L'attesa
trepidante per la nuova sfida, che sia Parma o Bayern, è frammentata da
questi commenti sempre fuori luogo di paesanotti di turno che hanno la
forza di direzionare il potere dei risultati. Sono stufo dei controsensi
linguistici dei procuratori, del fantacalcio Balotelli - Lavezzi. A me
questi tizi non piacciono. Sono giorni delicati, c'è gente che parla di
obiettivi surreali come Champions o campionato, io volerei basso,
davvero basso.
Il Napoli è una squadra che ha ancora alcune lacune tecniche e
dirigenziali, sono anni che fallisce operazioni di mercato, soprattutto
se paragonate a volumi economici investiti, che sono davvero importanti.
Negli ultimi anni non ha segnato nessuna operazione in stile Pozzo -
Zamparini, per intenderci.
Dei limiti mediatici meglio non parlare: abbiamo bisogno di uno stadio
degno di nota, di Napoli Channel su Sky, di un manto erboso dignitoso,
di un calciatore serio che calci le punizioni, di giornalisti
equilibrati che lascino la squadra lavorare serenamente e di un sistema
democratico per la vendita dei biglietti.
Napoli - Parma è la sfida che nella mia infanzia porta a
pensare ad Alain Boghossian l'attuale vice Blanc nella compagine
calcistica della nazionale francese, quel geniale centrocampista dai
piedi d'oro che lasciò Napoli per un anno di limbo a Genova sponda
Sampdoria, per poi consacrarsi a Parma, divenendo uno dei migliori
giocatori della storia della Francia. Una bandiera parmense e io per
anni l'ho ammirato, invidiandolo più di Crippa, Zola, Cannavaro. Ad
ognuno il suo, ogni napoletano è matto di suo.
Nessun commento:
Posta un commento