Dopo la bella vittoria di Cagliari, e la sconfitta di Roma con la  Lazio, si può fare un primo resoconto della stagione, alla fine di  questo ciclo conclusosi domenica con l’ottava partita in ventinove  giorni. Tante le note positive, alcune e da non sottovalutare quelle  negative.
Ben inteso che agli azzurri non si chiede di vincere lo scudetto, il  terzo posto attuale è oro colato, soprattutto se conservato dopo una  sconfitta. A voler considerare i freddi, ma pur sempre veritieri numeri,  tra le squadre impegnate in Europa solo il Milan con 25 punti ha fatto  meglio del Napoli. Che dunque, nonostante la doppia competizione, fino  ad ora ha mantenuto fede al processo di crescita programmato dalla  società: basti pensare che la squadra viaggia attualmente con tre punti  in più rispetto alla classifica dell’anno scorso registrata alla stessa  giornata. Fin qui tutto bene. C’è da chiedersi però se si riuscirà a  mantenere questo rendimento fino a maggio; soprattutto se il Napoli si  ritroverà a gennaio a giocare ancora in Europa. A quel punto, la società  dovrà intervenire per migliorare una rosa forte e all’altezza negli  undici titolari; migliorata sotto il profilo della quantità rispetto  all’anno scorso, ma ancora carente in quanto a qualità nei cosiddetti  rincalzi. Yebda sta venendo fuori, Sosa inizia a far intravedere le sue  peculiarità: oltre loro due però, e a causa anche dell’infortunio di  Lucarelli, Mazzarri non sembra fidarsi di altri uomini. Soprattutto in  difesa, dove si annidano i problemi maggiori del Napoli di quest’anno.
CAVANI E LAVEZZI - Tra le belle novità ci sono  sicuramente loro due. L’attaccante uruguaiano si sta confermando  acquisto importantissimo, funzionale al gioco dell’allenatore,  risolutivo della carenza di prolificità che l’anno scorso attanagliava  la squadra. Lavezzi merita invece un discorso a parte. Le sue qualità  non sono mai state in discussione, ma quest’anno è cambiato soprattutto  l’atteggiamento. Più convinzione, maggiore responsabilità, il pocho  sembra essere mentalmente maturato; e questa maturazione lo sta portando  anche ad essere più incisivo sotto rete, qualità che gli mancava per  essere considerato giocatore importante. In alcune partite si è caricato  la squadra sulle spalle, regalando spunti da campione (con il Milan) e  gol da cecchino (con il Cagliari). Anche domenica, pur non essendo al  meglio, è stata sua l’unica vera occasione creata dal Napoli. E se quel  pallone stampato sulla traversa fosse entrato, la partita avrebbe  assunto una piega diversa.
LA DIFESA - E’ il reparto che fino ad ora ha destato  le maggiori perplessità. De Sanctis si sta riconfermando ai livelli  dell’anno scorso, ma è davanti a lui che le cose sembrano non funzionare  al meglio. Cannavaro sta tenendo un rendimento poco costante (anche a  causa delle numerose partite che è “costretto” a giocare), Campagnaro  non infonde la solita sicurezza, Aronica e Grava sembrano aver perso  smalto. Cribari viene impiegato pochissimo, e poi c’è il caso  Santacroce. Considerato da molti un nuovo acquisto dopo gli infortuni  patiti la scorsa stagione, il leoncino di Bahia pare non avere ancora la  fiducia totale del tecnico: il Napoli dovrà decidere cosa fare, se  puntare ciecamente sulla sua crescita, che rimane un interrogativo al  momento senza risposta, oppure cederlo, magari inserendolo in qualche  gustosa trattativa nel prossimo mercato. Mazzarri avrà il suo bel da  fare per registrare il reparto su cui si fonda qualsiasi ambizione. E se  necessario dovrà chiedere alla società uno sforzo importante a gennaio,  per puntellare quello che al momento sembra l’anello più debole della  rosa.
Fonte: Vincenzo Balzano Tuttonapoli.net

Nessun commento:
Posta un commento