venerdì 1 aprile 2011

Cavani a Sky Sport: "So che devo migliorare ancora tanto"

Edinson Cavani, bomber del Napoli, si "confessa" ai "Signori del calcio", programma in onda domani su Sky Sport. "Che tipo di giocatore sono? Non tanto bravo tecnicamente. Conosco i miei limiti e quindi so che devo migliorare ancora tanto". Cavani si descrive "un giocatore che non molla mai e che cerca di dare una mano dappertutto, dietro, davanti, dove posso. Non sono uno che fa tante manovre dentro l'area, sono più uno di velocità negli ultimi metri e mi piace cercare di concludere la giocata velocemente".

IL RICORDO DI PALERMO - Dopo circa tre anni e mezzo con il Palermo, ora Cavani è tra le punte di diamante del Napoli di Mazzarri. Dell'esperienza in rosanero, Edinson conserva un bellissimo ricordo: "A Palermo ho trovato gente molto simile a quella del mio Paese, gente di cuore, affettuosa, sempre disposta a darmi una mano e a cercare di essermi vicino per farmi ambientare". Con Guidolin, l'attaccante rivela di non aver mai avuto un rapporto a senso unico: "Con Guidolin il mio rapporto è sempre stato molto 'frontale', sincero. Il mio rapporto con lui è sempre stato molto buono, ho sempre rispettato le sue scelte e riconosco sia stato lui a farmi fare i primi passi nel campionato italiano". Sulle critiche per le tante occasioni da rete fallite all'epoca, l'attaccante ricorda: "Sono periodi di un calciatore. Ci sono quelli che nascono già attaccanti e quelli che devono diventarlo col tempo. Io da piccolo non facevo l'attaccante ma la mezz'ala. Ero abituato a fare gol solo ogni tanto. Poi ho cominciato lentamente a diventare attaccante e sono arrivato a Palermo dopo aver segnato tanti gol nel Danubio. E quindi la gente si aspettava già un grande bomber, invece io sapevo che piano piano stavo cercando di fare tutto quello che potevo fare".

IL PASSAGGIO AL NAPOLI - Nel finale dello scorso campionato comunque, Cavani ha segnato diversi gol, meritandosi la convocazione con la nazionale dell'Uruguay al Mondiale. "Nella vita ci sono i segni, che ti possono far capire e vedere la strada che puoi prendere - spiega -. Dopo il Mondiale si parlava di tante squadre importanti e Napoli non era nei miei piani perché non si era detto niente di Napoli e sul fatto che io potessi venire. Nel momento in cui ho sentito Napoli, mi sono fermato a pensare". "Sapevo che la gente di Napoli era molto calda e molto affettuosa e quindi ho chiesto al mio procuratore se c'erano le condizioni per venire a Napoli. Lui mi ha detto che loro erano disposti, mentre altre squadre non erano disposte in quel momento a fare quello che dovevano fare per prendermi. Il Napoli, invece, mi ha dato fiducia". Il passaggio in azzurro, Edinson lo interpreta alla stregua di un segno divino: "In 24 ore le cose si sono messe nella direzione giusta, quindi è stato un segno del Signore, perché una cosa di cui prima neanche si parlava, in 24 ore si è sistemata e ho capito che c'era qualcosa che mi spingeva a venire qua".
NESSUN PARAGONE CON MARADONA - Con il Napoli sono arrivati grandi successi. Tra questi, i tre gol segnati alla Juventus: "In quel momento non mi rendevo conto di cosa stesse succedendo, era un sogno che stavo vivendo ed era qualcosa che non capivo. Finita la partita, vedendo l'entusiasmo e la felicità della gente, mi sono reso conto che è stato qualcosa di particolare, qualcosa di molto importante non solo per me, ma per la città e per Napoli. Qualcosa che mi ha dato ancora più fiducia e che ha fatto sognare tanta gente, quindi è un ricordo molto bello".

Il binomio Napoli-campione rende inevitabile il paragone con colui che meglio di tutti lo ha rappresentato: Maradona. "Che effetto mi fa? Nessuno. Diego è unico. Diego è un giocatore molto difficile da imitare, come calciatore e come persona, quindi io non mi paragono mai a Diego perché lui qui è stato un idolo e come dice la gente di Napoli, è stato un Dio per questa città. Io penso a dare il massimo e a lasciare un bel segno nei ricordi e nella storia di Napoli". (fonte Repubblica.it)

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