martedì 9 agosto 2011
Lavezzi, la verità di Repubblica: teso e provato ha chiesto aiuto a Mazzarri. "Pago io il preparatore, ma ho bisogno di una vacanza-lavoro"
Lavezzi, un nome due storie. Gira in superficie quella del nottambulo
irriducibile, che tira l’alba nei locali più famosi e kitsch della Costa
Smeralda. Lui che sbarca nell’aeroporto di Olbia che sembra
un’astronave, mano nella mano con la bionda Yanina. Lui, che rialza la
tensione tra presidente e allenatore proprio sulle sue vacanze, e
rischia di essere ceduto. Lui che beve e balla, lontano dai compagni
sbucciati dalla fatica sotto il sole di Castel Volturno, poi sviliti da
risse e sconfitta con il Siviglia. L’altra storia è stata nascosta. È
tenera, peccato. Un padre che torna da un’estate disperata nel freddo
australe di Rosario. Separato, in lite astiosa con la moglie Deborah,
gli è stato negato di vedere Thomas, magari per un minuto. Thomas è il
suo bambino. Storia vera, penosamente diffusa, quanti come Lavezzi? La
verità spunta a Porto Cervo, la confida Lavezzi ad un amico incontrato
al Billionaire, locale di lusso eccessivo che apre le porte ai
petrolieri russi, talvolta anche al cattivo gusto, veline e aspiranti
veline, personaggi del Grande Fratello. Una struttura a tre livelli
sospesa tra le rocce e il golfo del Pevero. Qui Lavezzi incrocia il giro
del “Giannino”, ristorante di Milano, e del “Fresco”, locale napoletano
di tendenza a due passi dal Duomo. È scortato da Paolo Chiparo, erede
di Lele Mora, nella suo “Star management” da Antonio Zequila a Valerio
Merola, da Catrina Davis a Eva Henger a Jennifer Rodriguez, altre
stelline in cerca di notorietà. Chiparo lo accompagna. Concede solo due
foto: con “Fefè del Grande Fratello”, Fabiano Reffe, a Frosinone turbato
da un fastidioso rinvio a giudizio, sfruttamento della prostituzione.
La seconda ad un imprenditore della zona vesuviana in Sardegna, Carmine
Esposito, “My Love”. È pronto a giurare che «Lavezzi era lucido,
educato, felice di ballare in maniera composta con la ragazza bionda e
beveva analcolici». Dimentica solo di riferire che con Yanina Screpante
sgranava il rosario. Quando si dice, un amico. Il Napoli, filtrando la
verità, ha creato un caso. Non aveva informato bene neanche De
Laurentiis che il 4 agosto esplode in tv. Lavezzi era arrivato la
mattina. Gela l’inviato di Sky. «Doveva venire con noi, con la squadra
primavera in Trentino per allenarsi. Dove ci sono tutti i nostri a sua
disposizione. Invece». Invece? «Va con il preparatore a Portorotondo».
Una pausa. «A Portorotondo? E io, io li ho mandati a cagare» Sembra un
no invalicabile. L’indomani si legge qualche titolo a tutta pagina. «Per
Lavezzi tensioni tra De Laurentiis e Mazzarri». Seguono silenzi
imbarazzati, poi due notizie. Il viaggio di Lavezzi a Porto Cervo, in
palese contrasto con la diversa destinazione indicata dal presidente.
Quindi le notizie di “Libero” sulla “notte brava di Lavezzi tra gin
tonic e ballerine adoranti sui divanetti del Billionaire”. Ma com’era
andata? Il 4 agosto Lavezzi torna dall’Argentina. A Castel Volturno si
allena. È asciutto, in peso forma. Strano ricordando le spiate della
bilancia nelgentina è ormai inverno. Giugno e luglio sono i due mesi più
freddi, tra 10 e 15 gradi a Rosario, 300 km a Nord di Buenos Aires, con
un porto investito dai venti umidi del fiume Paranà. A Castel Volturno
si è allenato nel caldo, 34 gradi. Brusco impatto. «Vorrei andare in un
posto di mare a riposarmi, ma anche lavorare. Datemi un preparatore, lo
pago io, uno che mi controlli e mi aiuti, due allenamenti al giorno, ma
voglio rimettere anche la testa a posto». A Mazzarri sembra molto teso,
provato. Gli dice sì. Lavezzi, riferiscono gli amici a Porto Cervo
custodi del suo segreto, giura a Mazzarri che non dimenticherà questo
favore, che a Barcellona ci sarà, e sarà già in forma. «Ho solo bisogno
di respirare ». D’accordo, Lavezzi e Mazzarri si salutano con un
abbraccio. L’allenatore in questi casi dice: «Lavezzi va gestito così,
bisogna capirlo». Un patto leale tra uomini. C’è tutto questo, soltanto
questo, dietro una vicenda che ha scatenato l’ira del presidente,
l’imbarazzo di Mazzarri, lo sconcerto dei nuovi compagni, lo sdegno di
alcuni tifosi, la difesa eccitata di altri, i rischi di cessione per
Lavezzi. Ma non si poteva dire tutto e subito? Gran teatro Napoli: se
non ci sono drammi, tacendo li crea. le scorse estati. Lavezzi dopo la
doccia parla con Mazzarri, sono presenti il direttore generale Marco
Fassone, il collaboratore più fidato di Mazzarri, il direttore sportivo
Riccardo Bigon, un’altra persona. È Lavezzi che chiede aiuto. Viene da
una estate terribile, dice, ha sofferto in Coppa America come calciatore
ma anche come uomo. La moglie non gli ha dato pace. «Non ho potuto
vedere Thomas, mai». È stressato. Ha dovuto dividere le ferie, ma quali
ferie? Dal 22 maggio con la Juve, ultima gara in Italia, all’8 giugno.
In Argentina è ormai inverno. Giugno e luglio sono i due mesi più
freddi, tra 10 e 15 gradi a Rosario, 300 km a Nord di Buenos Aires, con
un porto investito dai venti umidi del fiume Paranà. A Castel Volturno
si è allenato nel caldo, 34 gradi. Brusco impatto. "Vorrei andare in un
posto di mare a riposarmi, ma anche lavorare. Datemi un preparatore, lo
pago io, uno che mi controlli e mi aiuti, due allenamenti al giorno, ma
voglio rimettere anche la testa a posto". A Mazzarri sembra molto teso,
provato. Gli dice sì. Lavezzi, riferiscono gli amici a Porto Cervo
custodi del suo segreto, giura a Mazzarri che non dimenticherà questo
favore, che a Barcellona ci sarà, e sarà già in forma. "Ho solo bisogno
di respirare". D'accordo, Lavezzi e Mazzarri si salutano con un
abbraccio. L'allenatore in questi casi dice: "Lavezzi va gestito così,
bisogna capirlo". Un patto leale tra uomini. C'è tutto questo, soltanto
questo, dietro una vicenda che ha scatenato l'ira del presidente,
l'imbarazzo di Mazzarri, lo sconcerto dei nuovi compagni, lo sdegno di
alcuni tifosi, la difesa eccitata di altri, i rischi di cessione per
Lavezzi. Ma non si poteva dire tutto e subito? Gran teatro Napoli: se
non ci sono drammi, tacendo li crea.
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