Il calcio spumeggiante espresso dal modulo di Reja, affoga in un
difensivismo pauroso. Il Napoli senza Pandev affonda, Mazzarri
interviene tardivamente e Conte a specchio lo umilia con i fondamentali
del calcio.
Walter assiste allo sgretolamento di una partita insieme a generosi
cartellini non dati agli juventini, senza fare nulla, incrociando le
dita e sperando di farcela.
Lavezzi e Pandev d'altra categoria, che nefanda considerazione
evidente; il Napoli invece scricchiola, insegue il lato destro della
classifica e se lo merita, infliggendosi autosconfitte di un livello
davvero basso, ma meritate. Perché un punto è più di una sconfitta.
Certo che una Juventus in 8 avrebbe fatto una fine sicuramente diversa,
soprattutto se si fosse deciso di cancellare la ribattuta sui rigori,
sarebbe ora.
Questo è un Napoli che rischia grosso, incapace di vincere, che
sopravvaluta l'avversario e si adagia in un modo stomachevole. Il crollo
di Maggio del secondo tempo, gli errori di Campagnaro e il suo
spostamento a sinistra, la tardiva sostituzione di Aronica, il calo
atletico di Inler e l'assenza di una punta di ruolo negli ultimi minuti,
hanno sfasciato una partita. Simbolo della disfatta sono le parole di
Mazzarri: "credevamo d'aver vinto".
A questa squadra manca l'umiltà di Grava e i suoi anticipi, paga
forti errori dirigenziali come la mancanza di cattiveria agonistica;
paga l'assenza di pestoni da fuori aria quanto l'incapacità di gestire
forze ed energie mentali. Quasi tutti i giocatori del Napoli sono ormai
entrati nella mentalità che si vinca giocando solo trenta minuti.
Smettetela di sognare lo scudetto, ma concentratevi, spezzatevi la
schiena come Gianluca col Lecce...
Bazzecole, quisquilie, pinzellacchere [cit.]
Domenico Serra.
Fonte: AreaNapoli
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