Beh, il risveglio è stato amaro. Inutile negarlo. Caffè, classifica e  tanti rimpianti. Più una domanda: «E ora che succede?». Niente. Il  progetto De Laurentiis va avanti. Con o senza scudetto. Per il momento  basta la qualificazione diretta in Champions League con quello che  comporta in termini di prestigio e di introiti. Ma c’è di più. Per  provare a regalare un sorriso ai tifosi del Napoli facciamo un salto nel  futuro, alla prossima campagna acquisti. Non parliamo di sogni e di  campioni. Ci sarà tempo. Parliamo di soldi. E di debiti.
Molte delle grandi inizieranno il mercato con l’obbligo di saldare  vecchie «promesse». Chi sta peggio è la Juve, che parte da un -28 che  somma i milioni che la società bianconera deve pagare per i cartellini  di Matri (11 milioni), Quagliarella (10) e Pepe (7). Parliamo di soldi  che non possono essere oggetto di trattativa. Come, invece, nel caso del  triangolo Juve-Aquilani-Liverpool. Con una cifra pattuita per il  riscatto, ma non vincolante. Non sta meglio il Milan che si porta in  cassa un -18 per il trasferimento di Ibrahimovic (e ci sarebbero anche 2  milioni e mezzo per Amelia) e hanno voci in rosso pure la Roma (dieci  milioni da pagare per Borriello), l’Inter che, a fine giugno, dovrà  versare al Cesena i quattro milioni previsti per il cartellino del  giapponese Nakatomo e la Lazio che deve saldare (tre milioni e mezzo)  l’operazione Sculli.
L’unica delle grandi che non ha dei «pagherò» che ballano in tasca è  proprio il Napoli di De Laurentiis. Un dato che merita di essere  sottolineato perché regala una preziosa pole position in sede di  campagna acquisti al club partenopeo (sarà versata la prima rata di  Cavani ma è un affare già definito). Che, ricordiamolo, oltre a non  avere debiti, dovrebbe incassare i soldi dell’Uefa per la Champions  League. Sia chiaro, nessuno si aspetti follie stile Maradona. Ma il  Napoli ha i soldi e la volontà per continuare a far crescere l’attuale  progetto con tre innesti importanti. Nel momento in cui il titolo si  allontana, resta in casa partenopea la soddisfazione per essere riusciti  coniugare in maniera corretta le ambizioni sportive con le logiche di  bilancio. Una «vittoria» non regala uno scudetto da cucire sulle maglie,  ma garantisce un domani da protagonista. Scusate se è poco.

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