzurro; perché Raiola ne ha plasmato 
l'umiltà.
Domenico Serra.
AreaNapoli.it

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