Per capire il Napoli bisogna visitare il suo cantiere. Guardare che
succede dentro. Come lo stanno ricostruendo. La chiave per entrare è un
nome: Pandev. È l'acquisto che certifica i nuovi rapporti tra presidente
e allenatore, il chiarimento tra i due dopo la penosa sconfitta di
Barcellona. Ma aiuta a leggere anche il futuro: un solo giocatore
consente tutte varianti tattiche finora impossibili per la modesta
qualità dei ricambi. Mazzarri non avrà più alibi per insistere sugli
stessi attaccanti e sullo stesso modulo, peraltro risaputo in Italia e
demolito da Allegri, Leonardo, Guidolin, Reja e Pioli. Come sedere al
tavolo verde con quattro carte utili, non più una. È questo lo scatto di
qualità del Napoli, con un solo acquisto. Se dovesse mantenere le
promesse, Goran Pandev sarebbe l'affare del mercato.
Pandev
rivela la nuova strategia del presidente. Predica un Napoli diverso da
quello che sta nascendo. Si è invaghito del Barcellona, è rimasto dopo
il trofeo Gamper non certo per passeggiare tra le opere di Gaudì al
Paseo de gracia. Ha studiato vivaio e stile del primo club al mondo. Il
Barcellona seleziona giovani di talento, li alleva, li istruisce, li
lancia, addirittura offre loro la panchina, come a Pep Guardiola. Il
Napoli ha una politica opposta. Mazzarri non costruisce squadre, vuol
guidarle. Chiede professionisti pronti. Addio progetto, De Laurentiis
cambia. Volentieri si contraddice. Lo fa per seguire la linea Mazzarri.
Accoglie giocatori in età matura, a parametro zero, Donadel e Santana.
Quindi, Pandev, 28 anni, mica tanti, uscito da una stagione buia, 27
gare e 2 gol. Uno da riciclare. Un'opportunità, comunque. Prestito secco
per un anno, ingaggio a metà con l'Inter che deve ridurre la sua rosa
(30 elementi, di questi 10 centrocampisti) e cercare un attaccante di
grido. In controtendenza, esce il giovane Victor Ruiz, definito «uno dei
migliori tre nel suo ruolo in Spagna» dal ct Del Bosque ma nel Napoli
solo terzo, dopo Britos e Aronica. Proprio Ruiz fu al centro di
polemiche tra presidente e allenatore: uno lo raccomandava, l'altro lo
bocciava. De Laurentiis asseconda Mazzarri anche stavolta. Gli dà
fiducia, intanto lo carica di responsabilità. Non è un caso se ascolta
Carlo Pallavicino, il regista dell'affare. È agente di Pandev, di
Lucarelli, ma anche consigliere e amico di Mazzarri, secondo le voci di
contatti con la Juve nella scorsa primavera.
Il legame è solo un caso, ma Pandev conviene: se è ancora fresco come i 28 anni fanno pensare, se è disponibile come promette.
Mazzarri ha non una, ma quattro soluzioni in attacco.
1) Pandev può sostituire Cavani, Lavezzi e Hamsik. Un jolly. Ci provava Zuniga, non lo erano Mascara e Sosa.
2)
Nella ripresa per rendere più offensivo l'impianto, basta una mossa:
Hamsik in mediana accanto a Inler, con gli esterni ai loro posti,
Lavezzi a destra e Pandev a sinistra, Cavani prima punta.
3)
Alternativa alla difesa a tre. Un 4-3-3. Campagnaro, Fernandez,
Cannavaro e Dossena in linea, quindi Maggio, Inler e Gargano al centro.
In avanti, tre da scegliere fra Pandev, Hamsik, Lavezzi e Cavani. Basta
eliminare il più affaticato.
4) Due punte: Cavani e Pandev larghi
in avanti, Hamsik o Lavezzi tra le linee, Garganoe Inler mediani,
Maggio e Dossena esterni, solita difesa a tre. È la soluzione più
prudente che consente anche una pausa a Lavezzi o Hamsik.
Mancino
puro, non veloce, non dà quindi profondità, ma ha rapidità di pensiero e
cerca spazi esterni interessanti per invertire il gioco. Se considera
questo l'anno della sua rivincita, se ha gambe e orgoglio, Pandev è una
bella scommessa a basso costo. L'ideale per le finanze di De Laurentiis e
le fortune di Mazzarri.
Antonio Corbo La Repubblica.
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