NAPOLI - "Quando sono partito per i Mondiali, ho lasciato tutto nelle mani del Signore e sapevo che Dio mi avrebbe spinto nel posto giusto. Il futuro nessuno può prevederlo, essere qui è un segno del Destino. Evidentemente era scritto, per me è stato un messaggio Divino".
SCUDETTO - "Il nostro obiettivo è quello di continuare a formare un bel gruppo. Siamo secondi e vogliamo lottare. Poi si vedrà. Conosciamo la realtà. Ci manca ancora qualcosa per essere alla pari delle grandi, però siamo in condizione per competere su obiettivi importanti".
MAZZARRI - "Ha saputo prendere il meglio di me, spingermi a osare e lanciarmi sempre in zona-gol. E' stata una scintilla immediata. So che si può fare anche meglio e gli allenamenti a questo servono. Io quando non segno o quando perdo una partita, ci penso e ci ripenso, mi studio, cerco di cancellare i difetti".
FUTURO - "Non mi sforzo di prevedere quello che sarà la mia vita. Vado avanti alla giornata, affido a Dio il futuro. Ma a Napoli ci sto con grandissimo piacere, mi sta regalando gioia umana, non solo calcistica".
COMPAGNI E AVVERSARI - "Alla Roma toglierei Vucinic, è un talento, ha colpi imprevedibili. Eto'o è il calciatore che ammiro più di ogni altro all'Inter: non molla mai, non si tira indietro, corre e segna, fa reparto e dà una mano. Diego Forlan come rinforzo del Napoli in Champions? Magari, sarebbe straordinario".
FAMIGLIA - "Tra venti anni mi immagino in Uruguay tra la mia gente con la mia famiglia. Sono attaccato alla mia terra. A Marzo diventerò papà e sarà un'emozione unica che già sto assaporando. Se, quando arriverà Bautista, il Napoli fosse primo sarebbe fantastico, una bella dedica per lui. Noi siamo qui pa lottare. Se dovessimo riuscirci, sarebbe favoloso.
Il direttore del Corriere dello Sport Alessandro Vocalelli è rimasto colpito dall'incontro con Cavani, che ieri per un'ora ha partecipato ad un forum nella sede romana del quotidiano sportivo. Ecco quanto scrive Vocalelli nel suo blog personale.
L’orgoglio per il Napoli, l’amore per una città che lo considera ormai un simbolo, ma anche la purezza e la serenità di un ragazzo che riesce an cora ad anteporre i sentimenti alle lu ci del successo: Edinson Cavani è venuto a trovarci ieri in redazione, si è fermato un’ora in nostra compagnia, ha raccontato la magia di una squadra in lotta per lo scudetto e che vuol continuare anche l’avventura in Europa League. E l’ha fatto con la maturità e la stessa saggezza dimostrate in queste settimane dalla squadra di Mazzarri, capace di dominare la scena (e confermare il nostro pronostico di sei mesi fa su un Napoli da primissimi posti…) a dispetto di quelli che lo avevano snobbato in estate per etichettarlo più avanti come un semplice abbaglio, una meteora.
Nei discorsi di Cavani, capocannoniere del campionato con diciotto gol, è emersa una convinzione profonda sul valore del Napoli: l’idea è quella di provare a restare lassù, senza fissare obiettivi precisi. Consapevolezza, entusiasmo, ma anche equilibrio: lo specchio fedele di un gruppo che il presidente De Laurentiis e Mazzarri sono riusciti a modellare con grande sapienza. L’attaccante uruguaiano ha lanciato la sfida al vertice, parlando però anche con grande rispetto degli avversari (a cominciare dalla partita di sabato con la Roma) senza tradire quella filosofia di base – una miscela di serietà e realismo – che ha permesso finora al Napoli di saltare gli ostacoli più complicati.
Nei ragionamenti di Cavani, nei suoi sguardi, c’è un altro dei segreti di questo Napoli, che regala emozioni e non tradisce. Grinta, determinazione, mai arroganza e spocchia. Un campione da applaudire in campo per i suoi colpi geniali, ma soprattutto un ragazzo di alto profilo, distante dagli stereotipi – evidentemente fasulli, perché generalizzando si sbaglia sempre – del calciatore moderno. Non solo ambizioni e pallone: Cavani ha parlato ieri anche della sua famiglia, dei suoi legami affettivi, del suo rapporto con la religione, con la fede, con la Bibbia. Un’ora ricca di piacevoli scoperte, accompagnate da una certezza: il Napoli e il calcio non hanno trovato soltanto un grandissimo cannoniere ma anche un personaggio speciale.
Alessandro Vocalelli
Nei discorsi di Cavani, capocannoniere del campionato con diciotto gol, è emersa una convinzione profonda sul valore del Napoli: l’idea è quella di provare a restare lassù, senza fissare obiettivi precisi. Consapevolezza, entusiasmo, ma anche equilibrio: lo specchio fedele di un gruppo che il presidente De Laurentiis e Mazzarri sono riusciti a modellare con grande sapienza. L’attaccante uruguaiano ha lanciato la sfida al vertice, parlando però anche con grande rispetto degli avversari (a cominciare dalla partita di sabato con la Roma) senza tradire quella filosofia di base – una miscela di serietà e realismo – che ha permesso finora al Napoli di saltare gli ostacoli più complicati.
Nei ragionamenti di Cavani, nei suoi sguardi, c’è un altro dei segreti di questo Napoli, che regala emozioni e non tradisce. Grinta, determinazione, mai arroganza e spocchia. Un campione da applaudire in campo per i suoi colpi geniali, ma soprattutto un ragazzo di alto profilo, distante dagli stereotipi – evidentemente fasulli, perché generalizzando si sbaglia sempre – del calciatore moderno. Non solo ambizioni e pallone: Cavani ha parlato ieri anche della sua famiglia, dei suoi legami affettivi, del suo rapporto con la religione, con la fede, con la Bibbia. Un’ora ricca di piacevoli scoperte, accompagnate da una certezza: il Napoli e il calcio non hanno trovato soltanto un grandissimo cannoniere ma anche un personaggio speciale.
Alessandro Vocalelli
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