Un contratto è un contratto, un miracolo è un miracolo. E allora, avere un quadro ben definito in tal caso, è impresa ardua: come si fanno a mischiare le sfumature di due concetti molto diversi soprattutto quando da una parte c’è un uomo che paga con puntualità e dall’altra ragazzi che vogliono veder riconosciuto uno sforzo che ha portato il club molto più in là rispetto all’obiettivo stagionale? La risposta vale almeno 3,5 milioni di euro, ovvero quanto i giocatori complessivamente chiedono per aver garantito al Napoli la vetrina europea più importante. La spinosa questione si arriccia ulteriormente se consideriamo che per molti giocatori il riconoscimento del premio era già previsto, nero su bianco, mentre per altri no. ¬La situazione, dunque, è pressoché questa: quelli che non hanno clausole specifiche si appellano ad un diritto morale che si ispira a principi democratici, di gruppo, mentre gli altri ritengono che la cifra pattuita sia irrisoria rispetto agli introiti che il club incasserà grazie alla qualificazione. “I calciatori sono i soliti mercenari, hanno fatto solo il loro dovere”, per qualcuno. “Il Presidente deve essere riconoscente oltre i contratti, questi giovanotti si sono impegnati fino a realizzare un’impresa”, per altri. Stabilire la verità è sempre difficile. Resta il fatto che l’armonia in un gruppo è fondamentale e, negli ultimi tempi, al di là dei discorsi che coinvolgono Mazzarri, ma passando inevitabilmente per questi, sembra che la squadra abbia perso voglia e quella coesione che l’aveva contraddistinta. Dopo le due sconfitte, infatti, che hanno fatto scendere il Napoli dal treno scudetto, ed è un peccato se consideriamo gli affanni del Milan e le debacle di Palermo e Udinese, gli azzurri hanno faticato non poco per mettere al tappeto un Grifone rimaneggiato e senza stimoli.
IL CONFRONTO. Secondo indiscrezioni raccolte da Calcionapoli24, negli ultimi tempi sembra essersi un po’ incrinato il rapporto tra i giocatori, soprattutto il blocco dei sudamericani, e il patron Aurelio De Laurentiis. Durante un confronto a Castel Volturno i toni si sono accesi con momenti alquanto critici. In particolar modo, come dicevamo, i sudamericani hanno chiesto garanzie per gli altri compagni che non hanno clausole Champions nei contratti.
Il patron, a questo punto, avrebbe sminuito l'impresa degli azzurri creando non pochi malumori. Mazzarri, sull'episodio, si è tenuto alla larga, preferendo che il confronto restasse tra la squadra e il Presidente, ma è chiaro che il tecnico sia decisamente dalla parte del gruppo che lui ha plasmato. Frizioni non da poco, dunque, che macchiano sulla coda una stagione fantastica, con un risultato sportivo che va oltre ogni più rosea aspettativa di inizio anno. Il mister, intanto, a prescindere da questi episodi, avrebbe chiesto maggiori poteri decisionali in sede di calciomercato e non solo. La situazione è a dir poco delicata, tutti i contratti dei big vanno rinegoziati e adeguati. I tifosi sono felici per la storica qualificazione, ma a questo punto vogliono vederci chiaro, e in tale clima di incertezza i disfattisti sguazzano alla grande.
FUTURO. E' guerra fredda tra le parti, ma non è da escludere che per il bene del Napoli si chiariscano tutte le incomprensioni e si riparta più uniti di prima. C'è ancora tempo per ricucire lo strappo, se di strappo si può parlare. Sono episodi che possono accadere dappertutto, l'importante è venirsi incontro a metà strada. Una stagione del genere non si può mortificare con leggerezza, con superficialità. La voglia di onorare il prossimo campionato e, soprattutto, la competizione continentale più importante al mondo, deve, per forza di cose, contenere quel buon senso che riesce a mediare ogni discorso monetario. Almeno questo è l'auspicio. Tre partite da disputare, poi si inizierà a studiare un futuro che al momento è un rebus difficilissimo da decifrare.
Fonte:CalcioNapoli24.it
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