Giro di boa del campionato italiano 2010-2011, Napoli al secondo posto in ritardo di sole quattro lunghezze dalla capolista Milan. Un torneo abbastanza anomalo, dove non sembra al momento comandare un padrone: spazio ai sogni, ma anche la realtà racconta di un Napoli oltremodo competitivo.
A fronte di ben cinque sconfitte in campionato, il Napoli è seconda in numero di vittorie: già undici, di cui addirittura cinque in trasferta (Sampdoria, Genoa, Brescia, Cagliari, Cesena). Gli uomini di Mazzarri sono al quarto posto nella speciale classifica dei gol realizzati, trenta, godendo dell’eccezionale apporto offensivo offerto dal colpo dell’estate: Edinson Cavani (tredici reti, 43.3% del totale).
Il Matador si è rivelato un attaccante formidabile, il top nel panorama europeo. Segna in tutti i modi, testa, tiro da fuori, di opportunismo, in progressione, spesso realizzando reti altamente spettacolari; svolge movimento continuo, dando profondità alla squadra e non fornendo punti di riferimento agli avversari. E’ l’emblema dell’attaccante moderno, unico nel dar manforte ai compagni nelle fasi di non possesso palla (a proposito di sacrificio, a risultato acquisito contro la Juventus, 3-0, “sbaglia un gol” su assist di Lavezzi e si rialza immediatamente per correre verso il centrocampo a pressare gli avversari, un Fenomeno).
I suoi gol risultano essere tutti decisivi. Il primo dato, quando segna il Matador il Napoli non ha mai perso: rete a Firenze per il pareggio (1-1), in casa con il Bari (2-2), decisivo a Genova contro la Samp (1-2), doppietta a Cesena (1-4) dopo esser subentrato nella ripresa, rete a Catania (1-1), altra doppietta al Parma (2-0), gol al Bologna (4-1), colpo meraviglioso nell’overtime al Lecce (1-0), ed infine la mostruosa tripletta alla Juventus (3-0). La musica non cambia affatto in Europa League: già decisivo ad Elsfborg nel preliminare con una doppietta al suo esordio da titolare, recupera lo svantaggio di tre gol ad Utrecht con una pazzesca tripletta, completa la rimonta allo Steaua con il 3-3 al 97° minuto e sempre nel recupero della partita di ritorno affonda nuovamente i rumeni e regala la qualificazione ai partenopei, unica realtà italiana ancora in corsa nella competizione europea.
I numeri di un campione, la media di 0.77 gol a partita (20 reti in 26 presenze, non tutte dal primo minuto) è un dato da top player dell’intero pianeta. L’aver realizzato alcuni di questi gol nei minuti di recupero certifica l’abnegazione di questo ragazzo, la fame di un campione in evoluzione. Nell’esordio a Palermo, a venti anni appena compiuti contro la Fiorentina, entrò a gara in corso realizzando un gol-capolavoro al volo da fuori area di rigore, in posizione defilata; tutti gridarono al Fenomeno, il merito va alla società ed a Mazzarri di aver creduto concretamente, tre anni dopo, in Edinson Cavani.
L’evoluzione è evidente, il tecnico toscano lo ha schierato da prima punta e non, come le sue guide passate, in altri ruoli poco graditi al Matador, che comunque ha sempre realizzato bottini di tutto rispetto. Il Napoli e Napoli volano sulle sue spalle. Tutti in piedi, standing ovation per Edinson Cavani, ora provate a fermarlo.
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