Mi ritrovo qui, ad un festoso tavolo serale, divido un discutibile vino locale con trenta giovani amici e amiche simil sobri.
Siamo vicinissimi a Castellammare di Stabia, qui il vanto di una foto
del Quagliarella all’ingresso, è quasi onorifica, sublime sigillo di
qualità. A Napoli sono state rimosse da tempo, sostituite con foto di
gente comune, sconosciuta, ma con un cuore, con una fede, con le
ginocchia sane.
Sono assente, distratto, elucubrato in un vortice sferico, assuefatto da una malattia chiamata posticipo domenicale…
Sono già a domani sera, al Napoli – Milan, all’analisi di una sfida
toscana di dubbio gusto, ma dobbiamo abituarci, il calcio è immensamente
peggiorato, in classe, forma, rispetto, stile e qualità culturale.
Dinanzi a me c’è addirittura una tifosa del Milan, che brutti momenti.
Oggi il calcio è diventato offesa, sfottò, ci sono allenatori
toscano-cagliaritani, disposti a nascondere il pallone di gioco, pur di
rubare minuti all’avversario; ci sono violenti interventi che
meriterebbero la radiazione, come quello di Lucio a Stekelenburg.
Penso alle sfide di molti anni fa, agli abbracci tra Gullit e Maradona,
allo stile di Sacchi e a quello di Bianchi, ad un calcio ad uomo
roccioso, alla sconfitta del primo maggio del 1988 per 2-3, a quello
scudetto perso nelle ultime cinque giornate in un modo quasi surreale,
ma onesto…
Perché parliamoci chiaro, quel Milan era superiore, vinse
meritatamente, non ci furono errori di nessuna terna arbitrale, nessuna
discutibile scelta tattica, era solo un Milan forte, di un presidente
onesto e più solido del nostro, tutto qui.
Poi qualche anno fa,
spunta il pentito Pugliese e dice di accordi tra Ferlaino e Fininvest,
accordi che portarono immensi movimenti economici nelle casse di
Corrado. Poi il totonero, la droga, ma tanto il caso venne archiviato e
nessuno ricorda nulla. Addirittura giocatori coinvolti. E io devo sentir
parlare sempre e solo della Juventus moggiana… Ma il Milan era più
forte…
E allora la mia mente e il mio youtube, che mi allontana dal
divertimento serale in modo quasi spocchioso e scortese, mi dirige al 27
marzo 1994, al miracolo Di Canio o a tempi recenti della nostra nuova e
sana società, che forse con Reja ha umiliato Silvio, strappandogli via
la nostra competizione.
E’ una sfida tra il passato e il futuro, tra
debiti e onestà, tra corruttori che oggi sono corrotti e troppe
telecamere, troppi occhi, troppi passati evidenti, per fotterci ancora.
Comunque vada, siamo il futuro…
E ad ogni modo, sarà stata la foto-sigillo di garanzia, ma noi, abbiamo mangiato un vero schifo.
Forza Napoli
Domenico Serra
1 commento:
Azz, mi dispiace Domenico che hai mangiato uno schifo.
La prossima volta diserta la "galletta" per un "panuozzo" e un vino decisamente più sincero.
Come al solito apprezzo moltissimo il tuo pezzo tranne sullo stile di Sacchi da accomunare a quello immenso di Bianchi.
Scusami ma ritengo Sacchi un personaggio costruito in tutte le sue parti, in stile Fininvest tutto giacca e cravatta, con il libricino del manager vincente e discorso già scritto. Talmente controllato da non poter sostenere il confronto in un calcio diverso.
Il vero Sacchi si è visto a Verona, in quella partita, ironia della sorte, che i scaligeri retrocessi vinsero contro i rossoneri sacchiani, facendoci restituire lo scudetto rubato.
Stile di chi e di che!!!
Sacchi ha avuto la squadra più forte del Mondo sia col Milan che con la Nazionale italiana quando intorno c'era tanta mediocrità. Fuori da queste ha fatto le pippe sia come allenatore che come uomo.
Stasera bisogna vincere, perchè noi napoletani, i cravattari costruiti li schifiamo!!!
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