Edinson Cavani, attaccante del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere della Sera.
NAPOLI TRA LE PRIME: "Una squadra per lottare ad alto livello. Vogliamo rimanere tra il primo e il quarto posto e poi vedere cosa succede. È l’anno post-Mondiale, tutto può accadere"
IL GOL: "E' mestiere, talento, missione. Faccio gol per la gioia di aiutare la squadra ma l’attaccante è anche un grande egoista. Sono felice solo se la palla fa quello che dico io. Il gol è liberazione. Solo dopo mi sento a posto, giusto. Dopo ringrazio per il dono che ho ricevuto. Non l’ho trovato per terra - evidenzia Tuttonapoli - sono stato bravo a coltivarlo e non è facile come sembra: devi quasi avere doti di preveggenza per intuire da dove arriva la palla e dove mandarla"
L'ATLETA DI CRISTO: "Avevo un compagno, al Danubio, che spesso mi accompagnava a casa dopo gli allenamenti. Il primo a parlarmi di Cristo fu lui. Io gli facevo domande, volevo capire: cosa c’è sopra di noi? Chi ha creato tutto questo? A chi devo dire grazie? Ero molto giovane, cercavo risposte. Quel ragazzo è diventato pastore pentecostale. Io atleta di Cristo. Leggo la Bibbia tutti i giorni, studio, condivido con mia moglie la benedizione della fede, che ha cementato la nostra relazione. Ho capito che c’è un tempo per tutto: per il sacrificio, la ricompensa e il gol"
NAPOLI-MILAN: "Non vedo l’ora. È uno snodo importante. Napoli è una città calcio-dipendente: bellissimo, ma anche una grande responsabilità. Sfida con Ibra? Il confronto con Zlatan sarà un piacere però mi piace di più l’idea di non assomigliare a nessuno. Io sono Edi - evidenzia Tuttonapoli - con le mie caratteristiche".
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